Come accumulare la forza magnetica.
1. L'individuo magnetico.
Esaminiamo davvicino un individuo magnetico. Tutti
ne hanno conosciuto qualcuno. Ecco ciò che vediamo.
1. Il
suo aspetto esteriore è armonico. Non importa che l'individuo sia bello o
brutto: dal suo fisico si sprigiona sempre una impressione piacevole. I suoi
difetti non affliggono la vista in proporzione della loro importanza: al
contrario, ciò che egli ha di meglio si impone stranamente allo sguardo. In
altre parole, voi ne vedete i pregi e non i difetti. I suoi occhi hanno uno splendore che
affascina dolcemente. La sua voce seduce l'orecchio. Il suo atteggiamento è
insieme sobrio e naturale.
2. Egli
sembra impregnare l'ambiente di una irradiazione penetrante. La sua
presenza sembra generare in coloro che avvicina una singolare sensazione di benessere,
una vera voluttà interiore. Presso di lui lo spirito sembra diventi più
leggero. Un'euritmia infinitamente dolce vi conquide, vi soggioga e vi lascia
un ricordo persistente. Questo ricordo, anziché
svanire si fa invadente e bentosto vi prende un desiderio quasi ossessionante
di rivivere quell'ineffabile fascinazione.
(1) Nel vol. 44: L'ECONOMIA MENTALE si trova una
chiara e completa esposizione dei mezzi per guarire qualunque sorta di
preoccupazione. Vedere anche vol. N. 89:
L'ARTE DI RIPOSARE.
Quando vi trovate in compagnia dell'uomo magnetico,
la prima impressione che vi fa è quella di un essere in riposo: egli non è
nervoso, non si agita. Voi provate poi il sentimento che egli ha in sé una
forza di riserva, ma non sapete precisamente come e dove la possieda. Non e
proprio nel suo sguardo, né nei suoi modi, né nel suo linguaggio, né nelle sue
azioni; ma tutta» via esiste e sembra far parte di lui. Ecco esattamente il
fatto: Un poco di quella forza di attrazione che egli mostra e di cui siete coscienti
è andata da voi a lui senza che lo sappiate: è ora una parte di lui, e
alcuni minuti prima, per quanto possa sembrar singolare, era in piccola parte una
parte di voi!
3. La
sua parola possiede un'autorità particolare. Ciò che egli dice s'insinua
nell'animo e vi si incide profondamente. Essa commuove e persuade, anche quando
egli non sembri annettere alcuna importanza a ciò che dice. Con una parola, uno
sguardo, un sorriso, egli vi turba, vi incanta, vi seduce.
4. Lo sua
volontà agisce a distanza. Lontano da lui ci si sente portati a piacergli.
Ciò che egli desidera ottenere tormenta il vostro pensiero. Anche lontano da
lui, l'essere verso il quale si orientano le sue intenzioni resta
infallibilmente cosa sua. In colui che egli prende di mira, si elaborano,
nascono e predominano bentosto i sentimenti, i desideri, le tendenze che gli
piace di suggerirvi.
5. Egli
ha uno sguardo speciale. Osservate il suo sguardo. I suoi occhi vi dominano
sebbene egli non vi guardi fissamente. Egli non guarda nei vostri due occhi né
in uno dei vostri due occhi; ma guarda esattamente fra i due occhi, alla radice
del vostro naso. Il suo sguardo sembra penetrarvi con intenzione — uno sguardo
fisso e acuto, ma che non ha nulla di sgradevole. Voi sentite che egli non è
impertinente. Notate pure che egli non vi guarda così quando parlate voi, ma
aspetta per così dire la vostra comunicazione per inviarvi la sua.
6. Egli
è sempre cortese. Egli vi ascolta garbatamente: è sempre gentile, ma voi
ricevete l'impressione di una volontà inflessibile sotto quella calma apparente
: voi intuite in lui una potenza. È l'uomo che si deve obbedire: in una parola,
l'impressione che vi lascia è quella dì uno che sa esattamente ciò che vuole
e non ha fretta perchè è certo di ottenerlo.
