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CAPITOLO III

IL MODO DI ACQUISTARE LA PERFETTA PADRONANZA SU SE STESSI

 

1. PER SENTIRSI SENZA SOGGEZIONE IN PRESENZA DI CHIC CHESSIA. - Gli individui stimati per la loro sicurezza, osservandoli, si distinguono in due categorie.

  Gli uni generalmente robusti nel fisico e poco colti moralmente, hanno una sicurezza incosciente, massiccia.  Gli altri, che sembrano invece possedere una sicurezza ragionata su se stessi, se ne servono a proposito e con discernimento.

  Pensiamo che sia preferibile alla timidità ed all'indecisione, il carattere dei primi, sempre innato. Ma l'imperturbabilità ragionata, acquisita, è sempre naturalmente superiore. L'uomo più timido, se desidera di potersi sentire a suo agio anche innanzi ad una persona di gran conto, come in presenza dei propri familiari, nasconde già in se stesso allo stato latente la forza mentale necessaria per farlo. Vi mostreremo in questo capitolo il modo per trasformare in realtà l'idea di sicurezza di se stessi.

  Per prima cosa bisogna aver presente che la base di questa qualità sta nell'equilibrio fisiologico. Perciò, il timido che terrà conto dei principi indicati nel secondo capitolo per la regolarizzazione organica sentirà, a poco a poco, con questa sola pratica, che diviene meno influenzabile per opera degli altri. Il controllo degli impulsi emozionali e sensori contribuisce egualmente ad agguerrire il morale. Infine, la cultura per ottenere uno sguardo sicuro, una parola agile e netta, un atteggiamento energico, che ci alleneremo giornalmente ad imporci, svilupperà molto rapidamente questo stato di stabilità psichica che resta indefettibile davanti a chiunque.

 

2. CULTURA ED IMPIEGO DELLO SGUARDO.    

Esercizio numero l. Ponetevi dinanzi ad uno specchio e dirigete lo sguardo sulla vostra immagine riflessa nello specchio. Fissate il punto situato tra i vostri occhi e la radice del naso. Fate uno sforzo per mantenere le palpebre immobili e per non cessare da tale fissità di sguardo durante trenta secondi. Poi, riposatevi durante altri trenta secondi. Ricominciate quindi sùbito a fissarvi durante un minuto; riposatevi un minuto, ricominciate-per due minuti e sospendete l'esercizio per un tempo eguale.

  Esercitandovi così gradatamente a fissare un punto senza batter ciglio durante due, tre, quattro, cinque, dieci minuti, riuscirete a farlo senza difficoltà e stanchezza, e lo scopo di questo primo esercizio sarà raggiunto. Vedrete quale ne sia l'utilità.

  Esercizio numero 2. Ponetevi innanzi ad una superficie nera o per lo meno assai scura, come nell'esercizio precedente, tenete i vostri occhi fissi ed aperti senza batter ciglio, ma in più cercate di spalancarli un po' più del solito, e sforzatevi di mantenere il contorno degli occhi laggermente dilatato. Potete considerare questo esercizio riuscito quando sarete riusciti a compierlo per dieci minuti senza sforzo.

  Esercizio numero 3. Sforzatevi ogni giorno di leggere una pagina d'un libro senza batter ciglio. Questo manterrà in forma la facoltà di fissare sviluppata dai due esercizi precedenti.

  Tali esercizi rendono gli occhi intensamente espressivi, fascinatori, chiari, brillanti, giovanili, ed allargano il contorno delle palpebre. Uno sguardo sviluppato secondo le nostre istruzioni impressiona e accattiva di per se stesso. Inoltre, esso esercita una potente influenza di suggestione dominatrice, che bisogna utilizzare nel modo seguente: appena fermate una persona ed ogni volta che nel corso della conversazione riprendete la parola, guardate il vostro interlocutore alla radice del naso fra gli occhi.

  Per essere fisso, il vostro sguardo deve mantenersi calmo e dolce. Deve esprimere un'autorità cortese: durante tutto il tempo che parlate con .qualcuno guardatelo così. Quando ascoltate l'altrui parola, per esempio, quando si risponde a ciò che dite, cessate di fissare il punto sopra indicato e spostate leggermente il vostro sguardo verso la destra o la sinistra di questo punto, come per ascoltare più attentamente. Quando riprendete la parola, dirigete di nuovo lo sguardo verso la radice del naso della persona alla quale vi indirizzate. Servitevi di questo procedimento ogni volta che volete fare impressione. Combinato con l'azione della voce emotiva quale vi insegneremo ad avere, questo sguardo vi farà constatare quanto aumenti la considerazione con la quale le vostre parole sono ascoltate.

