CAPITOLO III
IL MODO DI
ACQUISTARE LA PERFETTA PADRONANZA SU SE
STESSI
1. PER SENTIRSI SENZA SOGGEZIONE IN PRESENZA
DI CHIC CHESSIA. - Gli individui stimati per la loro sicurezza,
osservandoli, si distinguono in due categorie.
Gli uni generalmente robusti nel fisico e
poco colti moralmente, hanno una sicurezza incosciente, massiccia.
Gli altri, che sembrano invece possedere una
sicurezza ragionata su se stessi, se ne servono a proposito e con
discernimento.
Pensiamo che sia preferibile
alla timidità ed all'indecisione, il carattere dei primi, sempre
innato. Ma l'imperturbabilità ragionata, acquisita, è sempre
naturalmente superiore. L'uomo più timido, se desidera di potersi
sentire a suo agio anche innanzi ad una persona di gran conto, come
in presenza dei propri familiari, nasconde già in se stesso allo
stato latente la forza mentale necessaria per farlo. Vi mostreremo
in questo capitolo il modo per trasformare in realtà l'idea di
sicurezza di se stessi.
Per prima cosa bisogna aver
presente che la base di questa qualità sta nell'equilibrio
fisiologico. Perciò, il timido che terrà conto dei principi indicati
nel secondo capitolo per la regolarizzazione organica sentirà, a
poco a poco, con questa sola pratica, che diviene meno influenzabile
per opera degli altri. Il controllo degli impulsi emozionali e
sensori contribuisce egualmente ad agguerrire il morale. Infine, la
cultura per ottenere uno sguardo sicuro, una parola agile e netta,
un atteggiamento energico, che ci alleneremo giornalmente ad imporci,
svilupperà molto rapidamente questo stato di stabilità psichica che
resta indefettibile davanti a chiunque.
2. CULTURA ED IMPIEGO DELLO SGUARDO.
Esercizio numero l. Ponetevi dinanzi ad uno
specchio e dirigete lo sguardo sulla vostra immagine riflessa nello
specchio. Fissate il punto situato tra i vostri
occhi e la radice del naso. Fate uno sforzo per mantenere le
palpebre immobili e per non cessare da tale fissità di sguardo
durante trenta secondi. Poi, riposatevi durante altri trenta secondi.
Ricominciate quindi sùbito a fissarvi durante un minuto; riposatevi
un minuto, ricominciate-per due minuti e sospendete l'esercizio per
un tempo eguale.
Esercitandovi così
gradatamente a fissare un punto senza batter ciglio durante due, tre,
quattro, cinque, dieci minuti, riuscirete a farlo senza difficoltà e
stanchezza, e lo scopo di questo primo esercizio sarà raggiunto.
Vedrete quale ne sia l'utilità.
Esercizio numero 2. Ponetevi
innanzi ad una superficie nera o per lo meno assai scura, come
nell'esercizio precedente, tenete i vostri occhi fissi ed aperti
senza batter ciglio, ma in più cercate di spalancarli un po' più del
solito, e sforzatevi di mantenere il contorno degli occhi
laggermente dilatato. Potete considerare questo esercizio riuscito
quando sarete riusciti a compierlo per dieci minuti senza sforzo.
Esercizio numero 3.
Sforzatevi ogni giorno di leggere una pagina d'un libro senza batter
ciglio. Questo manterrà in forma la facoltà di fissare sviluppata
dai due esercizi precedenti.
Tali esercizi rendono gli
occhi intensamente espressivi, fascinatori, chiari, brillanti,
giovanili, ed allargano il contorno delle
palpebre. Uno sguardo sviluppato secondo le nostre istruzioni
impressiona e accattiva di per se stesso. Inoltre, esso esercita una
potente influenza di suggestione dominatrice, che bisogna utilizzare
nel modo seguente: appena fermate una persona ed ogni volta che nel
corso della conversazione riprendete la parola, guardate il vostro
interlocutore alla radice del naso fra gli occhi.
