IPNOTISMO E SUGGESTIONE

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La suggestione ipnotica

Regressione della memoria. - Suggestioni post-ipnotiche. - Suggestioni allo stato di veglia.

Data la natura dei fenomeni ipnotici è interessante stabilire fino a qual punto siano influenzate le facoltà intellettuali e fisiche del soggetto.

Innanzitutto è fuori dubbio che la forza muscolare può subire un notevole aumento, ciò che è dimostrato dalla catalessi e in particolare dal ponte catalettico che richiede una forza muscolare rilevante e quasi sempre superiore a quella di cui dispone l'individuo nello stato normale.

Tròmmer ha dimostrato che la sensibilità allo stimolo della luce viene presso a poco centuplicata nel sonno ipnotico. Tutti i sensi, il tatto, l'udito sono notevolmente acuiti.

Per quanto riguarda le facoltà intellettuali si può sostenere che di regola non subiscono un aumento e che il soggetto di solito non presenta delle cognizioni che non abbia anche in istato di veglia. Abbiamo dello che ciò avviene di regola. Vedremo poi che vi sono anche delle eccezioni.

Un fenomeno importante che si riscontra nell'ipnosi è l'aumento della memoria. Et tacile far ricordare al soggetto cose che ha da lungo tempo dimenticate. Questo effetto può essere ancora aumentato lino a far rivivere il passato.

Il più importante studio sull'argomento è sialo fatto dal colonnello De Rochas, amministra lore del Politecnico di Parigi. Nelle esperienze ipnotiche in cui si comanda al soggetto di ritornare, ad esempio, al tempo della sua infanzia, egli recita una parte, che è la riproduzione di una scena della sua vita. Dopo una prima esperienza il De Rochas applicò questo suo mezzo di indagine a numerosi soggetti con risultati interessantissimi. Le indagini in questo senso furono continuate da altri ricercatori, fra cui citeremo il Bouvier, il Denin, il Flournoy dell'Universtià di Ginevra, e in Italia lo Zingaropoli e il Trespioli.

In queste regressioni della memoria i soggetti vengono ricondotti ad un'età anteriore, ma in tutti l'atteggiamento è identico ; all'età di due anni ragionano come un bambino, all'età di sei mesi non possono parlare e assumono un atteggiamento di neonati; facendoli ancora regredire all'epoca prima della nascita prendono la posizione del feto nel grembo materno.

Ma queste regressioni venivano fatte principalmente per un altro scopo : cioè per indagare sulle vite anteriori del soggetto e dimostrare così il fenomeno della rinascita. Il soggetto viene fatto regredire oltre la sua vita attuale ad epoche ancora precedenti ed allora assume l'atteggiamento di un vecchio, parla eventualmente lingue straniere, e presenta delle qualità e delle abitudini del tutto diverse da quelle che ha in istato normale di veglia.

Noi tuttavia non ci occuperemo di questi fenomeni che appartengono ad un altro campo, il quale esige una trattazione separata, ma esamineremo qualche caso, fra i più interessanti, seguendo le esperienze fino alla prima età del soggetto.

In uno dei casi narrato dal De Rochas egli ipnotizzò una ragazza la quale retrocessa all'età di 10 anni diceva di essere a Marsiglia ; a otto anni era a Berutti e riviveva ivi una scena alla presenza del padre di lei e di altre persone conoscenti di quell'epoca, conosceva il turco e si comportava come una ragazzina di otto anni. Così continuando la regressione si giunse alla prima infanzia e a due anni dice di trovarsi a Cuges; l'esperienza continua fino alla nascita ed oltre. Ma a noi non interessa quello che succede oltre la nascita perché ciò porterebbe a delle discussioni su un argomento che esula dal nostro breve studio.

L'importante è che tutte le circostanze affermate dalla ragazza sono state controllate e si sono dimostrate corrispondenti alla verità, mentre nello stato di veglia gran parte delle circostanze erano dimenticate; così dopo cessato lo stato ipnotico il soggetto nulla ricordava di ciò che aveva detto nell'ipnosi.