 

3. CULTURA ED IMPIEGO DELLA VOCE. - Esercizio numero 1. Il timbro della voce, la sua sonorità, impressiona emozionalmente le persone quando si è acquistata con gli esercizi seguenti la pienezza di questa sonorità. Ben timbrata, la vostra voce vi permetterà di commuovere profondamente i cuori più insensibili. Il primo esercizio (che basta da se stesso per ottenere un certo risultato) consiste nel cantare a « bocca chiusa ». Può essere praticato facilmente ogni mattina nel vestirsi.

  Esercizio numero 2. Leggete mezza pagina di un libro scandendo ogni sillaba lentamente. Per esempio, leeeeeee - fece - steee - deeee - llaaaa - vi - ttoooriaaa -haaaaa - nnooooo aaaaa - vutooooo - luu - 00000 - gooo - aaaaaa.

  Esercizio numero 3. Se la sonorità del timbro determina l'emozione, la nettezza dell'articolazione colpisce la mente e dà, alla parola; il potere di rendere passivi i cervelli ai quali si indirizza.  Per avere una parola netta, prendete un libro e leggete ad alta voce esercitandovi

   1° a scandire le sillabe delle parole che pronunciate,

  2° ad articolare ogni consonante come se fosse tripla. Per esempio Ille fffeste dddelle..., ce...

  Esercizio numero 4. Ricominciate il precedente esercizio, ma leggendo sempre più presto, senza dimenticarvi di triplicare le consonanti e di mantenere una piccola pausa fra le sillabe. Questi esercizi sviluppano rapidamente il potere di « suggestione verbale ». Rendono la voce gradevole, penetrante, e la parola assai persuasiva. Quello che direte si inciderà nella mente delle persone, si scolpirà nella loro memoria e sarà quin. di pensato da esse più volte al giorno. A chi vi ascolta sarà reso impossibile di respingere completamente le vostre affermazioni, e di mantenersi assolutamente insensibile a quello che dite. Reiterando le vostre parole, le imporrete gradatamente, e tanto più facilmente, quanto più terrete conto delle pratiche della persuasione esposte più innanzi. Parlando, e necessario restar calmi, non perder di vista per un solo istante lo scopo finale delle vostre parole, cioè l'effetto che si desidera di ottenere sulla mente dell'interlocutore. Sopprimete le grida, le forti modulazioni della voce e sopratutto la fretta. Usate il tempo necessario per pronunciare nettamente ogni sillaba. L'accento più persuasivo che voi possiate prendere è il tono di calma idiscutibile, cortesemente affermativo, della persona assolutamente compenetrata di quel che dice. È necessario che vi si ascolti, che s'intenda distintamente ciò che dite, che non si possa  trovare nelle vostre parole un elemento tale da farle respingere. Così le espressioni scortesi, acri, impazienti, violente, ecc., hanno sempre un effetto opposto a quello che si desidererebbe. Egualmente bisogna evitare di creare l'irritazione che tende a prodursi quando si interrompono le risposte indirizzatevi e quando vi lasciate andare ad esclamazioni, mentre ascoltate. Ascoltate con viso calmo ed impassibile. Aspettate che l'interlocutore abbia detto quel che deve dirvi. Poi rispondetegli con voce sicura, servendovi dello sguardo fisso centrale, prima descritto. Se la fine del colloquio giunge senza che il vostro parere abbia prevalso, senza che il vostro interlocutore abbia aderito a quel che volete, non mostratevi affatto nervoso: la partita non è affatto finita. Quel che voi direte resterà scolpito nella mentalità dell'interessato. Dopo il colloquio, la mente di chi vi ha ascoltato ne sarà preoccupata suo malgrado, e se seguirete bene le nostre indicazioni, giungerete inevitabilmente a convincerlo.

 4. GLI ATTEGGIAMENTI. - Il vostro atteggiamento generale può contribuire a darvi la padronanza od a togliervela, secondo che vi dominate o no. Vi raccomandiamo prima d'ogni altra cosa di sopprimere nei vostri modi tutti i gesti ed i movimenti impulsivi, bruschi, nervosi verso i quali siamo tutti portati. Bisogna anche moderare tutti i movimenti d'espressione e non dare che segni leggeri di emozione, sorpresa, gaiezza, ecc. Evitare i soprassalti a causa della caduta' di un oggetto, d'un brusco trillo di campanello ecc. e le esclamazioni. Permettersi delle esclamazioni (per qualunque motivo), è una volgarità ripugnante. Bisogna proibirselo assolutamente. Ogni gesto scomposto diminuisce la grazia : così pure ogni segno d'agitazione.