Per essere fisso, il
vostro sguardo deve mantenersi calmo e dolce. Deve
esprimere un'autorità cortese: durante tutto il tempo che parlate
con .qualcuno guardatelo così. Quando ascoltate l'altrui parola, per
esempio, quando si risponde a ciò che dite, cessate di fissare il
punto sopra indicato e spostate leggermente il vostro sguardo verso
la destra o la sinistra di questo punto, come per ascoltare più
attentamente. Quando riprendete la parola, dirigete di nuovo lo
sguardo verso la radice del naso della persona alla quale vi
indirizzate. Servitevi di questo procedimento ogni volta che volete
fare impressione. Combinato con l'azione della voce emotiva quale vi
insegneremo ad avere, questo sguardo vi farà constatare quanto
aumenti la considerazione con la quale le vostre parole sono
ascoltate.
3. CULTURA ED IMPIEGO DELLA
VOCE. - Esercizio numero 1. Il timbro della voce, la sua
sonorità, impressiona emozionalmente le persone quando si è
acquistata con gli esercizi seguenti la pienezza di questa sonorità.
Ben timbrata, la vostra voce vi permetterà di commuovere
profondamente i cuori più insensibili. Il primo esercizio (che basta
da se stesso per ottenere un certo risultato) consiste nel cantare a
« bocca chiusa ». Può essere praticato facilmente ogni mattina nel
vestirsi.
Esercizio numero 2. Leggete
mezza pagina di un libro scandendo ogni sillaba lentamente. Per
esempio, leeeeeee - fece - steee - deeee - llaaaa - vi - ttoooriaaa
-haaaaa - nnooooo aaaaa - vutooooo - luu - 00000 - gooo - aaaaaa.
Esercizio numero 3. Se la
sonorità del timbro determina l'emozione, la nettezza
dell'articolazione colpisce la mente e dà, alla parola; il potere di
rendere passivi i cervelli ai quali si indirizza. Per avere una
parola netta, prendete un libro e leggete ad alta voce esercitandovi
1° a scandire le sillabe
delle parole che pronunciate,
2° ad articolare ogni
consonante come se fosse tripla. Per esempio Ille fffeste dddelle...,
ce...
Esercizio numero 4.
Ricominciate il precedente esercizio, ma leggendo sempre più presto,
senza dimenticarvi di triplicare le consonanti e di mantenere una
piccola pausa fra le sillabe. Questi esercizi sviluppano rapidamente
il potere di « suggestione verbale ». Rendono la voce gradevole,
penetrante, e la parola assai persuasiva. Quello che direte si
inciderà nella mente delle persone, si scolpirà nella loro memoria e
sarà quin. di pensato da esse più volte al giorno. A chi vi ascolta
sarà reso impossibile di respingere completamente le vostre
affermazioni, e di mantenersi assolutamente insensibile a quello che
dite. Reiterando le vostre parole, le imporrete gradatamente, e
tanto più facilmente, quanto più terrete
conto delle pratiche della persuasione esposte più innanzi.
Parlando, e necessario restar calmi, non perder di vista per un solo
istante lo scopo finale delle vostre parole, cioè l'effetto che si
desidera di ottenere sulla mente dell'interlocutore. Sopprimete le
grida, le forti modulazioni della voce e sopratutto la fretta. Usate
il tempo necessario per pronunciare nettamente ogni sillaba. L'accento
più persuasivo che voi possiate prendere è il tono di calma
idiscutibile, cortesemente affermativo, della persona assolutamente
compenetrata di quel che dice. È necessario che vi si ascolti, che
s'intenda distintamente ciò che dite, che non si possa
trovare nelle vostre parole un elemento tale da
farle respingere. Così le espressioni scortesi, acri, impazienti,
violente, ecc., hanno sempre un effetto opposto a quello che si
desidererebbe. Egualmente bisogna evitare di creare l'irritazione
che tende a prodursi quando si interrompono le risposte
indirizzatevi e quando vi lasciate andare ad esclamazioni, mentre
ascoltate. Ascoltate con viso calmo ed impassibile. Aspettate che l'interlocutore
abbia detto quel che deve dirvi. Poi rispondetegli con voce sicura,
servendovi dello sguardo fisso centrale, prima descritto. Se la fine
del colloquio giunge senza che il vostro parere abbia prevalso,
senza che il vostro interlocutore abbia aderito a quel che volete,
non mostratevi affatto nervoso: la partita non è affatto finita.