Trascriviamo ancora un altro caso tipico esposto nell'ultimo lavoro del Trespioli, che riguarda una ragazza del contado reggiano di nome Olga B.

Il primo esperimento con questo soggetto è stato fatto il 12 gennaio 1930. Così è riferito dal Trespioli :

« Fatta sedere sopra una poltrona, abbassata la luce, all'ordine di dormire, Olga chiude gli occhi, e per lunghe ore non li riaprirà.

D'un tratto la dormente scoppia in una risata (piando l'esperimentatore le dice:

— Olga, hai 18 anni!

Ride di gusto rivivendo l'età spensierata; dondola la testa, e poi canta parecchie canzoni della sua fanciullezza (mentre ignora, ora che ha 18 anni, quelle apprese a Milano e che, da sveglia, a 21 anni, conosce benissimo). Canta senz'arte, col tono Consuelo dei contadini.

Poi smette e sbuffa e si fa vento con le mani:

— Che pula !...

Soffoca per la "pula" del frumento battuto; evidentemente ella rivive il giorno della trebbiatura.

— Hai ili unni !

Olga si alza, e zufolando va qua e là per la sala, schivando benissimo (le palpebre sono chiuse) i mobili e le persone, e si china a terra qua e là raccogliendo qualche cosa (le castagne) di cui, con gesti esattissimi, dimostra riempire il grembiule, e man mano che l'ha pieno, va in un angolo, dove ella sola vede esservi un cesto nel quale versa il raccolto. D'un tratto dà un grido: si è punto un dito con uno spino e tenta, con l'altra mano, coi denti, di levarselo; tutte le smorfiette provano che il dito le duole assai.

— Hai 6 anni !

Corre a sedere, e si dibatte, e preme le mani alla gola, come le dolesse.

— Mamma, cme'm fa mal! (in dialetto: come mi fa male).

Pareva soffrisse davvero a mandare giù la saliva, a dire poche parole; e per toglierla dalla pena (abbiamo poi saputo che a 6 anni aveva sofferto male di gola) la richiamiamo ai 5 anni.

Anche a 5 anni la povera Olga era stata sofferente,

come abbiamo appreso; croste noiosissime per lunghi mesi le avevano dato molta noia.

La cinquenne siede per terra, come fanno i bimbi ; pare giocherelli coi sassi o la sabbia, ma le mani corrono alla testa, le dita si tuffano nei capelli e si gratta.

— Marna, lavam cul savon! (Lavami col sapone).

— Non hai che 2 anni; va' a 2 anni! Mutamento, come sempre, istantaneo, dondola la testa, mette in bocca un dito che succhia, come una bimbetta.

Altra retrocessione: al giorno, al momento della nascita.

Olga, che era sempre per terra, lentamente si raggomitola su sé stessa; la bocca presso i ginocchi! spinge in avanti la testa, con sforzo, come tentasse di uscire dal buco della vita uterina; stringe a sé le braccia e stringe i pugni; sospinge testa e torace; riesce nello sforzo, ed emette vagiti, del tono preciso dei vagiti per i quali il neonato saluta il suo primo inizio alla vita ».

Abbiamo riportato integralmente questa descrizione perché riproduce in modo mollo evidente lo svolgimento dell'esperimento e serve a dare un'idea del fenomeno della regressione nel tempo.

Tutti i fenomeni che abbiamo considerato finora si svolgono durante lo stato dell'ipnosi ; vi sono però dei fenomeni che si manifestano anche dopo cessato il sonno ipnotico quando il soggetto si trova in stato di veglia. Sono •queste le manifestazioni post-ipnotiche, le quali dimostrano quali effetti profondi la suggestione ipnotica possa produrre sulla psiche del soggetto.

L'ipnotizzatore ordina al soggetto di compiere un'azione determinata, in un dato momento dopo cessata l'ipnosi e il soggetto la esegue quasi sempre anche se talvolta l'atto stesso contrasta con la sua volontà.

