CAPITOLO I
COME DOBBIAMO
PREPARARCI
ALL'ALLENAMENTO DELLA VOLONTA
1. DETERMINISMO E LIBERO
ARBITRIO. - Il carattere di ogni individuo è
già formato all'età in cui diventa capace di riconoscerlo.
Come per il fisico, la
costituzione organica risulta dall'eredità, così tutto quello che
costituisce l'intiero nostro essere morale: tendenze, facoltà,
attitudini, ecc., preesiste alla nozione dell' « Io ». L'azione
reciproca delle funzioni sull'intelletto e dell'intelletto sulle
funzioni sembra predisporre ciascuno a sentire, pensare, agire,
necessariamente in un modo determinato. Due
aforismi ben conosciuti: « Non si cambia la pro
pria natura », e « Cacciate ciò che è naturale e
ritornerà al galoppo » esprimono chiaramente
l'opinione, troppo facilmente condivisa, perchè dissuade dallo
sforzo, delle scuole filosofiche le quali affermano che l'uomo non
potrebbe trasformare radicalmente la propria persona. lità. Secondo
tale teoria la volontà si scatenerebbe sempre ad un ctg momento
sotto quell'impulso che l'ora e le circostanz R Fendono il più
forte. Se è esatto che i nostri impulsi, le
nostre impressioni, i nostri giudizi íc primitivi » derivano dalle
nostre condizioni psico-fisiologiche, non è meno evidente, che una
educazione tratta da fonte esterna a noi stessi e riflessa
dalla nostra coscienza, possa crearvi l'idea, quindi
la decisione, di reagire contro questo automatismo. Colui che si
rende conto dell'opportunità di una simile reazione subisce tuttavia
la spinta. del suo determinismo finchè non abbia imparato a
dominarla: ciò si traduce con la nozione d'asservimento che
esprimerà dicendo: « è stato più forte di me », oppure: « non ne ho
potuto fare a meno ». Il primo scopo del presente libro è di
insegnare come allenarsi ad agire, malgrado gli impulsi
dell'automatismo, nel senso che le deliberazioni del giudizio
indicano come preferibile.
2. IL MODO PER CREARE IN SÈ UNA PROPENSIONE
ALLO SFORZO.
« Tutto quello che entra attraverso lo spirito
esce dai muscoli » dicevano gli antichi. Gli psicologi moderni
ammettono ugualmente la tendenza di ogni idea a trasformarsi in atto.
Conformemente a questa legge, considerando con tutta
l'attenzione possibile i diversi motivi per i quali è utile
sviluppare la propria volontà, ci sentiremo tratti a iniziare
praticamente questo sviluppo. Coloro ai quali la meditazione
ragionata è familiare, non proveranno alcuna difficoltà ad
abbandonarsi alla contemplazione mentale delle proprie ragioni per
darsi all'educazione psichica. Al contrario, se l'attitudine a
concentrarsi è insufficientemente preparata, la si sosterrà con
efficacia, componendo una tabella scritta delle modificazioni che si
desidera apportare alla propria personalità e dei vantaggi che
queste modificazioni implicano. Crediamo renderci utili a più di un
lettore dando qui sotto, a proposito dell'argomento trattato, alcuni
esempi.
« Voglio acquistare una calma
continua, una sicurezza imperturbabile ed una fiducia giustificata
in me medesimo »,
« Voglio dominare l'ansia, il
timore, il nervosismo e le altre emozioni paralizzanti ».
« Voglio conservare una
perfetta lucidità di spirito in ogni circostanza, restar padrone di
me stesso, qualunque cosa capiti, e sentirmi perfettamente
tranquillo in presenza di chiunque ».
« Voglio rendere la mia
memoria esatta e rapida, la mia assimilazione viva e corretta, la
mia volontà indefettibile ».
« Voglio coltivare le mie
attitudini al massimo grado ed acquistare nel loro campo una
competenza ed una abilità superiori ».
« Voglio fare quello che
conviene che io faccia al momento previsto, malgrado tutte le
sollecitazioni e gli incidenti suscettibili per allontanarmene ».