Quel che voi direte resterà scolpito nella mentalità
dell'interessato. Dopo il colloquio, la mente di chi vi ha ascoltato
ne sarà preoccupata suo malgrado, e se seguirete bene le nostre
indicazioni, giungerete inevitabilmente a convincerlo.
4. GLI ATTEGGIAMENTI. -
Il vostro atteggiamento generale può contribuire a darvi la
padronanza od a togliervela, secondo che vi dominate o no. Vi
raccomandiamo prima d'ogni altra cosa di sopprimere nei vostri modi
tutti i gesti ed i movimenti impulsivi, bruschi, nervosi verso i
quali siamo tutti portati. Bisogna anche moderare tutti i movimenti
d'espressione e non dare che segni leggeri di emozione, sorpresa,
gaiezza, ecc. Evitare i soprassalti a causa della caduta' di un
oggetto, d'un brusco trillo di campanello ecc. e le esclamazioni.
Permettersi delle esclamazioni (per qualunque motivo), è una
volgarità ripugnante. Bisogna proibirselo assolutamente. Ogni gesto
scomposto diminuisce la grazia : così pure ogni segno d'agitazione.
Esistono persone espansive
ed impulsive che diciamo molto piacevoli e che infatti riscuotono
facilmente l'attenzione. Ma esse non mantengono mai per lungo tempo
il proprio prestigio perchè non producono che impressioni assai
superficiali.
I vostri tratti
debbono sottostare al controllo del vostro pensiero in modo da,
sopprimere ogni movimento involontario dei muscoli del viso.
Guardatevi in uno specchio: pensate successivamente
a cose gaie, tristi, ripugnanti, spaventose, ecc., non permettendo
alla vostra fisionomia di contrarsi, mantenendovi impassibili.
Questo esercizio vi aiuterà a rendervi padroni di voi stessi in
presenza degli altri. Non subirete più l'influenza delle cose elle
vi saranno dette. La vostra maschera non rifletterà più le vostre
emozioni interne. Questo ispirerà ai vostri familiari ed a ogni
persona con la quale trattate, un senso di
considerazione, un'impressione di superiorità: il vostro
atteggiamento si imporrà. D'altra parte conformandovi a quanto
precede, eviterete quei sussulti involontari elle rompono l'incanto
quando sono sgraziati.
5. L'ARTE DI PERSUADERE:
SUOI PRIMI PRINCIPI. -
'Persuadere signilica far
nascere nella mente dell'individuo idee, sentimenti, incitamenti.
che desiderate ch'egli accetti. Ognuno si sforza durante la vita di
servirsi della persuasione. Vi indicheremo i principi più efficaci
per influenzare le persone con la parola. Il fatto di procedere
secondo regole esatte, vi conferisce una superiorità evidente su
tutti quelli che le ignorano. Stando in presenza di qualcuno elle
cercate di « suggestionare », lo renderete ricettivo
1° evitando tutto quello
che potrebbe far nascere in lui la disposizione a respingere le
vostre suggestioni,
2` predisponendo la sua
mente a subire l'influenza che vorreste elle le vostre parole
esercitassero.
Per ciò bisogna dunque
evitare di produrre anche la Più leggera impressione sgradevole,
irritante, noiosa o ripugnante, perchè questo errore determinerebbe
una specie di risentimento che spingerebbe il
vostro interlocutore a rigettare gli impulsi che cercate di dargli.
