Il Magnetismo Personale

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INTRODUZIONE

1. Che cosa s'intende per magnetismo personale.

L'espressione « Magnetismo Personale » serve a designare quella specie di fascino che alcuni individui producono sui loro simili. Senza che essi sembrino fare alcunché di speciale, questi individui ispirano la simpatia, l'interesse, la considerazione. La loro presenza è gradita, si prova come un bisogno di amicarseli, di conquistare la loro stima.

Né la bellezza, né la ricchezzza, né il successo, né le qualità morali possono identificarsi coll'indefinìbìle e sottile irradiazione che emana l'individuo magnetico. Egli ha qualche cosa di più e di diverso: vi fa l'impressione di un serbatoio di forze la cui vicinanza vi attira, appunto come un campo magnetico attira tutto ciò che di suscettibile d'influenza si trova in sua prossimità.

In che cosa consiste dunque questa misteriosa energia? Perchè uno la possiede e un altro no? perchè questi ne possiede poca e quegli molta? E da dove proviene? A quali fonti possiamo attingerla?

Per rispondere con serietà a queste domande è necessario imparare a conoscere un po' più davvicino il mondo e l'uomo.

2. Materia ed energia.

Le più recenti indagini della fìsica concludono coll''affermare che la materia non esiste. La materia non è che un aggregato di forze (1). La materia è supposta formata di particelle infinitamente piccole dette atomi: gli atomi formano tra di loro vari aggruppamenti detti molecole. Le molecole non sono mantenute insieme che da una forza, detta forza di coesione. Esse sono separate le une dalle altre da spazi relativamente enormi, nei quali circola l'etere che si suppone essere materia ad uno stato più sottile. Lìberi nello spazio, gli atomi sono animati da un incessante e rapidissimo movimento, senza posa modificato da diversi impulsi che provengono dall'esterno.

(1) Vedere Biblioteca Hermes N. 68: LA MEDICINA NATURISTA (Medicina senza medicine) - Parte I. Le leggi fondamentali.

Gli occultisti e i teosofi considerano l'etere come un quarto stato della materia che si aggiunga ai tre stati ben noti: solido, liquido e gassoso. Poiché l'etere riempie l'Universo, si può affermare che l'Universo è un tutto non discontinuo.

« Supponiamo — dice Leadbeather — una cavità qualunque riempita di pietre. Queste pietre vi rappresenteranno la materia nei suoi diversi stati. Ma le pietre non occupano tutto lo spazio che è loro riservato: rimangono fra di esse degli interstizi che possono venir colmati con dell'acqua, e l'acqua rappresenterà qui la materia mentale che penetra la materia astrale. L'acqua liscia ancora fra le sue molecole degli spazi che possono venir colmati con dei gas, ciò che fa comprendere che la materia mentale può a sua volta essere penetrata da una materia a uno stato ancora più sottile ».

3. Il corpo dell' uomo.

L'uomo non è costituito solo dal corpo che cade direttamente sotto i nostri sensi. Le grandi religioni ammettono che noi siamo composti di due corpi: uno materiale e uno immateriale invisibile. Gli occultisti (1) ammettono l'esistenza di tre corpi: un corpo fisico, quello noto e visibile al quale appartengono le funzioni fisiologiche (digerire, assimilare, muoversi, riprodursi); un corpo mentale, sede dell'intelligenza, del pensiero, della volontà; un corpo astrale che serve di unione tra il fisico e il mentale. È nel corpo astrale che si producono l'imaginazione, la sensibilità, il dolore, le emozioni, i desideri, le passioni e i godimenti elevati. È col suo intervento che si spiegano i fenomeni della telepatia, delle apparizioni e delle visioni che abbiamo in sogno.

(1) Vedere Biblioteca Hermes N. 62: LA MAGIA PRATICA, L. 6,—.

L'individuo fisico è governato dall'astrale e dal mentale: dall'astrale durante il sonno e dal mentale durante la veglia. Ma poiché il governo di questa parte della nostra esistenza è più diffìcile, più complicato, il mentale ha bisogno in certa misura dell'aiuto dell'astrale. Noi ci rendiamo conto benissimo che in noi si trovano due individui che comandano, due capi che non hanno la stessa autorità, che non pensano allo stesso modo, che non sono sempre d'accordo, che discutono, lottano spesso l'uno col-

l'altro, finché il più forte decide. Quando noi compiamo un atto che la nostra ragione disapprova, per es. il soddisfacimento di una passione vergognosa o dannosa, ci rendiamo perfettamente conto di questa dualità interiore. Il bisogno dì questa soddisfazione prende origine nell'astrale che lo desidera: e il mentale, nonostante vi opponga ogni sorta di ragionamento, è impotente a impedirne l'esecuzione. I pazzi, gli ossessionati, gli impulsivi sono governati quasi esclusivamente dall'astrale.

