CAPITOLO VI
LA POTENZA
DIRETTA DELLA VOLONTA
SULL'ORGANISMO ED IL MODO DI ESERCITARLA
I. LA VOLONTÀ MESSA IN
AZIONE DURANTE L'IPNOSI. - Fino a questi ultimi anni soltanto le
fibre dette « striate » erano considerate come direttamente
dipendenti dalla volontà; le fibre dette « lisce » sfuggivano
secondo i fi. siologi a quest'azione.
L'esperienza ipnotica mostrò
fin dal principio che l'idea fissa imposta per suggestione influiva,
contrariamente ai principi precedenti, su qualunque regione del
corpo. Particolarmente stupefacenti furono in questo senso le prove
di vescicazione compiute per mezzo della suggestione ipnotica:
eccone alcune tolte dall'opera « Ipnotismo e suggestione » di quella
grande autorità scientifica che è il dottor Grasset:
« Il dottor Luigi Pregalmini
d'Intra di Piemonte, aven. do addormentato una malata, le propose di
applicarle un vescicante; al posto di questo vescicante mise
soltanto la carta sulla quale aveva scritto la ricetta. La
vescicazione ebbe luogo e la piaga suppurò durante un periodo che
durò da dieci a quindici giorni ».
« Focachon, farmacista a
Charmes, suggerì ad una don. na che soffriva nella regione inguinale
sinistra superiore, che si sarebbe formata una bolla nel punto
dolorante: l'indomani vi era la bolla. Un
altro giorno, siccome essa si lagnava di una nevralgia nella regione
clavicolare destra, la suggestionò in modo simile: : si produssero
numerose bruciature del tutto simili a punte di fuoco ben formate e
che lasciavano delle croste vere ».
« Con Focachon i dottori
Liébault, Bernheim, Liégois e Beaunis rinnovarono l'esperienza e
constatarono che l'epidermide era diveuta spessa e mortificata, di
un colore bianco giallastro, per una superficie da quattro a cinque
centimetri. Questa regione della pelle era circondata da una zona di
rossore intenso con gonfiore, avente circa mezzo centimetro di
larghezza ».
« Bourru e Burot tracciarono
il nome di un paziente addormentato con uno stiletto smussato sui
suoi due avambracci e gli dissero : questa sera alle quattro le li.
nee che io ho tracciato sulle tue braccia sanguineranno: sul lato
paralizzato non si produsse nulla (1); ma sul lato sano i caratteri
comparvero in rilievo rosseggiante e anche qualche goccia di sangue
comparve in più punti ».
« Mabille ha determinato per
mezzo della suggestione una serie di emorragie cutanee, disegnando
nello stesso modo le lettere del proprio nome sopra un braccio, una
coscia, ed una fronte ».
« Alla Salpétrière, Charcot
ed i, suoi allievi, dicono Binet e Féré, hanno prodotto
frequentemente presso gli ipnotizzati delle bruciature per mezzo
della suggestione ».
Tutti gli ipnotizzatori sono
d'accordo nell'affermare che la suggestione diminuisce 'e sopprime
anche totalmente la sensibilità. L'anestesia ipnotica è stata
verificata da molti clinici come Broca, Esquirol, Follin, Estaille,
Eliotson, Charcot, Dumontpallier, Bérillon, per non citare che le
principali autorità.
(1) Si trattava d'un malato di
emiplegia.
Anche nello stato più leggero
d'ipnosi completa, quale noi la descriviamo nel nostro « Metodo
scientifico moderno di magnetismo, ipnotismo e suggestione» si può
ottenere 'per mezzo di una semplice affermazione di
volontà, l'insensibilità cutanea. Siamo perfino giunti a pro.
vocare allo stato di veglia 1' insensibilizzazione di una regione
vasta del corpo.
Molti tentativi coronati da successo furono
compiuti alla facoltà di Nancy, dal dottore Beaunis, per provare
l'influenza della suggestione sul -cuore. I battiti di questo organo,
registrati dallo sfismografo, davano da sei a tredici pulsazioni al
minuto sotto l'effetto di un'affermazione che il rallentamento
ritmico avrebbe avuto luogo.