   Esistono persone espansive ed impulsive che diciamo molto piacevoli e che infatti riscuotono facilmente l'attenzione. Ma esse non mantengono mai per lungo tempo il proprio prestigio perchè non producono che impressioni assai superficiali.

   I vostri tratti debbono sottostare al controllo del vostro pensiero in modo da, sopprimere ogni movimento involontario dei muscoli del viso. Guardatevi in uno specchio: pensate successivamente a cose gaie, tristi, ripugnanti, spaventose, ecc., non permettendo alla vostra fisionomia di contrarsi, mantenendovi impassibili. Questo esercizio vi aiuterà a rendervi padroni di voi stessi in presenza degli altri. Non subirete più l'influenza delle cose elle vi saranno dette. La vostra maschera non rifletterà più le vostre emozioni interne. Questo ispirerà ai vostri familiari ed a ogni persona con la quale trattate, un senso di considerazione, un'impressione di superiorità: il vostro atteggiamento si imporrà. D'altra parte conformandovi a quanto precede, eviterete quei sussulti involontari elle rompono l'incanto quando sono sgraziati.

 

   5. L'ARTE DI PERSUADERE: SUOI PRIMI PRINCIPI. -

 'Persuadere signilica far nascere nella mente dell'individuo idee, sentimenti, incitamenti. che desiderate ch'egli accetti. Ognuno si sforza durante la vita di servirsi della persuasione. Vi indicheremo i principi più efficaci per influenzare le persone con la parola. Il fatto di procedere secondo regole esatte, vi conferisce una superiorità evidente su tutti quelli che le ignorano. Stando in presenza di qualcuno elle cercate di « suggestionare », lo renderete ricettivo

      1° evitando tutto quello che potrebbe far nascere in lui la disposizione a respingere le vostre suggestioni,

     2` predisponendo la sua mente a subire l'influenza che vorreste elle le vostre parole esercitassero.

   Per ciò bisogna dunque evitare di produrre anche la Più leggera impressione sgradevole, irritante, noiosa o ripugnante, perchè questo errore determinerebbe una specie di risentimento che spingerebbe il vostro interlocutore a rigettare gli impulsi che cercate di dargli.

  Importunare qualcuno con rimproveri giusti o no, manifestare impeti di collera, prendere il tono di sfida, impiegare parole che feriscono o sperdersi in lamenti, significa rendere impossibile l'influenza persuasiva. Manifestare imperiosamente o almeno chiaramente quello che si desidera, significa far porre sulla difensiva ed incitare a fuggirci la mente alla quale ci indirizziamo.

  Non contrapponetevi mai categoricamente ad alcuna affermazione, accogliete ciò che vi si dice con calma, non abbiate l'aria di avere già un'opinione contraria, esprimete tranquillamente e cortesemente, se occorre, idee antagoniste a quelle che vengono manifestate e non insistete mai, Lasciate che la conversazione segua il suo corso e ritornate quindi sul punto contraddittorio.

  Se le azioni d'una persona vi scontentano, non manifestatelo esteriormente con altro mezzo che con parole piene di misura e di dignità. Non abbiate l'apparenza di esser pronti a vincere la partita. Non esponete le vostre querele. Non deve apparire che voi subiate una troppo profonda ripercussione per il modo col quale si agisce nei vostri confronti. Mantenete l'atteggiamento di persona sicura di ciò che vuole, e che non ha fretta, precisamente perché si sente sicura di ottenerlo. Potrete, se questo caso non si verifica, esprimere le vostre constatazioni sugli atti di cui vi conviene evitare il ritorno, ma enumerate solamente fatti, non commentateli, non pronunciate giudizi. In questo modo, turberete profondamente il vostro interlocutore. Ora un turbamento fa. cilita la persuasione.

  Se terrete conto dei paragrafi 2 e 3, farete uso di un sicuro vantaggio per ottenere la recettività, per predi. sporre le persone a subire l'ascendente della vostra parola.