Se paragoniamo l'uomo a una carrozza attaccata, la vettura inerte per se stessa rappresenterà il corpo fisico, il cocchiere che guida il cavallo rappresenta l'anima, cioè il mentale.

Il cavallo (astrale) camminando sotto la direzione del cocchiere (mentale) conduce la vettura (corpo fisico). Quando si risvegliano le passioni nell'astrale, il cavallo si imbizzarisce e non sempre il cocchiere (mentale) è in grado di frenarlo.

Durante il sonno la vettura giace quasi abbandonata perchè il cavallo staccato non è più sotto la direzione del cocchiere. In questo stato di libertà apparente una volontà diversa da quella del cocchiere può impadronirsi del cavallo e dirigerlo. È ciò che avviene durantte l'ipnotismo (1).

(1) Vedi Biblioteca Hermes N. 18: IPNOTIZZATE VOI STESSI! - N. 34: L'IPNOTISMO PRATICO - Corso Elementare e N. 67: L'IPNOTISMO PRATICO - Corso Superiore.

Quando l'uomo è in punto di morte il cocchiere sonnecchia sul suo sediolo, il cavallo staccato non è più collegato alla vettura che mediante le redini allentate e che minacciano di rompersi. Il cavallo diventa libero, poi il cocchiere lo raggiunge, gli monta in groppa e lo conduce su un altro piano, abbandonando la vettura che giace infranta. È la morte.

3. Il corpo e l'immortalità.

La vita è diffusa in tutta la natura, vale a dire la materia, generalmente considerata senz'anima, vive realmente. Lo studio approfondito del magnetismo ci mostra che l'agente magnetico si trova in tutti i corpi, anche in quelli che vengono considerati come corpi bruti. Ora. se i corpi bruti presentano delle traccie di animazione, devono possedere un corpo astrale rudimentale unito al corpo puramente fisico; le piante devono possederne uno più sviluppato, e gli animali, all'infuori dì un corpo astrale quasi interamente sviluppato, devono possedere un corpo mentale allo stato rudimentale.

L'attrazione e la repulsione di cui sembrano dotati i corpi nei loro reciproci contatti (ed è su queste proprietà che si fonda la chimica), possono esser considerate altrettante manifestazioni di una sorta di desiderio, come il primo rudimento dell'intelligenza.

Le cose e gli oggetti che ci sembrano inerti sarebbero dunque realmente animati e si potrebbero considerare come i primi anelli nella catena evolutiva degli esseri, che parte dal livello della materia per elevarsi nelle più alte atmosfere del pensiero, passando successivamente attraverso i regni vegetale, animale, umano e altri ancora, poiché l'uomo quale noi lo comprendiamo non è certamente l'essere a cui deve arrestarsi il cammino verso la perfezione.

La nostra vita attuale non è che un anello dell'immortalità, e la morte quale generalmente vien concepita, non è che un mutamento di stato: è la fine della vita fisica, ma non la morte dell'anima che è indistruttibile.

Nel nostro passaggio attraverso la materia fìsica noi evolviamo, e la nostra origine risale ai tempi geologici più remoti, quando la materia si affermava sotto i suoi tre stati: solido, liquido, gassoso. Là. posti ai primi gradini dell'interminabile scala ontologica, noi ci siamo faticosamente elevati attraverso i vari individui del regno vegetale, poi del regno animale, per giungere finalmente all'altezza a cui ciascuno di noi oggi si trova. Non vi è nessun motivo perchè tale evoluzione debba arrestarsi. Ma in che senso continuerà? Nel senso che noi le imprimeremo durante la nostra vita. Nessuno dei nostri pensieri, nessuna delle nostre azioni va perduta. Se noi ci comportiamo male, si forma in noi un'impronta dolorosa o sgradevole, mentre se ci comportiamo bene ne riceviamo bene. Nel primo caso restiamo stazionari o regrediamo, nel secondo ci innalziamo.

Noi lavoriamo non solo per esser felici o infelici in una vita futura, ma ne approfittiamo largamente in questa, giacché riceviamo quasi sempre, e spesso in breve tempo, la maggior parte di ciò che può dirsi la punizione o la ricompensa dei nostri atti.

5. Le leggi psichiche.

Nel mondo fisico l'armonia risulta dalla legge dei contrari. Gli effetti del magnete e dell'elettricità costituiscono l'applicazione più evidente di questa legge: i poli o i fluidi di egual nome si respingono; quelli di nome contrario si attraggono. La stessa legge governa il magnetismo umano il quale non è che una proprietà, un movimento della materia.