In un ordine di idee analogo Marès e Hellich,
ci dice Grasset nella sua opera già citata, realizzarono per mezzo
della suggestione degli abbassamenti di temperatura che
raggiungevano i 34° 5.
Per mezzo di quale procedimento avvengono
simili fenomeni? Certamente attraverso la via
vaso-motrice: l'idea imposta dalla suggestione reagisce sul sistema
nervoso e la sua azione si estende fino alle ramificazioni di
quest'ultimo, intorno ai piccoli vasi dell'apparato circolatorio.
Ognuno sa che certe emozioni provocano un arrossimento della faccia,
mentre altre determinano un pallore momentaneo. I timidi che entrano
in un ambiente che li urta, provano immediatamente una impressione
che ha per effetto la contrazione delle fibrille vaso. motrici del
volto e che spinge un flusso di sangue visibile, attraverso l'epidermide.
La paura agisce nel modo
contrario: causa un rilassamento delle fibrille in questione, quindi
un riflusso di sangue. La clinica ipnotica
ha potuto comporre grossi annali, leggendo i quali, ognuno può
convincersi come l'idea suggerita, ripetuta,
mantenuta lungamente nel campo della coscienza, eserciti una
modificazione curativa non solo secondo quanto si pensa comunemente
nelle malattie nervose, ma anche nelle malattie puramente organiche.
Turbamenti funzionali dello stomaco, dell'intestino, del cuore ed
anche dei polmoni, del rene o del fegato, tumori, corpi fibrosi,
tutti i casi patologici sono stati sottomessi al trattamento della
suggestione. La quantità dei risultati positivi ottenuti consente di
dare per acquisita questa verità: il pensiero
agisce sull'organismo.
L'ipnosi sembra uno stato
anormale nel quale, i fenomeni psichici pare si arroghino
un'autorità eccezionale sui fenomeni fisici. Ma vedremo che, se nel
sonno provocato si ebbero manifestazioni particolarmente evidenti
della legge d'influenza del morale sul fisico, questa medesima legge,
appare talora con la medesima nettezza, allo stato di veglia.
2. 'Gi.I EFFETTI PROFONDI
DELL' IDEA AI LO STATO DI VEGLIA. - Potremmo citare esempi
meravigliosi attingendo nella psicologia embriologica fra i casi
dove l'emozione, l'idea, lo stato d'animo della madre hanno avuto
sul bambino una ripercussione precisa. Preferiamo però limitarci a
fatti d'autosuggestione compiuti dal cervello dell'individuo su se
stesso. La guerra ha divulgato la conoscenza della specie di
dissociazione momentanea che ha la coscienza del combattente colla
propria sensibilità fisica. Rapito dall'ardore della battaglia, l'infelice,
colpito anche gravemente, in modo che nella vita ordinaria avrebbe
immediatamente provato violenti dolori, s'accorge spesso delle sue
ferite solo alla vista del sangue che scorre. Ci è stato riferito il
caso di un uomo che dopo avere « incassato » diciassette proiettili,
seguitò a combattere fino alla fine dell'attacco; quindi disse di
sentire « una. specie di malessere » per cui fu condotto
all'ambulanza. Portato da là in un. ospedale, vi morì
qualche ora dopo senza essersi lagnato in modo
notevole. Ecco un altro esempio più caratteristico
« Una giovane madre è intenta a mettere in
ordine in un armadio delle porcellane, di cui ha le
mani piene; « il suo bambinello giuoca in terra, all'estremità della
« camera, presso il focolare spento. A forza di toccare « il
meccanismo del camino, egli stacca la catena da fuo« co e la cortina
del camino sta per cadere sul suo pie« colo collo che si trova in
ginocchio nella posizione del « ghigliottinato, la cortina
funzionando da lama. Nel mo« mento precedente la caduta della
cortina metallica, la « madre si volta di scatto; intravede il
pericolo che mi« naccia il figliolo: sotto l'influenza
dell'impressione, se« condo l'espressione consacrata, essa 'prova un
arresto « di sangue'. Siccome questa donna è impressionabile e «
nervosa, si forma, istantaneamente, un cerchio erite « matoso
ed in rilievo intorno al collo, nel punto stesso « dove il bambino
stava per essere colpito. Questa im « pronta dermografica di primo
grado durò abbastanza « intensamente e per tempo sufficiente, in
modo che un « medico venuto qualche ora dopo potè vederla ». (Citato
da Duchatel e Warcollier nella loro opera: « I miracoli della
volontà ».