Di qualunque cosa tentiate convincere qualcuno il meglio è di non lasciargli vedere il vostro scopo preciso. Mentre manovrate per determinare una persona ad agire in un senso stabilito, evitate di farla accorgere dell'importanza che date a ciò che essa, deciderà. Parlatele in modo da svegliare in essa le disposizioni suscettibili per condurla a darvi soddisfazione. Indirizzatevi con discernimento alla sua intellettualità, ai suoi sentimenti, od al suo interesse. Fate nascere delle impressioni favorevoli al vostro scopo. Riducetela ad ammettere che ciò che vi piacerebbe ch'essa facesse è conforme al suo ideale. Soprattutto prendete una via indiretta per affermarlo: evitate ogni allusione precisa, poichè dovete mas~herare con cura il vostro giuoco. Una affermazione reiterata per un certo numero di volte, tenendo conto dei principi sopra enumerati, cioè badando a non scatenare il sospetto o l'irritazione, è una potenza alla quale nessuno resiste più di un tempo limitato. Abbiate perseveranza.

  Il cambiamento interno precede quello del modo di agire. Siate certi che la vostra influenza verbale ha il suo effetto, ogni volta che' l'impiegate conformemente alle direttive elencate. D'altronde siamo già persuasi di ciò che possono ottenere le persone che seguono detto metodo. Il loro successo non si fa mai attendere troppo a lungo. Nel corso della vita quotidiana l'applicazione d'uno sguardo coltivato, d'una parola adatta, d'un controllo perfetto dell'atteggiamento e dei principi della persuasione, sviluppano la sicurezza e la padronanza di sè con prodigiosa rapidità.

  6. LA PREPARAZIONE PER UN COLLOQUIO DIFFICILE. - Quando si è acquistata una certa padronanza nelle circostanze ordinarie della vita, può tuttavia capitare che si resti più o meno impediti dalla prospettiva d'un colloquio con terze persone, sia che tal personaggio sembri difficile ad essere accostato, sia che la natura del colloquio progettato sembri particolarmente delicata. In simile caso, ecco un procedimento provato per prepararsi a parlare con calma. Dopo avere meditato con cura sul soggetto della conversazione, dell'udienza prossima, compenetrandovi col desiderio di riuscire per esercitare la migliore impressione possibile, per avere causa vinta, ed influenzare profondamente la persona cui dovete parlare, cercate di prevedere quale potrà essere il suo atteggiamento, quali le sue obiezioni, le sue apostrofi, la sua collera, ecc. ecc. Immaginatevi di trovarvi già in sua presenza, ed affrontate le difficoltà previste, apertamente. Parlate ad alta voce, posatamente, figurandovi di udire le risposte dell'invisibile ascoltatore. Replicate ispirandovi alle idee che avrete notato nella vostra memoria durante la meditazione iniziale. Svolgete chiaramente la tesi che dovrete sostenere, in tono positivo, sicuro, senza precipitazione od esitazione. Questa specie di « ripetizione », specialmente se la replicherete più volte, dissipa il malessere caratteristico della timidità. Quando giungerà il momento del vero colloquio, l'impressione temuta non si eserciterà più che in un modo insignificante; così disporrete di una libertà mentale sufficiente per agire con efficacia nel senso voluto.

  7. L'OSSERVAZIONE DEI. CARATTERI. - Le manifestazioni esteriori della volontà per mezzo dello sguardo, della parola e del gesto non toccano in egual modo tutti gli individui. Per questo occorre esercitarsi a discernere le generalità del carattere di ognuno, in modo da adattare in ogni caso i metodi generali già indicati. In un prossimo lavoro tratteremo specialmente dei segni rivelatori della personalità. Qui vogliamo soltanto incitare il lettore ad osservare coloro che egli cerca di influenzare per scoprire i punti accessibili.

   Un abile schermidore al principio dell' assalto mantiene la difensiva, e lascia svelare all'avversario la sua tattica ed il suo « gioco ». Solamente dopo avere analizzato il valore di quest'ultimo, l'astuto combattente comincia realmente a dar colpi.