Le leggi psichiche sono inverse: sono i simili che si attirano e i contrari che si respingono. Esse possono formularsi così:

I pensieri e le azioni della stessa natura si attirano e fanno nascere o aumentano la considerazione, la simpatia, la confidenza e l'amore che gli individui sono suscettibili di provare gli uni per gli altri; i pensieri e le azioni di natura opposta si respingono e danno origine all'antipatia, alla diffidenza, all'odio.

Senza tante discussioni, ciascuno può verificare questa legge osservando come muti la nostra opinione dopo aver ascoltato passivamente un conferenziere o un amico simpatico che discuta un soggetto qualunque a noi non interamente familiare. Così si spiega il modificarsi dei nostri bisogni, dei nostri desideri, delle nostre tendenze allorché frequentiamo assiduamente un indivìduo o un gruppo di individui che pensano e agiscono in modo differente dal nostro.

6. La potenza del pensiero.

I pensieri sono cose, anzi sono cose animate da un movimento loro proprio; sono insomma dei corpi composti, formati colla materia del piano astrale, e questa materia, carica di forza mentale, costituisce una vera potenza.

Un pensiero qualunque giunto a noi, fa vibrare la nostra materia mentale e le sue vibrazioni si comunicano intorno a noi per onde come i movimenti ondulatori che si osservano alla superfìcie di un'acqua tranquilla nella quale si è gettata una pietra. Se l'impressione non è stata troppo forte, tutto rientra nell'ordine dopo alcuni istanti; ma se il pensiero si impone alla nostra attenzione, se è intenso, se si presenta spesso nel campo della coscienza, allora mette in movimento una certa quantità di forza mentale che circola costantemente intorno a noi. Questa forza attira a sé della materia astrale che finisce ad avvilupparci, a formare una specie dì atmosfera, di aura (parola latina che significa soffio, vapore sottile) più o meno densa, più o meno estesa, che costituisce alcunché della nostra personalità. Da questa atmosfera irraggiano intorno a noi dei prolungamenti che si possono paragonare a correnti elettriche, o alle linee di forza che si osservano intorno alle calamite. Quest'aura che è così un'emanazione di noi stessi, agisce costantemente su noi come forza estranea, richiamando dei pensieri di egual natura che sembravano scomparsi ed aumentando l'intensità d'azione di quelli che sono ancora in attività.

I pensieri ci vengono dal di fuori e noi li assorbiamo, li trasformiamo secondo i nostri desideri, i nostri bisogni, le nostre tendenze. Volgarmente, quando si dice che le tali e tali idee sono nell'aria, si esprime precisamente il concetto che le idee sono estranee a noi, ma circolano intorno a noi.

È fuori dì dubbio che i pensieri si comunicano da individuo a individuo. Per es. in famiglia, se un individuo pensa a una cosa e l'annuncia, si sente spesso dire: Stavo per dirlo io.

Ora, se non si vuol far intervenire il caso che in natura non esiste, è impossibile ammettere che lo stesso pensiero sìa nato contemporaneamente nei due cervelli: esso si è sviluppato in uno dei due per trasportarsi nell'altro attraverso lo spazio.

Ma il pensiero può comunicarsi anche attraverso distanze notevoli. Spesso in casa vostra, in strada o altrove, voi pensate a qualcuno che non avete mai visto da molto tempo e pochi momenti dopo lo incontrate. È il suo pensiero che è venuto a comunicarsi a voi, ad annunciarsi in certa guisa. Il proverbio dice : Quando si parla del lupo, se ne vede la coda.

In generale l'uomo non crea da sé il proprio pensiero, ma lo riceve, lo assorbe e lo trasmette tal quale o più o meno trasformato, dandogli l'impronta della sua personalità. Quando un pensiero ha agitato il nostro cervello in guisa durevole, esso si sviluppa e si rafforza al contatto degli altri pensieri nostri, e tutti insieme si muovono, influiscono gli uni sugli altri, si sovrappongono, si combinano e si comunicano all'infuori di noi, attirando i pensieri estranei di ugual natura e respingendo quelli di natura opposta.

7. I pensieri agiscono su noi stessi.

È il pensiero, la volontà derivante dal corpo mentale, che anima il corpo fisico, muove i nostri muscoli e regola tutte le funzioni della vita di relazione. Se noi vogliamo sollevare una scatola che supponiamo colma di oggetti pesanti, dirigiamo verso le braccia la somma di forza che riteniamo necessaria. Se la scatola è vuota, troviamo di aver inviato troppa forza e l'oggetto viene sollevato assai più dell'utile. Il contrario avviene se la scatola creduta vuota è invece piena.