Ad esempio l'operatore può ordinare al soggetto di recarsi dopo svegliato nella stanza vicina, di aprire un armadio, di togliere un fazzoletto, che dovrà consegnare ad una determinata persona. Nello stesso tempo l'operatore può ordinare al soggetto di non ricordarsi che ha avuto l'incarico di eseguire l'atto in questione. Appena svegliato il soggetto si sentirà dapprima imbarazzato, segno evidente di una lotta interna contro l'imposizione. Ma ben presto eseguirà completamente l'incarico avuto. Se gli domandate come mai abbia compiuto un atto così strano, vi risponderà che gli è venuta improvvisamente l'idea. E se gli direte che l'atto gli è stato ordinato durante l'ipnosi, non locrederà.

È possibile suggerire al soggetto delle azioni da eseguire anche parecchio tempo dopo cessala l'ipnosi, perfino alla disianza di parecchi giorni. È condizione essenziale, naturalmente, che L'ipnotizzatore domini completamente la volontà dell'ipnotizzato durante il sonno. È evidente che questi fenomeni possono dar luogo facilmente a degli abusi, ma possono anche essere utilizzali per scopi benefici, come ad esempio per far cessare delle abitudini nocive al soggetto, e possono servire per curare efficacemente l'alcoolismo, la cocainomania, ecc.

Anche le percezioni e i sentimenti del soggetto si possono così influenzare dopo l'ipnosi, e si possono suggerire delle allucinazioni che si verificano nel tempo stabilito dall'ipnotizzatore. Si possono infine anche suggerire dei giudizi errati, che l'ipnotizzato sosterrà con tutta energia e con tutti gli argomenti possibili, e si può influire sulla memoria nello stato di veglia facendo scomparire completamente dei ricordi. In qualche esperienza si è riusciti perfino a far scordare al soggetto il proprio nome.

L'effetto di queste suggestioni post-ipnotiche si può in casi favorevoli estendere anche alla distanza di mesi in un tempo determinato dall'esperimentatore.

Quest esperimenti riescono più facilmente quando il soggetto è stato già ripetutamente ipnotizzato e immerso nel sonno profondo. Soltanto in casi eccezionali nella lotta fra la volontà del soggetto e la volontà imposta riesce avincere la prima e l'atto non viene eseguito.

Abbiamo fatto notare che normalmente le facoltà intellettualidell'ipnotizzato non sono alterate dal sonno ipnotico, ma che i sensi vengono di solito acuiti, ira cui principalemente la vista. Ora va registrato un altro fenomeno che ha sollevato a su tempo molte discussioni, e ha datoluogo a diverse interpretazioni. È infatti indiscusso cioè che allo stato di ipnosiil soggetto è dotato di una facoltà che manca lo stato di veglia cioè di una specie di chiaroveggenza -che gli consente di vedere l'interno del proprio organismo, di conoscere la natura di un male che lo affligge e di essere in grado di indicare i rimedi.

Riportiamo a titolo di esempio un caso che ci viene descritto dal Puysegur.

«Una giovane donna di 25 anni circa certa Francoise Deschamps,ebbeun parlo cattivo essendosi sgravata di un bambino morto. Da quell'epoca non era più stata bene, cio chela faceva soffrire più di tutto e le toglieva il riposo erano sopra tutto i dolori a tutte le membra e porticolarmente ai seni. Immersa nel sonno ipnotico, alla domanda se vedesse il suo male rispose. -Si signore, e solo il latte la causa di tutti i miei udori.

Non siete forse stata lesa nel vostro ultimo parto?

- No- ho partorito molto bene, e sono obbligatissima a Madama Fuerce.È il latte che mi rende malata.

- Sapete quale mezzo si deve impiegare per guarirvi?

- Toccarmi come fate voi e dopo domani una medicina.

- Perché non. vi siete lasciata ipnotizzare ieri?

— Soffrivo troppo, era impossibile. Mi avreste arrestata la respirazione se aveste continuato.