Abbiamo osservato nella Scuola pratica di
magnetismo, nel 1915, un caso in cui l'azione si mostra estremamente
rapida. Il « soggetto », che seguiva i corsi della Scuola, e
particolarmente il corso d'anatomia, provava una sensazione di
turbamento di ogni regione descritta dal professore.
Nel corso di patologia l'ascoltare
la descrizione di questi o quei sintomi causava al signor C...
malesseri esattamente corrispondenti a ciascuno di essi. La
descrizione di un'operazione chirurgica gli provocava insopportabili.
dolori nella stessa regione, dove interveniva l'operazione
chirurgica di cui si parlava dinanzi a lui.
Ci si dirà che si tratta
d'anomalie, e che un individuo sano non presenta simili fenomeni.
Sono precisamente questi casi eccezionali che mettono in luce. la
legge di reazione dell' « Io » pensante sul resto dell'organismo,
legge che rimane costante per tutti, con questa differenza, che
presso alcuni occorre una più grande quantità d'attività psichica
che per altri, per operare una ripercussione fisica precisa. Si ha
così l'indice di un potere latente in ciascuno di noi e che bisogna
sviluppare, se lo si vuole esercitare volontariamente e potentemente.
Alcune sètte orientali che si sono' dedicate a questo genere di
cultura (Dervisci, Fachiri, Yoghis) hanno spinto fino a limiti
estremamente estesi il potere su se stessi. Essi affrontano il fuoco
senza bruciarsi, si trafiggono le carni, senza manifestare alcun
dolore, si producono piaghe che cicatrizzano istantaneamente,
sospendono ogni movimento interno del loro organismo, poi si fanno
seppellire per più settimane; trascorso il termine stabilito,
tornano spontaneamente alla vita. Abbondano relazioni di scene di
questo genere negli scritti di notabilità inglesi che hanno percorso
ed osservato l'India.
In Africa si trovano ancora
certi fanatici che hanno acquistato con lungo allenamento il potere
di provocare su se stessi fenomeni del tutto analoghi a quelli di
cui
l'India ci ha dato
testimonianza : ecco a proposito, alcuni passaggi riportati dai
signori Duchatel e Warcollier nella loro opera già citata, secondo «
La nuova parola » (li Roma, tradotta da M. C. de Vesme, il direttore
degli « Annali di scienze psichiche »
«11 signor Penne
domandò al marabutto se conosceva « qualche segrèto fisico o
fisiologico, per esempio se a« vrebbe potuto resistere alla prova
del fuoco. Il maya« butto gli rispose di sì. Mise
sùbito la mano sulla fiam= « ma di una candela che ardeva sulla
tavola, ve la man« tenne più minuti e la ritrasse con la pelle
affumicata, « senza scottature e senza averne
apparentemente sof« ferto. Il signor Bastianini, che era presente,
per assi« curarsi se la fiamma bruciava effettivamente, pensò di «
farne la prova, imitando il marabutto, ma non potè « mantenere la
mano sulla fiamma che durante due o « tre secondi soltanto,
ritraendola sùbito, sentendosi scot« tare. L'indomani disse al
signor. Penne che la mano gli « faceva ancora male, la palma era
ancora un po' gon« fia.
« Il secondo sceicco si alzò;
preso un pugnale se ne « introdusse la punta nella bocca trafiggendo
la sua « guancia sinistra in modo da farne uscire la punta al« l'esterno
: non stillò una goccia di sangue! Il mara« butto non manifestò
nessun segno di sofferenza, non « solo; ma si introdusse
successivamente quattro pugnali, «uno nella guancia destra, uno
nella gola e due nelle « braccia. Ad un nostro ordine estrasse i due
pugnali « dalla bocca, quindi quello della gola, e gli altri due «
dalle braccia, anche adesso senza una goccia di san« gue e senza la
minima traccia di ferita. Soltanto sul « braccio si vedevano due
piccoli segni come di ecchi« mosi. Quindi si ritirò in fondo alla
stanza, si scoprì il «ventre, prese la sciabola e se la passò da una
parte «all'altra della bocca, poi dicendo parole incomprensi« bili e
saltando cominciò a darsi forti colpi di sciabola « nel ventre.