Importunare qualcuno con
rimproveri giusti o no, manifestare impeti di collera, prendere il
tono di sfida, impiegare parole che feriscono o sperdersi in lamenti,
significa rendere impossibile l'influenza persuasiva. Manifestare
imperiosamente o almeno chiaramente quello che si desidera,
significa far porre sulla difensiva ed incitare a fuggirci la mente
alla quale ci indirizziamo.
Non contrapponetevi mai
categoricamente ad alcuna affermazione, accogliete ciò che vi si
dice con calma, non abbiate l'aria di avere già un'opinione
contraria, esprimete tranquillamente e cortesemente, se occorre,
idee antagoniste a quelle che vengono manifestate e non insistete
mai, Lasciate che la conversazione segua il suo corso e ritornate
quindi sul punto contraddittorio.
Se le azioni d'una persona vi
scontentano, non manifestatelo esteriormente con altro mezzo che con
parole piene di misura e di dignità. Non abbiate l'apparenza di
esser pronti a vincere la partita. Non esponete le vostre querele.
Non deve apparire che voi subiate una troppo profonda ripercussione
per il modo col quale si agisce nei vostri confronti. Mantenete l'atteggiamento
di persona sicura di ciò che vuole, e che non ha fretta,
precisamente perché si sente sicura di ottenerlo. Potrete, se questo
caso non si verifica, esprimere le vostre constatazioni sugli atti
di cui vi conviene evitare il ritorno, ma enumerate solamente fatti,
non commentateli, non pronunciate giudizi. In questo modo, turberete
profondamente il vostro interlocutore. Ora un turbamento fa. cilita
la persuasione.
Se terrete conto dei
paragrafi 2 e 3, farete uso di un sicuro vantaggio per ottenere la
recettività, per predi. sporre le persone a subire l'ascendente
della vostra parola.
Di qualunque cosa tentiate
convincere qualcuno il meglio è di non
lasciargli vedere il vostro scopo preciso. Mentre manovrate per
determinare una persona ad agire in un senso stabilito, evitate di
farla accorgere dell'importanza che date a ciò che essa, deciderà.
Parlatele in modo da svegliare in essa le disposizioni suscettibili
per condurla a darvi soddisfazione. Indirizzatevi con discernimento
alla sua intellettualità, ai suoi sentimenti, od al suo interesse.
Fate nascere delle impressioni favorevoli al vostro scopo.
Riducetela ad ammettere che ciò che vi piacerebbe ch'essa facesse è
conforme al suo ideale. Soprattutto prendete una via indiretta per
affermarlo: evitate ogni allusione precisa, poichè dovete mas~herare
con cura il vostro giuoco. Una affermazione reiterata per un certo
numero di volte, tenendo conto dei principi sopra enumerati, cioè
badando a non scatenare il sospetto o l'irritazione, è una potenza
alla quale nessuno resiste più di un tempo limitato. Abbiate
perseveranza.
Il cambiamento interno precede quello del
modo di agire. Siate certi che la vostra influenza
verbale ha il suo effetto, ogni volta che' l'impiegate conformemente
alle direttive elencate. D'altronde siamo già persuasi di ciò che
possono ottenere le persone che seguono detto metodo. Il loro
successo non si fa mai attendere troppo a lungo. Nel corso della
vita quotidiana l'applicazione d'uno sguardo coltivato, d'una parola
adatta, d'un controllo perfetto dell'atteggiamento e dei principi
della persuasione, sviluppano la sicurezza e
la padronanza di sè con prodigiosa rapidità.
6. LA PREPARAZIONE PER UN
COLLOQUIO DIFFICILE. - Quando si è acquistata una certa
padronanza nelle circostanze ordinarie della vita, può tuttavia
capitare che si resti più o meno impediti dalla prospettiva d'un
colloquio con terze persone, sia che tal personaggio sembri
difficile ad essere accostato, sia che la natura del
colloquio progettato sembri particolarmente delicata. In simile caso,
ecco un procedimento provato per prepararsi a parlare con calma.