In caso d'incendio, una debole donna può sollevare e mettere in salvo un suo caro infermo che in circostanze normali non saprebbe muovere che a gran fatica. Che cosa è accaduto? Che tutte le sue forse si sono concentrate sulla necessità dello sforzo fisico da compiere e vi è riuscita. Già da questo esempio si vede quanto potente sia la concentrazione, la canalizzazione delle nostre attività, e quanta la distrazione normale ne sciupi.

Un lavoro lungo e difficile fatto con entusiasmo si finisce facilmente, mentre se ci annoiamo, se pensiamo ad altro, una parte delle nostre forze viene deviata e quella che resta a disposizione del corpo fisico non è più sufficiente a compiere il lavoro in buone condizioni: quindi vi mettiamo più tempo e ci affatichiamo inutilmente. Lavorare con intelligenza significa lavorare in economia. Se ci mettessimo a scavare sabbia, la nostra goffaggine nel maneggiare il badile ci farebbe sudare assai più presto del badilante di professione e produrremmo assai meno.

Ogni pensiero è una cosa fatta di sostanze invisibili. L'atto di pensare consuma una certa somma di energia anche nei momenti di scioperataggine.

Per compiere maggior lavoro consumando meno forze è dunque indispensabile dirìgere costantemente il proprio pensiero verso lo scopo da raggiungere, è necessario non pensare che a ciò che si sta facendo, giacché spendendo inutilmente pensiero si sciupa forza, si diventa deboli e ogni indebolimento è il principio della malattia.

Bisogna ricordare sempre che la salute morale, l'equilibrio, sono manifestazioni della salute, dell'equilibrio fisico. Chi è sano è ottimista, chi è malato, è pessimista; e inoltre questo pessimismo aggrava a sua volta lo stato fisico. Chi è ottimista attira a sé le buone influenze che ondeggiano intorno a lui; chi è triste, geloso, cattivo, chi non ha che pensieri di disperazione, di odio, di vendetta, attira a sé tutte le cattive influenze che ci rendono ammalati e preparano la nostra rovina.

Se potessimo vedere i nostri simili cogli occhi del mentale o dell'astrale, essi ci apparirebbero come altrettanti ricevitori e trasmettitori delle forze cosmiche sotto la forma di raggi luminosi, circondati dall'aureola di questi raggi, chiari se emanati da buoni pensieri e cupi se emanati da pensieri cattivi. Gli occultisti e i teosofi designano quest'aureola con nome di guscio. Tale guscio ci avvolge mentre vegliamo e anche mentre dormiamo. Qualche rara volta un violento impulso esterno o qualche forte desiderio formulato entro di noi può aprire uno spiraglio in questo guscio e permetterci di ricevere un'impressione ben definita; ma la nebbia torna a formarsi intorno a noi e riprendiamo allora a sognare in maniera incoerente.

8. L'uomo influisce sull'uomo.

I pensieri che noi riceviamo dall'esterno sotto forma di onde, hanno avuto origine in uno o più cervelli che li hanno pensati prima. Queste onde vengono percepite dal nostro sistema nervoso e trasmesse al cervello che entra in vibrazione. Il pensiero estraneo si combina col nostro, mette in vibrazione la nostra materia astrale, e queste vibrazioni vanno a trasmettere a distanza un movimento di pensiero nuovo, più o meno originale e rivestito dell'impronta della nostra originalità.

Lo spazio è riempito d'impressioni, di desideri, di intenzioni, dì progetti buoni e cattivi che si muovono in ogni senso e che noi attiriamo o respingiamo in virtù della legge d'affinità già formulata: «I pensieri di ugual natura si attirano; quelli di natura opposta si respingono ». Vi è dunque uno scambio incessante di pensiero dagli altri a noi e da noi agli altri. Durante la notte come durante il giorno noi riceviamo e trasmettiamo delle influenze che ci foggiano, ci modificano e cambiano a poco a poco il nostro modo di essere. È dunque per mezzo di eccitazioni venute dall'esterno che noi finiamo per diventare ciò che siamo; buoni o cattivi, felici o infelici.

La felicità non è un favore del cielo e l'infelicità non ne è il castigo; ma la felicità è il segno di una individualità forte e superiore, mentre l'infelicità è l'indice di una individualità debole e infelice. Occorre sapere che noi siamo gli artefici del nostro destino, giacché la natura ci è sottomessa se sappiamo dominarla. Se vogliamo essere coraggiosi vi attingiamo il coraggio, mentre chi rimane agitato senza posa dalle passioni non ha alcuna potenza per resistere al turbine delle forze che ci circondano (1).