— Sarete malata ancora per molto tempo?

— Tre giorni.

— Quando prenderete la medicina?

— Dopodomani.

— Potete prescriverla voi stessa?

— Sì. Sette grammi di follicoli, due grammi di sale di glauber (è per il latte, aggiunse) e quattordici grammi di manna (per addolcire, disse).

Passò un'ora e mezzo nello sialo ipnotico, e dopo presa al giorno stabilito la medicina guarì completamente».

Lo stesso autore ci descrive un altro caso interessante.

« Certo Aubry col quale si era incontrato portava i segni evidenti della sofferenza; aveva gli occhi infossati, e la cera pallida. Alla domanda se si sentisse male rispose che alcuni giorni prima portando una scala pesante si era battuto i reni contro il muro. Da allora provava dei forti dolori e qualche volta forte mal di capo e male agli occhi ; disse che ha avuto la febbre già due o tre volte fra cui anche l'ultima notte, tanto da non poter prender sonno.

Dopo esser stato sottoposto ad un trattamento di suggestione l'Aubry è stato ipnotizzato. Quando il soggetto era immerso nel sonno ipnotico si svolse il seguente colloquio :

— Aubry, come state? I lo male ai reni.

Ve lo ho causato io?' (Al paziente erano stati praticati prima dei massaggi).

— Sì, ma a fine di bene,

— Vedete il vostro male?

— Sì signore.

— Avete fatto uno sforzo? Vi è forse qualche sedimento?

— Non si tratta di uno sforzo né di un sedimento. Si tratta di uno stiramento. Sento un forte dolore.

Fattolo sedere in una comoda poltrona l'A. gli disse:

— Vi sentite meglio ora?

— Sì ora mi riposo.

— Sapete i mezzi per la vostra guarigione?

— Oh! Ciò non è diffìcile.

— Ditemeli dunque!

— È necessario farmi ai reni delle applicazioni di erbe Coiti, che devo tenere tutta la notte, poi è necessario che mi purghi, assolutamente perché ci sono già degli umori ammassati che penetreranno ben tosto nel sangue, e non passerà molto tempo che dovrò passare una malattia. Ho avuto già tre volte la febbre.

— Che cosa dovete prendere contro la febbre?

— Nulla per ora; conviene innanzitutto combattere il mal di reni.

— E quali erbe si devono applicare?

— Innanzitutto il " chali"1.

L'autore gli chiese che cosa fosse questo "chali" che non aveva mai sentito nominare.

— È un'erba che orefice nei campi di grano. Quell'erba lunga come uno scopino, che si usa talvolta d'estate per far entrare gli sciami d'api nelle arnie.

— Se si tratta di un'erba che non cresce che fra il frumento non la si troverà in questa stagione!

— È vero, si troverà difficilmente.

— La si trova in farmacia?

— No, non tengono quell'erba.

— E che cos'altro è necessario?

— Della lavanda, e della salvia, ecco tutto. Una mandata di ogni erba, e farle bollire per un quarto d'ora nell'acqua.

— Non sarebbe meglio nel vino?

— No ; soltanto acqua e per un quarto d'ora soltanto ; non più di un quarto d'ora e usarlo come ho detto; così tutto andrà bene ».

1 Termine francese probabilmente dialettale, di cui non si conosce il significato : un botanico al quale è stata mostrata la pianta in questione disse trattarsi della matricarìa chamomilla.

Si trattava ora di trovare il « chali », un'erba che l'autore non conosceva, che non si trovava nelle farmacie, e che cresceva fra il grano nel mese di gennaio. Come fare per trovarla? Finalmente decise di interrogare il paziente stesso.

«— Aubry, sapete voi dove si può trovare questo "chali"?

Nessuna risposta. Allo insistenti domande rispose finalmente :

— Presso il boschetto di Cereelet sotto il monte del Gras. Sapete che vi sono dei grandi cespugli di spine che si vedono da lontano andando da Vallemontoir a Chareatigny? Ebbene lì c'è l'erba.