Dopo avere meditato con cura sul soggetto della conversazione,
dell'udienza prossima, compenetrandovi col desiderio di riuscire per
esercitare la migliore impressione possibile, per avere causa vinta,
ed influenzare profondamente la persona cui dovete parlare, cercate
di prevedere quale potrà essere il suo atteggiamento, quali le sue
obiezioni, le sue apostrofi, la sua collera, ecc. ecc. Immaginatevi
di trovarvi già in sua presenza, ed affrontate le difficoltà
previste, apertamente. Parlate ad alta voce, posatamente,
figurandovi di udire le risposte dell'invisibile ascoltatore.
Replicate ispirandovi alle idee che avrete notato nella vostra
memoria durante la meditazione iniziale. Svolgete chiaramente la
tesi che dovrete sostenere, in tono positivo, sicuro, senza
precipitazione od esitazione. Questa specie di « ripetizione »,
specialmente se la replicherete più volte, dissipa il malessere
caratteristico della timidità. Quando giungerà il momento del vero
colloquio, l'impressione temuta non si eserciterà più che in un modo
insignificante; così disporrete di una libertà mentale sufficiente
per agire con efficacia nel senso voluto.
7. L'OSSERVAZIONE DEI.
CARATTERI. - Le manifestazioni esteriori della volontà per mezzo
dello sguardo, della parola e del gesto non toccano in egual modo
tutti gli individui. Per questo occorre esercitarsi a
discernere le generalità del carattere di ognuno, in modo da
adattare in ogni caso i metodi generali già indicati. In un prossimo
lavoro tratteremo specialmente dei segni rivelatori della
personalità. Qui vogliamo soltanto incitare il lettore ad osservare
coloro che egli cerca di influenzare per scoprire i punti
accessibili.
Un abile schermidore al
principio dell' assalto mantiene la difensiva, e lascia svelare
all'avversario la sua tattica ed il suo « gioco ». Solamente dopo
avere analizzato il valore di quest'ultimo, l'astuto combattente
comincia realmente a dar colpi.
Quando si entra in
relazione, quando si comincia un, colloquio, si dà inizio ad una
disputa, si conduce quasi sempre il proprio interlocutore a rivelare
da se stesso ciò che gli importa, le sue direttive, indicazioni
assai preziose, indirizzandogli qualche parola che non ha rapporti
diretti con l'affare in questione, ma in modo da renderlo espansivo.
Mentre egli parla, mettete a punto le suggestioni che vi proponevate
di utilizzare. Ben spesso ascoltando l'« altro », capirete che certi
argomenti che avreste impiegato avrebbero sortito un esito
sfavorevole, e che, invece, altri argomenti ai quali non avete
pensato vi sono stati indicati dall'interlocutore stesso. Avrete
sempre il vantaggio di rendervi conto delle idee generali di ogni
individuo con cui tratterete. Ciascuno si forma sulla vita, la
politica, le questioni professionali, le scienze e le arti, gli
uomini e le questioni del giorno, un'opinione più o meno precisa. La
maggior parte degli uomini si lascian facilmente andare ad esprimere
il pro. prio punto di vista in questo o quel campo. Sapere scatenare
questa tendenza, costituisce una forza della quale bisogna trar
partito. L'opinione di un Tizio, sopra un soggetto qualunque la cui
valutazione non esige conoscenze speciali basta, quasi sempre, a
fornirci preziose indicazioni sulla sua mentalità. Abbiamo visto, a
proposito dell'espansività, che il parlare con animazione impulsiva
diminuisce la riserva di forza nervosa. Condu. cendo a tale spreco
gli altri, mentre voi li ascolterete Con l'apparenza
dell'interessamento, non solamente sarete informati del loro livello
intellettuale, ma anche diminuirete la
resistenza che sono suscettibili di opporre ai vostri mezzi di
persuasione.