(1) I lettori dei nostri volumetti sull'Educazione della Volontà e l'Educazione del Coraggio comprenderanno perfettamente il senso che qui deve esser dato alla parola «volere». Noi vogliamo in ogni momento « quel che possiamo volere » e non più. Non basta dire « voglio esser buono » o « voglio esser coraggioso » per diventarlo, quando il « voglio » non scaturisce dalle profonde radici della nostra personalità. Ora la personalità non è né puro fisico, né puro spirito. È dall'armonia e dal contrasto eterni dell'Io-Universo che la volontà trae la forza di agire. Dobbiamo cioè modificare noi stessi per modificare il nostro ambiente e viceversa. I due libri succitati costituiscono quindi un complemento e un correttivo della teoria del « volere è potere » qui esposta in senso occultista.

Quando due individui si trovano di fronte, essi si fanno reciprocamente un'impressione buona o cattiva che risveglia in ciascuno di loro la confidenza o la diffidenza, la simpatia o l'antipatia.

Allorché tali sentimenti sono ben definiti, possiamo osservare che vicino all'individuo simpatico noi ci troviamo a nostro agio, non solo, ma ci sentiamo più intelligenti, migliori, mentre vicino a un individuo antitpatico ci sentiamo l'opposto.

Vi sono degli individui che posti presso a voi, vi sottraggono, vi assorbono, «pompano» le vostre forze e la vostra vita; specie di vampiri incoscienti che vivono alle vostre spalle. Posti vicini ad essi, nella sfera della loro attività, si prova un malessere, un imbarazzo che deriva dalla loro azione nefasta e determina in noi un sentimento indefinibile, un bisogno di fuggire e di allontanarci. Ma costoro, al contrario, vi serrano più dappresso, si attaccano a voi per sottrarvi ciò che occorre a loro per vivere.

Altri, all'opposto, recano con sé la vita e la salute. Dovunque essi soggiornano, la gioia si mostra e sfolgora; ci si trova bene in loro compagnia; la loro conversazione piace, vien ricercata, si ama prender loro la mano, appoggiarsi al loro braccio; la loro irradiazione ha alcunché di balsamico che vi affascina e vi magnetizza all'infuori della vostra stessa volontà. Si adottano facilmente il loro modo di vedere, le loro opinioni, senza ben sapere perchè, ed è sempre con rammarico che li si vede allontanarsi.

Tanto nel morale che nel fisico il più forte ha sempre un ascendente sul più debole e questi spesso è felice di mettersi sotto la protezione del primo.

Basta osservare se stessi ed osservare gli altri per acquistare bentosto la certezza assoluta che il più gran numero di fenomeni impropriamente attribuiti al caso, non sono dovuti che ad una causa sola: la reciproca influenza che gli individui esercitano coscientemente o non gli uni sugli altri.

Un agglomerato, un gruppo di individui avrà anch'esso un centro d'azione al pari degli individui isolati. Una famiglia in cui regna la discordia, il disordine, il malumore, finisce per rovinare lo spirito più sereno: a lungo andare è impossibile sottrarsi al maleficio dell'ambiente e diventiamo anche noi dell'umore degli altri, cioè ci mettiamo forzatamente al loro unissono. Così chi entra in un caffè-concerto di bassa lega diventa per forza sguaiato, e chi entra sotto le volte solenni d'una Cattedrale, ancorché miscredente, si sente l'animo rapito oltre la cerchia degli interessi mondani.

9. Conclusione.

Abbiamo dovuto fare un cammino abbastanza lungo, ma ci premeva convincere il lettore non solo della reale esistenza di un magnetismo personale, ma persuaderlo che esso non è una cosa che si possa mettere in tasca uscendo o deporre col cappello; ma una qualità che deriva solo da una profonda vigilanza sul nostro individuo, vale a dire una virtù che possederemo solo se avremo saputo meritarcela.

Vi sono certo degli individui spontaneamente magnetici, ma se voi foste fra costoro probabilmente non avreste voluto consultare quest'opera. D'altra parte il desiderio che avevate di acquistare il magnetismo personale, vale a dire di migliorare il vostro spirito, dimostra già che potete conseguirlo purché ve ne rendiate degno.

Il magnetismo personale non è una metafisica, non è una stregoneria, non è fruttto di magiche formule. Nulla di più scientitfico: nulla — oseremmo dire — di più fisico. Infatti il problema di acquistare magnetismo non è in fondo che una parte del problema dell'accumulo, conservazione e distribuzione dell'energia.

Vediamo ora come risolverlo.

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