7.
La sua conversazione è semplice. Analizziamo ora la sua
conversazione. Vi ha insegnato qualche cosa? Pochissimo: ciò che egli dice non
ha generalmente importanza, ma tuttavia a voi dà l'impressione che lo sia
mentre l'ascoltate. Egli vi fa sentire, che, se volesse, potrebbe dire assai di
più. Punge in tal modo la vostra curiosità, ma non vi dà l'impressione di
volervi mistificare. Il suo occhio è troppo franco, e anche se lo conosceste da
dieci anni non scoprirete mai nella sua conversazione l'indizio di un tranello
che vi tenda per cercare di farsi ammirare.
8. Egli agisce secondo leggi fisse. Quest'uomo
che ha raggiunto la popolarità, l'influenza, la ricchezza o il successo, ha
accettato semplicemente questi doni, considerandoli come se gli fossero dovuti,
come il risultato logico della messa in azione delle leggi di causa ed effetto.
9. Egli è simpatico. Quale impressione
insomma vi ha fatto quest'uomo? Questa: voi desiderate conoscerlo meglio perchè
sentite che vi è simpatico, in un modo misterioso che non potete definire. Egli
vi tiene in suo dominio e voi non potete sottrarvi alla sua influenza, anche
dopo esservi congedato da lui.
10. Egli si serve della vostra forza. Se ora
volete ricordar bene la conversazione avuta con luì, vedrete — quantunque non
lo abbiate allora notato — che siete stato voi a far mostra delle vostre
cognizioni, che siete stato voi quello dei due che ha cercato di
piacere: in una parola siete voi quello che ha dato. Voi avete dato,
egli ha ricevuto. Se avesse voluto che fosse altrimenti, forte della coscienza
del suo valore vi avrebbe costretto a ricevere da lui tutto ciò che gli sarebbe
piaciuto darvi in fatto di impulsi, ordini, idee. Se l'avesse voluto avrebbe
potuto farvi piegare, come il vento curva le canne di uno stagno. Perchè?
Perchè tale è la Legge, perchè egli la conosce, mentre voi l'ignorate. Ma egli
non ha voluto e si è concesso semplicemente di farvi una buona impressione, poi
è partito dopo avervi preso un po' di magnetismo, come l'ape vola via dopo aver
preso il miele da un fiore. Riprendiamo ora questi elementi sforzandoci di
indagare come potremmo acquistarli.
2. Gli elementi fisici del fascino personale.
Quando voi vi mostrate, gli astanti ricevono di voi
un'impressione d'insieme dalla quale dipende in buona parte l'attrazione o la
simpatia che potete ispirare. Quest'influenza generale risulta dalla somma
delle sensazioni visuali, auditive, olfattive che determina la vostra
personalità. La vostra statura, il vostro viso, il vostro sguardo, la vostra
voce, il vostro atteggiamento, il vostro odore, i vostri gesti concorrono a
sensìbilizare coloro che vi avvicinano.
Fra questi elementi di fascino fisico,
distingueremo due categorie:
1. Le
vostre qualità statiche, morfologiche; vale a dire le vostre forme, i
lineamenti della vostra fisionomia, le linee della vostra silhouette;
2. Le
vostre qualità cinematiche; vale a dire l'espressione dello sguardo, i
movimenti espressivi del viso, la tonalità della voce e la dizione, insomma i
movimenti del corpo.
Occupiamoci prima degli elementi statici.
Qualunque sia il vostro contorno facciale, lo stato
della vostra epidermide, il loro effetto d'insieme può venire immediatamente
migliorato armonizzando le tre cose che colpiscono a tutta prima in una
persona: i capelli, il colorito e i denti. Un volto comune di lineamenti, ma
che abbia un colorito normale, una dentatura sana e integra, una capigliatura
assestata vi impressionerà più favorevolmente di un viso dai lineamenti
classici, ma che abbia un colorito malsano, una dentatura guasta, una
capigliatura trascurata.