8. NON LASCIARSI
SCONCERTARE. - Incontriamo ovunque individui il cui profilo, le
cui maniere, la cui parola sembrano regolate abilmente per « imporsi
». Dietro queste superbe facciate, troviamo alle volte una reale
energia dominatrice, ma più frequentemente queste maschere
impressionanti dissimulano una insigne debolezza.
Se si tratta di un « uomo
forte », mostratevi ardito senza impudenza ed assai risoluto; egli
vi apprezzerà. In caso contrario, non mostrate maggiore esitazione,
e restate impassibile davanti a tutti i procedimenti messi in opera
pe rimpressionarvi. Vedrete il vostro interlocutore perdere terreno,
turbarsi, sconcertato, trovandosi in faccia a qualcuno al quale è
sicuro di non fare effetto. .
Se le intenzioni che
scoprite in una persona sembrano molto differenti od addirittura
contrarie a quelle su cui voi contavate; se questa persona manifesta
qualche elemento imprevisto, che conduce al crollo dei vostri piani
dominatevi, non tradite le vostre impressioni e cercate, senza
perdere tempo, d'ottenere, ad ogni costo, il vostro scopo. Esaminate
due volte l'argomento propostovi quan. do vi sembra decisivo : nove
volte su dieci lo si esagera per farvi cedere.
Di fronte ad una difficoltà,
o ad una resistenza tenace, non lasciatevi troppo facilmente
dominare dal convincimento che dovete cedere: persistete.
Coltivare la calma, la flemma, l'impassibilità esteriore, aiuta
potentemente a resistere alle varie impressioni suscettibili di
piegare i propositi iniziali.
Nelle diverse professioni
come in quella di mediatore, piazzista, ed in generale ogni volta
che si tratta di persuadere terzi, la persistenza vale oro. L'esito
della maggior parte degli affffari si raggiunge soltanto con una
specie di lotta sostenuta contro l'indecisione, il dubbio,
l'inerzia del cliente. Se questi respinge con le sue
repliche il sollecitatore, vuol dire che questi manca di stabilità
mentale. La parte del sollecitatore consiste nel conservare intatta
l'intenzione decisa di far prevalere il proprio punto di vista, e di
condurre l'individuo al quale ci s'indirizza a decidersi nel senso
voluto.
I modi bruschi, la scortesia,
l'apparente indifferenza, non sconcertano neppure per un secondo
colui che ha sviluppata la propria volontà: egli si aspetta simili
ostacoli, ma sa esattamente come risolverli. Pare che si in. chini
sorridendo, parla un istante di cose differenti dalla questione che
l'interessa, e vi torna su abilmente, indirettamente. Egli si adatta
al carattere del proprio interlocutore e, se vi si urta in qualche
punto, si eclissa un momento, per tornare alla carica in un altro
punto. Compenetrandovi bene dell'idea che cercate imporre,
conserverete di fronte agli uomini di minor presa, più arcigni, «
meno trattabili » l'impulso primitivo, la volontà indefettibile per
ottenere soddisfazione. Nel momento di iniziare la conversazione
concentrate le vostre facoltà sull'unico scopo della riuscita.
Qualunque cosa vi sia
opposta, mantenete una apparenza attraente. Più le controproposte
che vi vengono indirizzate sono piene d'impazienza, indifferenza,
incolnprensione, più moderato sia il modo di formulare le prime
parole con le quali risponderete. Quindi, avrete tutto il tempo di
presentare ad ogni battuta un certo numero di considerazioni di
natura tale da scuotere l'atteggiamento del vostro interlocutore.
Nella vita intima, come
negli affari, càpita di frequente il bisogno di usare una
persistenza diplomatica, per trionfare degli stati d'animo che
desideriamo trasformare in quelli che ci stanno attorno.
Secondo i principi
della persuasione, non vi giungiamo nel miglior modo colla
discussione aspra, usando il sarcasmo od accenti imperiosi, ma
fingendo in principio di esaminare con attenzione come per
rettificare il nostro proprio giudizio, le proposte che 'vogliamo
fare. Dopo aver così creata la recettività, si
modificano a poco a poco le disposizioni mentali della persona alla
quale parliamo, esponendo con calma un punto di vista diverso dal
suo, senza dimenticarci di farne notare i vantaggi.