— E voi vedete lì la " chali "?

— Certamente. Se ci potessi andare la coglierei subito.

— Dovrò allora dirvi di andarla a cercare?

— Certo, certo. Là c'è l'erba.

Dopo ritornato allo stato normale gli è stata comunicata la cura da seguire, però senza fargli sapere che era stata prescritta da lui stesso. Si mostrò meravigliato, corno il medico sapesse che la "chali" si trovava sul monte del Gras e disse di non sapere cos'era la lavanda. Si dovette farla venire da un giardiniere e fargliela vedere.

Egli disse:

— Ma guarda, questa è la lavanda! io la prendevo sempre per una specie di salvia.

Successivamente comunicò che sua moglie aveva trovato tutte le erbe necessarie e ipnotizzato nuovamente disse che doveva prendere anche un emetico.

— Perché volete prendere l'emetico?

— Perché l'umore si è spostato da ieri e penetrerebbe ben presto nel sangue se io tardassi a purgarmi.

— Quanti emetici vi occorrono?

— Una compressa e mezzo in tre bicchierini d'acqua. Ciò mi farà bene, sopra tutto quando mi sarò applicate le erbe sui reni.

Dopo fatta la cura e preso l'emetico, l'Aubry in istato di ipnosi disse che l'emetico non gli aveva procurato il vomito, con sua grande meraviglia, ma che aveva reso alcune palline di bile e che si era purgato.

— Ora sto molto meglio; le erbe hanno fatto un ottimo effetto e la guarigione non è lontana. Sarà però necessario prendere la medicina ancora una volta.

Continuando a questo modo a seguire la cura prescritta da. lui stesso, l'Aubry guarì perfettamente, senza che. fosse necessario alcun altro intervento ».

Questi due casi, assieme ad altri che avremo ancora occasione di riportare, i quali tutti si possono senz'altro ritenere per veritieri, dimostrerebbero che l'ipnotizzato ha delle percezioni che non sono convogliate attraverso i suoi sensi, ma attraverso un organo di cui non si conosce la natura.

Tale è stata l'opinione del Puysegur sulla base dei numerosi esperimenti fatti e degli studi compiuti. Dato che aveva adottato la teoria di Mesmer sull'ipnotismo, che si riteneva l'azione di un fluido magnetico, tale spiegazione del fenomeno si presentava intuitiva.

Oggi questi fenomeni si possono spiegare colla subcoscienza di cui avremo occasione di occuparci in seguito. Essendo tutte le nostre funzioni fisiologiche comandate dalla subcoscienza ed essendo in essa registrato tutto ciò che viene impresso anche fugacemente nella nostra memoria, è possibile spiegare anche i fatti qui descritti. Il nostro io subcosciente conoscerebbe tutti i segreti del nostro organismo e ciò darebbe la possibilità di fare con sicurezza la diagnosi di ogni male. Interverrebbe poi l'istinto per la prescrizione della cura. Tale istinto non è una prerogativa dell'uomo, ma anzi rimane nell'uomo in istato latente, perché sopraffatto dal ragionamento; ma si riscontra anche negli animali. È noto infatti che gli animali conoscono benissimo- il modo di curarsi in caso di malattia. Tutti sanno ad esempio che i cani cercano talvolta nei prati delle erbe, che trovano fra mille altre, e che ingerite producono sul loro organismo un effetto benefico facendo scomparire i sintomi' del male.

Analogamente funzionerebbe l'istinto dell'uomo nello stato ipnotico.

L'indicazione delle orbo, che si riscontra nel caso del-l'Aubry è dovuta certamente a ricordi cancellati dalla memoria cosciente ma registrati nel subcosciente. Forse l'Aubry avrà inteso parlare nei suoi primi anni della lavanda e avrà conosciuto la pianta ma poi avrà scordato il nome. Il ricordo però è rimasto registrato nel suo io subcosciente ed è affiorato durante l'ipnosi.

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