Nulla di difficile, dunque; i nostri lettori sanno
già a meraviglia come ottenere questa qualità. Noteremo solo che il fascino
fisico dipende in parte dalla volontà e in parte dall'azione del morale sul fisico.
Osservate le donne che vogliono rimaner giovani, e ne avrete una prova.
3. Lo sguardo e la voce (1).
(1)
Uno sviluppo di questo capitolo e tutte le istruzioni necessarie a
raggiungere lo scopo, si trovano nei volumi : N. 2 : OCCHI FASCINATORI (L. 6) -
N. 30: L'EDUCAZIONE DELLA VOCE (L. 4) e N. 85: L'ARTE DI LEGGERE E RECITARE (L. 6,—).
Lo sguardo convenientemente esercitato seduce e
soggioga: la sua importanza è assai più considerevole di quella della bellezza
puramente fìsica degli occhi. Anche quando essi sono ben conformati, bisogna
imparare a dar loro, mediante una appropriata cultura, un'espressione speciale
perchè abbiano tutto il loro splendore.
Non si tratta — come si potrebbe supporre — di dar
loro una dura fissità. Persino nelle pratiche ipnotiche si è abbandonata la
fissazione brutale e si usa piuttosto uno sguardo dolcemente penetrante che
ritiene l'attenzione e intorpidisce insensibilmente la volontà dell'ipnotizzato
(2).
(2)
Vedere Biblioteca Hermes N. 43: L'IPNOTISMO PRATICO (Corso
Elementare) L. 6,—.
Oltre al suo effetto attraente, uno sguardo
coltivato permette di esprìmere i più diversi pensieri e sentimenti con una
intensità che impressiona profondamente; inoltre l'azione ipnotica di un tale sguardo
dà a chi lo possiede un ascendente prezioso.
Non desiderando ripetere il corso di istruzioni
sulla fissità dello sguardo dato nel libro: Occhi fascinatori, (istruzioni
che concorrono a rendere possibile di mantenere lo sguardo immobile e fisso su
un oggetto o una persona per un tempo sempre più lungo), insegneremo qui invece
alcuni esercizi applicati, supponendo la fissità già ottenuta.
1° - In un salotto, in chiesa, a teatro o in altro
luogo di riunione, dove parecchie persone si trovano sedute le une davanti alle
altre, fissate nella nuca una persona posta davanti a voi a una distanza di 2-3
metri, concentrando tutta la vostra energia sull'idea di agire su di
essa e farla voltare, ciò che accadrà se la persona è sensibile. Si può anche
dirigere l'azione degli occhi sulle due scapole o riunirle in un punto, per es.
su una delle prime vertebre dorsali.
2° - Ritentate l'esperienza in strada, rimanendo
due metri dietro la persona scelta.
3° - Riuscita la seconda esperienza, si può volere
che la persona si volti a destra o a sinistra. Formulando chiaramente nel
vostro pensiero l'idea di destra o sinistra, si perviene assai
facilmente allo scopo.
4° - In ferrovia, in tram, scegliete un individuo
seduto in faccia a voi, ma il cui posto sia sensibilmente a destra o a sinistra
di quello che vi è dirimpetto. Simulate di guardar diritto in modo da
lasciargli credere che non lo vedete, ma guardatelo obliquamente, dirigete su
di lui una corrente mentale più forte che vi è possibile, e ditevi con tutta
l'energia di cui vi sentite capace, che volete che egli guardi nella vostra
direzione. La persona scelta diventerà presto irrequieta, nervosa, come se
avesse coscienza di una forza che la domina, e finirà per guardare dalla vostra
parte o anche per fissarvi.