Ma non dovete respingere
nettamente quel che vi si afferma o vi si propone: perchè così
fareste sorgere la caparbietà, l'irritazione, la determinazione
sragionata di resistervi malgrado tutto. Tornando dolcemente più
volte sullo stesso soggetto senza mai lasciar supporre che si abbia
l'intenzione d'imporre alcunchè, farete riflettere i più ostinati e
li deciderete nel senso che desiderate.
9. V~ AMENTO DELLA
PADRONANZA SU SE STESSI. -
La timidità pare una cosa quasi
normale presso gli adolescenti. Essa sparisce assai rapidamente dopo
qualche anno di contatto giornaliero con gli altri. Il carattere s'agguerrisce,
e dopo un certo tempo di « lotta per l'esistenza », il giovanotto,
già timido e goffo, diventa ardito e disinvolto.
Vediamo tuttavia
frequentemente uomini d'età matura competenti nella loro professione,
colti, energici anche, sotto certi punti di vista, incapaci di
reagire contro un sentimento di soggezione che li paralizza appena
si trovano in un ambiente che non è loro familiare. D'altra parte,
la baldanza propria alla più parte di noi, essendo sviluppata
solamente per un certo numero di circostanze che la vita ci ha
creata, diminuisce, più o meno, in casi eccezionali. Ogni sforzo per
dominarci ed agire ad ogni costo ad un dato momento si ha l'impressione
di non osare, aumenta la volontà e l'audacia. Ognuno dovrebbe
segnare il tipo di pratiche che gli è più fastidioso di compiere, la
categoria delle persone presso le quali prova la maggiore soggezione,
gl'incidenti che, se dovessero capitargli, lo
confonderebbero al massimo grado, e dovrebbe farsi come uno «sport »
nell'affrontare ogni genere di questa difficoltà. Esistono d'altronde
vari esercizi adattati per sviluppare unilateralmente la
disinvoltura.
Per esempio, parlare in
pubblico quando se ne presenta l'occasione, la pratica di esperienze
elementari d'ipnotismo su individui qualunque, il trafficare con
persone importanti od anche il sollecitare persone qualsiasi per
affari, per lavori, per studi dottrinari, ecc., ecc., costituiscono
tanti mezzi per raggiungere la disinvoltura.
Quelli che sono padroni delle
istruzioni date nei primi tre capitoli di questo libro e non
riescono a vincere la loro timidezza non debbono scoraggiarsi:
applicando i procedimenti di rieducazione psicologica diretta, uno
specialista qualificato può aiutarli ad acquistare la sicurezza che
loro manca.
Sotto l'effetto di
disposizioni patologiche principalmente ereditarie, molte persone d'ambo
i sessi soffrono d'una pusillanimità realmente morbosa, che con le
lororisorse energetiche non riescono alle volte a scacciare,
malgrado sforzi reiterati.
Anche presso le persone
normali, l'autosuggestione della paura, il timore dello scacco, la
nozione dell'importanza, per esse, ad un dato istante, nel massimo
del loro talento, della loro presenza di spirito, bastano a far
nascere ed a perpetuare vere crisi d'angoscia. Questo accade presso
i cantanti, i musici, gli artisti drammatici: ecco l'esempio più
sorprendente.
I consigli e l'influenza
personale d'un medico competente, d'uno psicologo, d'un
ipnotizzatore sembrano indispensabili nella maggior parte dei casi
precedenti.
Ripetiamo, terminando questo
capitolo, che il menomo tentativo facilita sempre il successivo.
Abbiamo visto
persone tanto timide da agire frequentemente contro il proprio
interesse, perchè incapaci di dire no, rinfran. carsi, e giungere in
qualche settimana (applicando quanto abbiamo detto) ad acquistare
una libettà di parola e d'azione anche per i casi più difficili. |