    Quando si entra in relazione, quando si comincia un, colloquio, si dà inizio ad una disputa, si conduce quasi sempre il proprio interlocutore a rivelare da se stesso ciò che gli importa, le sue direttive, indicazioni assai preziose, indirizzandogli qualche parola che non ha rapporti diretti con l'affare in questione, ma in modo da renderlo espansivo. Mentre egli parla, mettete a punto le suggestioni che vi proponevate di utilizzare. Ben spesso ascoltando l'« altro », capirete che certi argomenti che avreste impiegato avrebbero sortito un esito sfavorevole, e che, invece, altri argomenti ai quali non avete pensato vi sono stati indicati dall'interlocutore stesso. Avrete sempre il vantaggio di rendervi conto delle idee generali di ogni individuo con cui tratterete. Ciascuno si forma sulla vita, la politica, le questioni professionali, le scienze e le arti, gli uomini e le questioni del giorno, un'opinione più o meno precisa. La maggior parte degli uomini si lascian facilmente andare ad esprimere il pro. prio punto di vista in questo o quel campo. Sapere scatenare questa tendenza, costituisce una forza della quale bisogna trar partito. L'opinione di un Tizio, sopra un soggetto qualunque la cui valutazione non esige conoscenze speciali basta, quasi sempre, a fornirci preziose indicazioni sulla sua mentalità. Abbiamo visto, a proposito dell'espansività, che il parlare con animazione impulsiva diminuisce la riserva di forza nervosa. Condu. cendo a tale spreco gli altri, mentre voi li ascolterete Con l'apparenza dell'interessamento, non solamente sarete informati del loro livello intellettuale, ma anche diminuirete la resistenza che sono suscettibili di opporre ai vostri mezzi di persuasione.

 

  8. NON LASCIARSI SCONCERTARE. - Incontriamo ovunque individui il cui profilo, le cui maniere, la cui parola sembrano regolate abilmente per « imporsi ». Dietro queste superbe facciate, troviamo alle volte una reale energia dominatrice, ma più frequentemente queste maschere impressionanti dissimulano una insigne debolezza.

  Se si tratta di un « uomo forte », mostratevi ardito senza impudenza ed assai risoluto; egli vi apprezzerà.  In caso contrario, non mostrate maggiore esitazione, e restate impassibile davanti a tutti i procedimenti messi in opera pe rimpressionarvi. Vedrete il vostro interlocutore perdere terreno, turbarsi, sconcertato, trovandosi in faccia a qualcuno al quale è sicuro di non fare effetto. .

   Se le intenzioni che scoprite in una persona sembrano molto differenti od addirittura contrarie a quelle su cui voi contavate; se questa persona manifesta qualche elemento imprevisto, che conduce al crollo dei vostri piani dominatevi, non tradite le vostre impressioni e cercate, senza perdere tempo, d'ottenere, ad ogni costo, il vostro scopo. Esaminate due volte l'argomento propostovi quan. do vi sembra decisivo : nove volte su dieci lo si esagera per farvi cedere.

   Di fronte ad una difficoltà, o ad una resistenza tenace, non lasciatevi troppo facilmente dominare dal convincimento che dovete cedere: persistete.   Coltivare la calma, la flemma, l'impassibilità esteriore, aiuta potentemente a resistere alle varie impressioni suscettibili di piegare i propositi iniziali.

   Nelle diverse professioni come in quella di mediatore, piazzista, ed in generale ogni volta che si tratta di persuadere terzi, la persistenza vale oro. L'esito della maggior parte degli affffari si raggiunge soltanto con una specie di lotta sostenuta contro l'indecisione, il dubbio, l'inerzia del cliente. Se questi respinge con le sue repliche il sollecitatore, vuol dire che questi manca di stabilità mentale. La parte del sollecitatore consiste nel conservare intatta l'intenzione decisa di far prevalere il proprio punto di vista, e di condurre l'individuo al quale ci s'indirizza a decidersi nel senso voluto.

   I modi bruschi, la scortesia, l'apparente indifferenza, non sconcertano neppure per un secondo colui che ha sviluppata la propria volontà: egli si aspetta simili ostacoli, ma sa esattamente come risolverli. Pare che si in. chini sorridendo, parla un istante di cose differenti dalla questione che l'interessa, e vi torna su abilmente, indirettamente. Egli si adatta al carattere del proprio interlocutore e, se vi si urta in qualche punto, si eclissa un momento, per tornare alla carica in un altro punto. Compenetrandovi bene dell'idea che cercate imporre, conserverete di fronte agli uomini di minor presa, più arcigni, « meno trattabili » l'impulso primitivo, la volontà indefettibile per ottenere soddisfazione.  Nel momento di iniziare la conversazione concentrate le vostre facoltà sull'unico scopo della riuscita.

   Qualunque cosa vi sia opposta, mantenete una apparenza attraente. Più le controproposte che vi vengono indirizzate sono piene d'impazienza, indifferenza, incolnprensione, più moderato sia il modo di formulare le prime parole con le quali risponderete. Quindi, avrete tutto il tempo di presentare ad ogni battuta un certo numero di considerazioni di natura tale da scuotere l'atteggiamento del vostro interlocutore.