Avendogli domandato di darsi colpi di ta« glio e di fare scorrere su
e giù la sciabola appoggian« do la lama sulla carne, egli ubbidì.
Avendogli ordinato « di cessare, esaminammo la lama che era, come
prima, « molto tagliente. Sul ventre del marabutto non tro« vammo
alcun taglio, ma solamente delle striscie leg« germente rosse, anche
queste simili ad ecchimosi, o « meglio al segno lasciato da uno
stretto legaccio, un « sottile spago per esempio ».
Il medium Home a Londra nel 1870 mostrò in una
seduta alla quale assisteva Sir Russel Wallace, come
egli potesse maneggiare lungamente carboni ardenti senza provare il
minimo dolore o la minima traccia di scottatura.
3. QUEL CHE PUÒ L'IDEA
RIFLESSA UN ESEMPIO. -- In tutto ciò che
precede ci sentiamo nel campo dell' « extra naturale » ed il lettore
potrebbe domandarsi di quale utilità può essere per un individuo,
come lui, normale e sprovvisto del tempo necessario per un lungo
allenamento, il potere diretto della volontà sull'organismo.
Vogliamo mostrargli che l'occidentale moderno vivente la vita comune
e che possiede abbastanza conoscenza dei dati dello psichismo,
sopratutto se ha cominciato a coltivare la propria volontà con i
metodi che abbiamo descritto nei quattro primi capitoli di questo
libro, può esercitare sopra i propri organi un' assai profonda in.
fluenza.
L'autosuggestione che
ricorderemo fu, è vero, ottenuta da un uomo illustre nel mondo delle
scienze psichiche, ma il suo caso assolutamente disperato presentava
una difficoltà inaudita che sembrava ben proporzionata alle risorse
energetiche dell'eminente praticante in questione: il professore
Ettore Durville. Questi, colpito da una grave forma di uremia nel
1913, fu prostrato da una pleurite purulenta, epifenomeno della sua
malattia renale. Vari medici diagnosticarono il male e lo
dichiararono incurabile.
« Tossendo continuamente »,
scrive Durville nella sua Terapeutica psichica, « sputavo alle volte
un litro di pus « al giorno, sangue e materie purulente, e come
tutti « quelli che lo attorniavano, aspettavo assolutamente l'i«
stante fatale ».
Anche noi, che in quell'epoca
eravamo in contatto giornaliero col malato e che avevamo imparato ad
avere la più grande fiducia nella sua forza magnetica, deploravamo
già di vederlo prematuramente strappato alla scienza,
all'ammirazione dei suoi collaboratori, all'affetto della famiglia.
Contro ogni aspettativa, egli non morì; e, dopo qualche settimana,
ci annunciò che aveva deciso di incominciare la propria cura e che
era assolutamente sicuro di guarire. Poco espansivo, non parlò dei
procedimenti esatti che intendeva usare. Li descrisse solamente più
tardi nel suo opuscolo già citato, da cui togliamo queste righe:
« Il pensiero era sempre
esclusivamente orientato ver« so la guarigione... con la più grande
sicurezza nel risul. « tato che aspettavo, praticavo la respirazione
profonda « nella misura del possibile. Applicando le mani sul «
polmone sinistro durante l'ispirazione,. mi dicevo men« talmente o
sotto voce: chiamo al mio soccorso le forze « della natura
necessarie alla guarigione. Trattenendo il respiro: assorbo le
forze curative per sommarle alle « mie. Durante l'espirazione:
espello il gas ed i prodotti « della denutrizione. Questa triplice
operazione, sovente « ripetuta talora durante un'ora, sia di giorno
che di «notte, mi conferiva forze fisiche e morali molto note« voli
che erano utilizzate dall'organismo, ed un miglio. « ramento
sensibile ne era sempre la conseguenza.
« Variavo questo assorbimento
autosuggestivo in più « modi, alle volte, colle due mani applicate
sul polmone « malato mi dicevo: 'assorbo le forze della natura per «
guarire il polmone: fisso queste forze nell'organo « che le
utilizzerà - espello i prodotti della denutri. « zinne'.