« Voglio controllare i miei
impulsi fisici ed emotivi e rifiutarmi di ubbidire a quelli che sono
contrari al mio equilibrio vitale, al mio scopo, ai miei principi ».
« Voglio esaminare con
riflessione prima di manifestarle, tutte le idee che mi vengono
spontaneamente alla mente, che mi sono comunicate, o che acquisto
con la lettura ».
« Voglio manifestare quella
tenacia serena, quella energia cortese, quella sicurezza tranquilla,
che dominano gli individui e le circostanze ».
Lo scopo speciale di ciascuno
di questi esempi ispirerà al lettore altre formule. Per esempio, un
malato desideroso sopratutto di riacquistare la propria salute,
potrebbe aggiungere a quel che precede: «voglio allenare la mia
volontà finchè essa abbia la forza voluta per modificare il mio
stato ». Dopo aver letto più volte da un capo all'altro la tabella,
occorre considerare separatamente ogni paragrafo ed immaginarne
concretamente il significato. Così la prima affermazione che abbiamo
data come modello deve essere seguita dalla rappresentazione mentale
di ciò che si proverebbe se si sapesse di possedere una calma
perfetta, e delle possibilità che arrecherebbe simile equilibrio
nervoso.
Diversi autori raccomandano
di trascrivere con calligrafia forte ed ardita ogni frase che il
lettore si propone di meditare, sopra un rettangolo di carta, poi di
tener fisso lo sguardo su ogni formula per qualche minuto.
Questo procedimento conviene
sopra tutto ai caratteri agitati, la cui attenzione si divaga meno
facilmente se si fornisce loro un punto d'appoggio materiale.
Gli svogliati, gli inerti
troveranno, per attivare il loro cervello, un aiuto meccanico nel
camminare assai rapidamente mentre si ripeteranno le affermazioni
precedenti.
Al contrario dell'immobilità
fisica che tende a calmare l'eccitazione cerebrale, il movimento
stimola il pensiero. Molti uomini d'affari applicano
incoscientemente questa legge mentre vanno su e giù per lo studio,
mossi da una preoccupazione che cercano di risolvere.
3. L'AIUTO ARRECATO DATJLE
ASPIRAZIONI PRINCIPALI. -
Per osservare; quel che precede,
è necessario esser capaci, così ci sembra, di un piccolo sforzo
ragionato. Il carattere più debole ne troverebbe l'energia
occorrente se facesse appello al proprio giudizio: infatti non si
potrebbe concepire un uomo che non provasse nel corso della giornata
parecchi movimenti interni generati dalle sue principali aspirazioni.
Questi movimenti si
traducono in stadi di coscienza diversi: desiderio d'acquistare una
capacità o di eliminare un difetto, desiderio di miglior benessere
materiale, desiderio di un oggetto, d'una qualunque soddisfazione,
di considerazione, d'influenza personale, ecc.
L'abitudine d'associare alle
aspirazioni quando giungono alla mente, la nozione dello sviluppo
della volontà, che permetterà di realizzarle, crea una
disposizione, almeno momentanea, allo sforzo. Utilizzare questo
momento per amplificare lo slancio attivo per mezzo della
meditazione prescritta più in alto, significa compiere il primo
passo e dare l'accesso alla via energetica.
La prospettiva di diventare una forte
personalità, robusta fisicamente e moralmente, di ragiungere una
posizione migliore, di riuscire ad assimilare un'arte o una scienza,
di reggersi secondo "i principi che si giudicano vantaggiosi, e, più
generalmente, di raggiungere lo scopo che ci si propone nella vita;
tutto ciò costituisce una serie di « idee-forza » che si canalizzano
in favore della volontà, per mezzo dell'associazione dei pensieri
sopra indicati.
Alla stanchezza, alla indecisione,
all'inerzia opponiamo dunque il nostro egotismo superiore;
ripetiamoci, che non lasceremo ostacolare dalle nostre tendenze
inferiori la realizzazione dei nostri più cari desideri;
consideriamo che una volontà allenata rappresenta un vantaggio che
ha presa direttamente o indirettamente su tutti gli altri;
consideriamo che lo sviluppo del nostro potere volitivo misura
l'efficacia della nostra reazione contro ciò che le circostanze
tendono ad imporci di fastidioso o doloroso, come pure l'efficacia
della nostra azione su ogni cosa desiderabile.