   Nella vita intima, come negli affari, càpita di frequente il bisogno di usare una persistenza diplomatica, per trionfare degli stati d'animo che desideriamo trasformare in quelli che ci stanno attorno.

  Secondo i principi della persuasione, non vi giungiamo nel miglior modo colla discussione aspra, usando il sarcasmo od accenti imperiosi, ma fingendo in principio di esaminare con attenzione come per rettificare il nostro proprio giudizio, le proposte che 'vogliamo fare. Dopo aver così creata la recettività, si modificano a poco a poco le disposizioni mentali della persona alla quale parliamo, esponendo con calma un punto di vista diverso dal suo, senza dimenticarci di farne notare i vantaggi.

  Ma non dovete respingere nettamente quel che vi si afferma o vi si propone: perchè così fareste sorgere la caparbietà, l'irritazione, la determinazione sragionata di resistervi malgrado tutto. Tornando dolcemente più volte sullo stesso soggetto senza mai lasciar supporre che si abbia l'intenzione d'imporre alcunchè, farete riflettere i più ostinati e li deciderete nel senso che desiderate.

 

9. V~ AMENTO DELLA PADRONANZA SU SE STESSI. -

La timidità pare una cosa quasi normale presso gli adolescenti. Essa sparisce assai rapidamente dopo qualche anno di contatto giornaliero con gli altri. Il carattere s'agguerrisce, e dopo un certo tempo di « lotta per l'esistenza », il giovanotto, già timido e goffo, diventa ardito e disinvolto.

  Vediamo tuttavia frequentemente uomini d'età matura competenti nella loro professione, colti, energici anche, sotto certi punti di vista, incapaci di reagire contro un sentimento di soggezione che li paralizza appena si trovano in un ambiente che non è loro familiare. D'altra parte, la baldanza propria alla più parte di noi, essendo sviluppata solamente per un certo numero di circostanze che la vita ci ha creata, diminuisce, più o meno, in casi eccezionali. Ogni sforzo per dominarci ed agire ad ogni costo ad un dato momento si ha l'impressione di non osare, aumenta la volontà e l'audacia. Ognuno dovrebbe segnare il tipo di pratiche che gli è più fastidioso di compiere, la categoria delle persone presso le quali prova la maggiore soggezione, gl'incidenti che, se dovessero capitargli, lo confonderebbero al massimo grado, e dovrebbe farsi come uno «sport » nell'affrontare ogni genere di questa difficoltà. Esistono d'altronde vari esercizi adattati per sviluppare unilateralmente la disinvoltura.

  Per esempio, parlare in pubblico quando se ne presenta l'occasione, la pratica di esperienze elementari d'ipnotismo su individui qualunque, il trafficare con persone importanti od anche il sollecitare persone qualsiasi per affari, per lavori, per studi dottrinari, ecc., ecc., costituiscono tanti mezzi per raggiungere la disinvoltura.

  Quelli che sono padroni delle istruzioni date nei primi tre capitoli di questo libro e non riescono a vincere la loro timidezza non debbono scoraggiarsi: applicando i procedimenti di rieducazione psicologica diretta, uno specialista qualificato può aiutarli ad acquistare la sicurezza che loro manca.

  Sotto l'effetto di disposizioni patologiche principalmente ereditarie, molte persone d'ambo i sessi soffrono d'una pusillanimità realmente morbosa, che con le lororisorse energetiche non riescono alle volte a scacciare, malgrado sforzi reiterati.

  Anche presso le persone normali, l'autosuggestione della paura, il timore dello scacco, la nozione dell'importanza, per esse, ad un dato istante, nel massimo del loro talento, della loro presenza di spirito, bastano a far nascere ed a perpetuare vere crisi d'angoscia. Questo accade presso i cantanti, i musici, gli artisti drammatici: ecco l'esempio più sorprendente.

I consigli e l'influenza personale d'un medico competente, d'uno psicologo, d'un ipnotizzatore sembrano indispensabili nella maggior parte dei casi precedenti.

  Ripetiamo, terminando questo capitolo, che il menomo tentativo facilita sempre il successivo. Abbiamo visto persone tanto timide da agire frequentemente contro il proprio interesse, perchè incapaci di dire no, rinfran. carsi, e giungere in qualche settimana (applicando quanto abbiamo detto) ad acquistare una libettà di parola e d'azione anche per i casi più difficili.

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