« In modo analogo agivo sulle
reni, sul cuore, sullo « stomaco, e su ogni altro organo che aveva
bisogno ur« gente di cura. Cercavo anche d'equilibrare gli organi
« l'uno con l'altro ».
Il malato, con grande
stupefazione di coloro che furono testimoni della grave crisi
iniziale, si ristabilì vi- sibilmente ed i medici lo
considerarono come « un fenomeno unico nel suo genere ».
Più tardi, per ultimare la
cura, ei si dette all'azione psichica, precisamente limitata alla
funzione renale.
« Applicando, dice egli, la
palma della mano sinistra « sulla faccia posteriore del rene
sinistro, che era il più « malato e la palma della destra sulla
faccia anteriore, « mi rappresentavo l'organo nel miglior modo
possibile, « dirigevo prima il mio pensiero dall'esterno all'interno
« per penetrarlo e saturarlo completamente. Dopo qual. « che istante,
sempre col pensiero nettamente definito, « mi dicevo mentalmente o
sotto voce: dall'ilo (parte « concava), io penetro nell'interno per
mezzo dell'arteria, « seguendo le sue divisioni e suddivisioni fino
alle pie. « cole arterie e torno attraverso le piccole vene, le sud
« divisioni e le divisioni della vena renale.
Compiuto que« sto percorso, rientrano nel nervo che accompagna l'ara
« teria fino alle piccole arterie, dicendomi: ' Penetro at« traverso
la parte sensibile del nervo` e seguo le sue « divisioni e
suddivisioni fino alle loro estremità e ritor. « no dalla
parte motrice dei nervi. Dall'ilo penetro nel «bacinetto che riempio,
mi concentro più volte come « per frizionarne i calici.
Di là, attraverso i canalicoli « orinari, penetro in
*una piramide di Malpighi, imma« ginando che l'azione che io
esercito si comunichi a tutti « gli altri' ».
Questa pratica ripetuta
durante più mesi quotidianamente condusse alla guarigione completa
del malato che oggi gode di tanta salute e forza quanta mai prima;
le sue facoltà psichiche si sono accresciute a causa del
soprasviluppo che ha imposto loro lo sforzo al quale furono
costrette dalla malattia.
Le conoscenze
anatomo-fisiologiche necessarie per autotrattarsi in questo modo, in
un caso così grave, possono essere acquisite da ognuno, ma
quand'anche si possedesse solo qualche
nozione molto elementare, tratta da una monografia succinta, ciò
basterebbe per tentare efficacemente su se stessi l'azione
automedicatrice del pensiero.
4. L'AZIONE CURATRICE
DELL'IDEA È STATA UTILIZZATA IN OGNI
TEMPO. - In Caldea, in Persia, in Egitto, presso i Greci ed i
Romani, si trova nella storia dell'arte medica di quei tempi
ricordata una serie di pratiche per fare agire l'immaginazione dei
malati allo scopo di determinarne la guarigione. Strabone, Dìodoro
di Sicilia, Pausa. nia, Prospero Alpini hanno notato le invocazioni
con le quali gli Egiziani imploravano Iside od Anubi per il sollievo
dai loro mali, ed attestano i buoni effetti che ottenevano. La
medicina nei Tempii assai in voga in Grecia e a Roma godeva di una
fiducia universale. Dopo aver lungamente supplicato gli Dei
protettori del luogo di liberarli dalle loro sofferenze, i pazienti,
ci racconta il cronista, si addormentavano: ed un certo numero di
essi si svegliava completamente guarito.
Dai popoli primitivi la
terapeutica misteriosa si perpetuò. Nel Medio-Evo essa è.stata
mantenuta dagli stregoni e adesso ancora in certe contrade ha i suoi
praticanti ed i suoi seguaci. Bisogna forse meravigliarsene? La fede
guarisce, ha detto Charcot. Orbene, la fede crea l'idea fissa, la
concentrazione mentale involontaria ed ogni virtù delle ricette del
Dragone rosso, come quelle delle preghiere indirizzate ad ogni,
altra divinità, non sono altro che lo sforzo della volontà teso
verso l'idea della guarigione.