5° - Mettetevi alla finestra e guardate una persona
che viene verso di voi. Se la fissate con energia sufficiente esprimendo la
volontà che alzi la testa e vi guardi, essa lo farà quasi invariabilmente,
obbedendo al vostro richiamo mentale. L'esperienza può esser fatta collo stesso
processo in condizioni inverse; vale a dire voi fissate passando nella via una
persona alla finestra. Due elementi d'azione entrano in scena in questa serie
di esperienze: la potenza magnetica dello sguardo e la concentrazione del
pensiero. Allorquando queste esperienze sono riuscite una volta su due, si ha
coscienza che si può dominare gli altri e imporre la propria volontà in
larghissima misura. Altri esperimenti si possono allora tentare coll'aiuto di
un amico o di una persona qualunque. Supponiamo che si voglia ottenere da
costui un servigio oppure un oggetto dal quale non vuol separarsi. Si
concentrerà il proprio pensiero sull'idea che egli deve consegnare questo oggetto, e senza che egli sospetti quale
azione sì vuol esercitare, vi metterete di fronte a lui e discorrendo della
soddisfazione che provereste se aveste l'oggetto sia pure per pochi minuti, si
fìssa il soggetto dell'esperimento con dolcezza e persistenza, come a far
penetrare nel suo cervello l'idea di consegnare l'oggetto.
Se la penetrazione dello' sguardo è
sufficientemente sviluppata e se la concentrazione del pensiero è abbastanza
grande, si nota bentosto che ogni parola esercita sul soggetto una sorta di
effetto fisico che va diritto allo scopo da raggiungere. L'interlocutore, che
non tarda a esser soggiogato più o meno completamente, abdica e finisce per
abbandonarvi l'oggetto che desiderate.
Vi è qui evidentemente un principio di
ipnotlzzazione. Pino a che voi tenete qualcuno sotto il vostro sguardo, voi
diminuite sempre più notevolmente la forza del suo giudizio e della sua
volontà. Maneggiando in modo opportuno questo principio, per es. durante un
lungo colloquio, siate certo che riuscirete a turbare profondamente
l'interlocutore. Ricordatevi che ciò che avrete detto facendo uso dello sguardo
centrale (cioè alla radice del naso, tra i due occhi) resterà incrostato nella
sua memoria. Le vostre parole possono anche non aver avuto sull'istante un
successo conforme ai vostri desideri, ma esse continueranno però a preoccupare
lo spirito del soggetto.
Se volete evitare di subire voi stessi l'ascendente
della persona colla quale conversate, interrompete il vostro sguardo fìsso
centrale non appena essa prende la parola, dirigetelo sopra o sotto i suoi
occhi, ma non negli occhi. Occorre una lunga pratica per conservare la piena
integrità del giudizio al cospetto di una persona che vi guarda fìsso negli
occhi.
Quando in società poserete per alcuni secondo uno
sguardo indifferente ma ben fìsso e sostenuto su qualcuno esprimendo
mentalmente il desiderio che questo tale si senta spinto a ricercarvi, farete
nascere in costui questo desiderio.
Il fascino vocale si scompone in due elementi: il
timbro della voce, la sua sonorità, che dilettando l'orecchio, commuove
facilmente, addormenta il raziocinio, la resistenza, e turba i più sensibili;
in secondo luogo la nettezza dell'articolazione.
La dizione corretta cesella la parola in rilievi
precisi che si incidono nello spirito e facilita il consenso a quanto si
esprime. L'arte di persuadere di cui studieremo più avanti la tecnica, ha
bisogno di una voce buona e di un'articolazione distinta.
Non potendo qui dare un insegnamento che occupa da
solo un intero libretto della Biblioteca, ci limiteremo a osservare che nella
pratica, senza dare alla propria parola un tono enfatico e teatrale, bisogna abituarsi a non precipitare mai
l'emissione delle parole. Parlare a precipizio, mangiare certe lettere o certe
sillabe, toglie alla voce ogni carattere persuasivo. Bisogna inoltre evitare
gli « effetti », le modulazioni, le esclamazioni brusche e bandire
assolutamente ogni scoppio di voce.
Quanto al modo di esprimersi, diremo che l'uomo
magnetico deve procedere per affermazioni. L'affermazione è un blocco inattaccabile
che non lascia posto al dubbio o alla discussione.