4. LA FORZA NERVOSA. -
Un motivo sufficientemente imperioso aziona sempre la volontà, ma
questa si piega rapidamente se l'energia indispensabile all'attività
psichica, la forza nervosa, fa difetto. Molte malattie della volontà
derivano da troppo scarsa produzione di forza nervosa. Ciò
nonostante, è constatato che tutti gli astenici disperdono
inutilmente una tale quantità di questa preziosa energia la cui
riserva sarebbe sufficiente per migliorare quasi istantaneamente il
loro stato. Conservando nei diversi complessi la forza nervosa
sparsa al-trimenti in espansioni inutili, si tonifica la facoltà
volitiva, che è allora abbastanza sostenuta per manifestarsi al
momento opportuno.
Prescriviamo per ciò come
primi sforzi di allenamento una serie di inibizioni aventi,
parallelamente all'effetto fortificante di ogni esercizio nervoso,
quello di sop. primere importanti emissioni di forza nervosa. Due o
tre giorni di prova saranno sufficienti per convincere il lettore
dell'efficacia considerevole di questi esercizi, per. chè egli
proverà, consecutivamente alla loro applicazione. una sensazione
(quasi immediata) di « potenza ».
5. L'IDEA GENERALE DELLA
SUBORDINAZIONE DELL AUTO MATISMO ALLA
COSCIENZA. - Ognuno può osservare in se
stesso due elementi incitatori d'azioni, due sorgenti da
cui derivano le decisioni. Da una parte la coscienza,
il giudizio, la ragione, la riflessione; dall'altra l'automatismo.
Un esempio mostrerà chiaramente il giuoco di questi due centri della
personalità: un giovane studente si siede alla scrivania di buon'ora,
per darsi allo studio di una questione
astratta di filosofia che non lo astrae. Fuori brilla il sole e
dalla finestra semiaperta gli arriva, insieme a deliziose buffate
d'aria fresca, l'eco dei mille rumori gioiosi. II nostro ragazzo è
vivamente tentato di mettere da parte il suo libro fastidioso, e di
uscire per incontrarsi con amici. Ma questo movimento
dell'automatismo, questo « impulso » incontra una
resistenza nella « coscienza » del giovane: l'esame si avvicina con
un programma sovraccarico; solo l'assiduità nello studio gli
permetterà d'assimilarlo. Allora comincia la « lotta interna » dal
cui risultato dipenderà la condotta dello studente. L'addolcimento
dell'automatismo metodicamente condotto, sforzandosi di dominare
prima gli impulsi insignificanti, poi gl'impulsi più importanti,
assicura a poco a poco la sua subordinazione
rapida e facile alle rappresentazioni della riflessione.
6. CONTROLLO DEGLI IMpU'ISI
EMOZIONALI. - Una enor me spesa di forza
nervosa accompagna il soddisfacimento degli impulsi emozionali: per
questo il miglior modo per cominciare la cultura della volontà è
quello di allenarsi a controllarli.
Ecco i principali impulsi:
1°. Espansività sotto
ogni forma. In modo generale sforzatevi di osservare il silenzio. Se
per esempio venite a sapere una notizia ed avete desiderio di
comunicarla ad un amico, pensate che facendolo sprecherete una certa
energia. Conservate questa energia: non dite nulla. Non manifestate
le vostre impressioni, specialmente quelle che sono in voi svegliate
dai propositi di chi vi sta intorno: ogni esclamazione, ogni parola,
ogni gesto trattenuti, aumentano la vostra riserva nervosa. Non
sprecate la vostra forza mentale in propositi di nessun conto,
commentando gli avvenimenti del giorno, facendo apprezzamenti sulle
persone che passano o sulle azioni alle quali assistete. Tutto ciò
non significa già insociabilità, ma semplicemente trattenere
attività inutili a voi stessi e agli altri. Quando dovete
necessariamente parlare, non fatelo meccanicamente, automaticamente
: pensate le vostre espressioni. Sostituite a quelle parole che
pronuncereste « impulsivamente », parole ponderate. Non dovete
discorrere con animazione: vi sprechereste in pura perdita;
sopratutto non dovete discutere. Ascoltate con calma quello che vi
si comunica senza esprimere il vostro giudizio, se non è
indispensabile. Non lasciatevi costringere a parlare malgrado la
vostra volontà. Se qualche ciarliero vi opprime col suo verbiloquio,
abbiate l'aria di interessarvi a ciò che racconta, lasciatelo che
sprechi la sua forza nervosa, e continuate a condensare la vostra.