A Boston esiste una potente
associazione che si chiama « Scienza cristiana ». Imbevuti d'una
cosmogonia a sentenza buddistica, che non dobbiamo esaminare qui,
gli aderenti a questa sètta, riuniti in cerimonie ispirate dai loro
concetti metafisici, rivolgono a Dio una preghiera affinchè la
malattia, che secondo essi_ non è altro che uno squilibrio, una
inarmonia, sparisca, come scrive Dur-ville nella sua «Terapeutica
psichica », come l'ombra da una camera nella quale si lasci
penetrare la luce, aperti gli scuri. Questi settari operano numerose
cure tra cui figurano, in proporzione imponente, casi disperati per
ogni altra cura medica.
Tutte le religioni hanno i
propri luoghi di pellegrinaggio dove, come nei Tempii dell'antichità,
un essere invisibile, venerato, è invocato ardentemente. Il più
celebre Tempio in Francia, Lourdes, è organizzato con lusso teatrale,
che agisce sull'immaginazione dei malati e tanto più potentemente
quanto più sono fanatici o primitivi. La disposizione del loro
sistema nervoso sembra aver la sua importanza, perchè noli sono
sempre i più pii i beneficiati che godono del ritorno alla salute.
Se l'immaginazione usata
passivamente reagisce negli stati patologici, come dubitare che
questa medesima facoltà coscientemente diretta, orientata dalla
certezza sperimentale rimpiazzante la fede cieca, abbia un
considerevole potere sull'organismo? Perchè in ultima analisi appare
evidente che la determinante diretta degli effetti considerati è l'immagine
mentale « dello stato di salute » imposta dall'influenza esteriore o
concepita deliberatamente. Vedremo come trarre da quanto abbiamo
detto un metodo pratico d'autosuggestione curativa.
5. APPLICAZIONNI INDIVIDUALI.
- La concentrazione mentale non implica come
potremmo aspettarci una tensione nervosa affaticante: anzi, questa è
la nostra tesi, la calma è la prima condizione che bisogna
realizzare per autoinfluenzarci.
Si tratti di una malattia o
di un turbamento più o meno grave, non importa, stendetevi,
rilassate i vostri muscoli ed immaginatevi ciò che provereste quando
in perfetta salute, non sentiste altro che il benessere; pensate
allo stato di calma, rappresentatevi questo stato dicendovi
tranquillamente che non- tarderete a farlo comparire in voi. Durante
una decina di minuti cercate di non muovervi: l'immobilità per se
stessa ha un effetto salutare ed apporta l'inerzia della impulsività
intellettuale. Dopo esserci sforzati di star senza movimento per un
quarto d'ora, non proviamo più il desiderio di muoverci. La
rappresentazione immaginaria del benessere attenua a poco a poco il
dolore, il malessere, e tende a regolarizzare lo stato febbrile. Se
non avete le cognizioni fisiologiche necessarie per rendervi
esattamente conto di ciò che avviene nel vostro organismo, per
rappresentarvi gli organi, contentatevi di pensare ad un
miglioramento leggero ma apprezzabile. Ripetetevi senza posa questa
finzione, non solamente con una formula verbale o mentale come: «
non tarderò a sentirmi meglio », ma ancora e sopratutto
immaginandovi ciò che voi desiderate provare: diminuzione del dolore,
torpore generale piacevole, sonnolenza, sonno completo, ecc. La
difficoltà dell'autosuggestione curativa sta nella resistenza
opposta dell'afflusso di idee relative al male di cui si soffre, ai
suoi inconvenienti, al lavoro ritardato, all'impossibilità di
seguire un tal progetto, all'inquietudine che causa, ecc. In questo
caso dobbiamo ricorrere alla ragione, e considerare che il mezzo più
sicuro per abbreviare la durata del tempo reso inutilizzabile, sta
nel dissociare il più completamente possibile da ogni altra nozione,
il desiderio di ristabilirsi che, orientando le forze interne,
facilita e accelera il ritorno allo stato normale.
Non, occorre dire che l'osservanza
dell'igiene rimane indispensabile, altrimenti l'azione psichica che
si esercita su se stessi incontrerebbe un elemento antagonista. La
certezza d'esser posto nelle migliori condizioni volute per
determinare un sollievo è intrinsicamente medicatrice: quasi tutti i
malati provano un leggero miglioramento, alle volte un grande
miglioramento, appena hanno ricevuto il conforto d'una buona parola
da parte del loro medico. Quando avranno udito quest'ultimo dirloro
« siete affetto da tale o tal'altro malassere; ecco i rimedi
necessari che non tarderanno a farvi del bene; vi rimetterete assai
rapidamente » o qualche cosa d'analogo, si produce un rilassamento
del loro stato d'ansia. L'energia che disperdevano attendendo
angosciosamente il medico, resta allora in
loro stessi. Se ne trovano immediatamente rinvigoriti.
Dirigendo il proprio pensiero al luogo dell'organo
malato, si può con vantaggio far uso della respirazione e
dell'assorbimento dell'energia. Calmi, senza fretta, senza timore,
aspiriamo lentamente l'aria immaginando di introdurre con essa in
noi anche le forze sparse nell'atmosfera. Conserviamo l'aria
inspirata per brevi istanti, pensando che fissiamo l'energia che
essa conteneva. Poi scacciamola dai polmoni, dicendoci in tal
momento che espelliamo solo il gas ed i prodotti della digestione,
ma che conserviamo gli elementi dinamizzanti assorbiti. Appena gli
sforzi ci Mancano, sospendiamoli per darci all'isolamento; poi
ricominciamo ad orientare la nostra attività psichica verso la
regione malata, mantenendoci nell'idea ch'essa presto ricupererà lo
stato normale.
Durville raccomanda di
parlare ai propri organi come a servitori familiari, di dar loro
dolcemente e con persistenza l'ordine di funzionare convenientemente.
« Più vol« te al giorno, sopratutto..la sera nel letto prima di ad«
dormentarvi e durante la notte, durante i momenti di « insonnia,
isolatevi per non pensare a niente. Rilassate « i vostri muscoli, ed
in questo stato di calma appa« rente parlate alle vostre cellule, ai
vostri organi, al « vostro organismo in genere per calmarlo od
eccitarlo secondo i bisogni, e sarete completamente meravigliati «
di vedere ch'essi ubbidiscono, s'eccitano o si calmano « secondo il
vostro desiderio. Per questo rivolgetevi a « loro come quando
parlate ad una persona familiare. « Se volete guarire questa persona
o i suoi organi coll'azione del pensiero --
con tale azione si produce una « sorta di induzione che agisce
immediatamente ».
Nelle malattie acute, quando
la prima crisi è seguita da una depressione persistente o da na
semi-incoscienza, manchiamo delle risorse energetiche necessarie per
autosuggestionarci; possiamo tuttavia cercare di scacciare i
pensieri di scoraggiamento, di tristezza, d'ansia, di paura, per
sostituirvi le idee contrarie.
Come abbiamo detto prima, un
certo allenamento preliminare della volontà facilita l'influenza del
morale sul fisico in caso di malattia. Aggiungiamo che, appena lo
sviluppo psichico ha raggiunto un certo grado, si produce una sorta
di dissociazione dell' « Io » con le impressioni e le sensazioni che
gli giungono.
Un po' come spettatori,
assistiamo a quel che avviene nel 'nostro organismo senza prendervi
completamente parte. L' « Io »,. sotto l'azione della malattia,
sembra un re immobilizzato dai servitori, che tuttavia mantiene su
questi abbastanza ascendente per forzarli sùbito a lasciarlo libero.
Nelle malattie croniche di. lunga durata, pause più o meno
prolungate dànno al paziente il tempo necessario per studiare il
proprio caso in un trattato di patologia, per ben comprenderlo o per
autotrattarlo con la più grande precisione per mezzo di
rappresentazioni mentali ben nette. L'esempio da noi citato mostra
quel che ci si deve attendere da questo metodo. D'altronde, anche
vacillante, lo sforzo del pensiero o almeno della volontà per
orientare il proprio pensiero verso l'idea di sollievo o di
guarigione, determina sempre risultati sufficienti per cui possiamo
aver fede nella terapia autosuggestiva. |