2°. Desiderio di ottenere
l'altrui approvazione. L'uomo, ogni volta che se ne presenta l'occasione
per farsi valere, cerca di sforzarsi di dare agli altri una buona
opinione della propria personalità, manifestando la propria opinione
che ritiene sempre superiore. Osservate chi
vi capita d'ascoltare: vedrete quanti sforzi sterili la vanità
impone alla_ maggior parte delle persone inclini al desiderio
dell'altrui approvazione. Osservatevi bene da voi stessi, in modo da
reprimere con cura questa tendenza.
3°- Frenare le escandescenze.
Cominciando col dominare un leggero movimento d'impazienza, si
riesce a mantenere un sangue freddo imperturbabile anche in presenza
di provocazioni gravi. Il disappunto, l'irritazione, lo snervamento
determinano espressioni fisionomiche, gesti, strepiti di voce: se
riusciamo ad impedir queste manifestazioni, otteniamo il massimo
vantaggio. L'esercizio dell'impassibilità contribuisce potentemente
allo sviluppo della volontà.
7. CONTROiLt DEGLI IMPULSI
SENSORI. - I nostri cinque sensi sono senza tregua colpiti da
una molteplicità d'impressioni che reagiscono sopra le nostre
disposizioni mentali. 'Cosa eccellente è l'applicarsi a frenare
queste impressioni. Enumeriamone qualcuna caratteristica per ogni
senso: l'aspetto degli esseri, .delle cose, àltera, alle volte,
profondamente le nostre disposizioni intime. Così ci lasciamo
influenzare dall'ambiente nel quale ci troviamo : « Noi non entriamo
», dice Sylvain Roudès, « nel« lo stesso modo, nell'albergo di un
villaggio, nel salotto « di una mondana o nel gabinetto di un medico
celebre, « quando gli ospiti ne sono assenti. Le tappezzerie, le «
opere d'arte; i cristalli del salotto, i mobili severi del «
gabinetto medico, esercitano involontariamente sopra « di noi una
certa impressione, che si ripercuote anche « sul nostro modo di
comportarsi. Se, per combinazione, « siamo
testimoni di un accidente più o meno tragico, « storniamo la testa
istintivamente. L'abito e l'andatura « delle persone modifica il
nostro atteggiamento nei loro « riguardi. La temperatura e il cielo
grigio che dànno « agli oggetti esterni una certa apparenza di
tristezza e « di spiacevolezza, turbano alle volte la nostra
attività. « Ecco tante occasioni per esercitare la padronanza su «
noi stessi. Il contatto di certe cose, Ai certi animali, « ispira al
nostro tatto la ripugnanza od anche un orro« re insormontabile... in
apparenza. Senza cercar questo « contatto, subiamolo col maggior
coraggio possibile « quando se ne presenta l'occasione. I rumori
discordan. « ti, bruschi, inattesi producono una contrazione dei «muscoli
del volto, provocano un soprassalto, un'escla« mazione: reprimiamo
questi riflessi ed alleniamoci ad « ascoltare tranquillamente lo
strepito dell'officina, l'a« credine stridente di una voce o il
rumore dei veicoli. « Quando un odore sgradevole urta il nostro
olfatto, cer« chiamo d'allontanare la sorgente, sopratutto se questo
« odore segnala una possibilità d'intossicazione; ma, se « è
inoffensivo, non dobbiamo temerne gli effluvi, dicen doti: 'non
permetterò a questa causa insignificante di « darmi fastidio'. Si sa
che le preferenze e le ripugnanze « alimentari non corrispondono
sempre all'eccellenza od « alla nocevolezza dei commestibili che le
generano. Ali. «elle in questo caso, bisogna fare appello
all'intelligen« za e lasciarla prevalere, per regolare le nostre
inge« stioni ».
8. [POSSIBILITÀ IMMEDIATA
DEGLI SFORZI PRECEDENTI. -
« Essere energico, ho scritto
in un precedente lavoro, è una cosa, agire come se lo si fosse di
già almeno, occasionalmente, è un'altra cosa. Non dite dunque: 'bisogna
aver già della volontà per eseguire una data cosa'. Per eseguirla in
ogni momento e con facilità: sì; ma in principio noi non
consiglieremmo ad alcuno un simile sfor-zo, che sarebbe
esagerato; per sforzarsi dì conformarsi alla condotta che avrebbe in
tal caso un uomo energico: no ».
Se consideriamo gli uomini
meno dotati, vediamo.tuttavia in essi la possibilità di tentativi di
resistenza, se non di resistenza immediatamente vittoriosa. Non
bisogna d'altronde attenderci, per forti che ci crediamo, di
riuscire il primo giorno nell'applicazione precisa delle nostre
regole. La mira esatta del principiante deve essere il tentar
sovente e di tenerne conto. Se (questo càpita spesso i primi giorni),
non si pensa, nel momento nel quale, l'impulso si manifesta, a
reprimerlo, si eviterà almeno l'utile emozione dell'insuccesso. Si
constaterà semplicemente la mancanza d'attenzione, che segnaleremo
con una affermazione interna simile a questa : « ci
voglio pensare a tempo la prossima volta, sono
assolutamente deciso a dominare il mio automatismo ». Effettivamente,
ripetendo questo procedimento, la coscienza riesce ad intervenire a
tempo.
Quando uno stesso impulso è
stato contenuto assiduamente durante qualche giorno, esso torna a
manifestarsi quasi sempre ad un dato momento con intensità molto più
forte che d'abitudine. Questo è una difficoltà contro la quale
dobbiamo combattere con vigore, perchè, dopo averla dominata una
volta, si può essere certi di vincere, in seguito, l'impulso
primitivo con la più grande facilità.
9. DEL MODO DI TRAR PROFITTO INTEGRALMENTE
DA QUESTO CAPITOLO. - Prima di metterlo in pratica leggetelo
più volte. Il suo contenuto impregnerà la. vostra
mente, e più l'avrete compreso, analizzato, meditato, meglio sarete
disposti per effettuarne l'applicazione.
Quando sarete certi d'esserne
bene compenetrati, quando avrete osservato quanto la salita
dell'allenamen. to indicato è dolce, graduale, combinata con cura,
in modo che chiunque possa salirla, cominciate a fissarvi per
scopo di tentare il giorno seguente d'applicare una
delle nostre prescrizioni, mettendovi tutta la vostra energia, la
vostra attenzione.
In secondo luogo,
reiterate lo sforzo iniziale, facendolo seguire da un secondo,
differente. Tentate successivamente di dominare
tutti gli impulsi descritti. Infine, cercate, durante una intiera
giornata, di agire tenendo conto dell'insieme del capitolo, e,
quando vi sarete riusciti per un giorno, ricominciate per tutta una
settimana. Sarete allora molto ben preparati per passare al
capitolo seguente.
Non dimenticate di trarre dalle vostre
aspirazioni superiori, dalla vostra ambizione, dal vostro desiderio
di progresso, di superiorità, di successo, il conforto sostentatore
dello sforzo. Se siete afferrato da un' « onda d'inerzia
», considerate freddamente questo fenomeno. Ditevi con calma: « mi
sento ora depresso, ma ciò non può durare. D'altronde, fra qualche
tempo, quando sarò più allenato, non mi capiterà più, di cedere in
questo modo ».
Infine, non date alcuna
importanza alle parole scoraggianti che possano esservi rivolte. È
inutile di confidare a chicchessia che vi date alla cultura psichica.
Questa manifestazione d'espansività è la prima che dovrete reprimere.
Impedirete così a quelli che non hanno ancora coscienza
dell'opportunità di una simile cultura, di esprimere la loro
opinione. |