4. L'espressione e l'atteggiamento.
Non è questo il luogo di insegnare come si abolisce
la timidezza e si acquista l'impermeabilità alle emozioni (1). Modificare le
proprie reazioni organiche e psichiche è affare di una educazione lenta,
difficile, che richiede spesso anni di cura, giacché come abbiamo dimostrato
altrove «il nostro carattere è la manifestazione del funzionamento fisico».
(1) Vedere il vol. N. 50: L'EDUCAZIONE DEL CORAGGIO
(L. 4).
Qui dobbiamo aggiungere altre osservazioni.
In presenza di chicchessia, in ogni circostanza,
dovete sforzarvi di conservare una perfetta serenità interiore per poter
pensare, concepire, decidere liberamente, per parlare senza esitazione e
influenzare l'ambiente nel senso esatto voluto dalle vostre aspirazioni. Ricordatevi
che ogni sforzo, anche piccolo, per agire (anche se avete l'impressione di non
poterlo osare), concorre ad aumentare il senso di sicurezza in se.
Quanto all' esteriorizzazione dei nostri sentimenti
contrapporremo, per farci intendere, la mobilità meridionale alla flemma
inglese. Quale delle due è il miglior mezzo per influenzare? La mobilità, che
sembra sottolineare, commentare, rinforzare il significato delle nostre parole,
parrebbe a prima vista il partito migliore; ma ha tre inconvenienti: necessita di
una grazia innata poco frequente o un'educazione speciale, favorisce la
formazione precoce delle rughe; suppone un'espansività funesta alla influenza
individuale. Inoltre esigendo un forte dispendio nervoso, si oppone a uno dei
principi fondamentali del magnetismo personale e cioè che mentre l'espansività
respìnge, la condensazione di sé attira. Sarà dunque meglio adottare il
secondo sistema, e per esercitarvi vi consigliamo di mettervi davanti a uno
specchio e imporvi una immobilità marmorea d'espressione, mentre andate
pensando successivamente a delle cose comiche, tristi, piacevoli, ripugnanti,
banali, patetiche, ecc. Applicherete poi lo stesso principio parlando.
Ricordatevi che la vostra maschera è modificabile.
In conseguenza di un fenomeno psico-fisiologico ben noto, ogni imagine
mentale reagisce per via vaso-motoria sull'organismo e vi determina degli
effetti corrispondenti al suo oggetto.
Ecco un esercizio che vi consigliamo di ripetere
ogni giorno durante un certo tempo. Chiudete gli occhi e assorbitevi nella
contemplazione interiore del viso che vorreste avere. Imaginatelo nettamente al
posto del vostro. Scegliete, se volete, un modello materiale fra i capolavori
della pittura o della scultura. Non ditevi che vi è impossibile diventare
somigliante a questo modello, ma che potete abbellirvi notevolmente.
I lavori più seri di scienziati fisiologi hanno
dimostrato che un'idea a lungo sostenuta (suggerita) di una piaga in un punto
determinato del corpo, crea dopo alcune ore d'incubazione un essudato sanguigno
reale. Lo studio delle scienze psichiche mostra che il nostro organismo è
dotato di una facoltà o funzione criptoide che dà alle nostre rappresentazioni
mentali un'azione precisa sulla nostra sostanza. Così il desiderio di piacere,
di affascinare, sono efficaci. Ardenti e sostenuti, questi desideri hanno già
operato e operano ogni giorno dei miracoli.
I gesti o i movimenti frequenti, bruschi, nervosi,
impulsivi, sono contrari al fascino. Ricordatevi che dovete destare una certa
ammirazione pel vostro calmo viso, i vostri occhi espressivi e pieni di
tranquilla sicurezza, la vostra voce gradevole e la vostra parola distinta.
Conformate il vostro atteggiamento a questo scopo.
Cogli estranei o i famigliari conservate un riserbo
esteriore perfetto. Non date segni di agitazione, di sorpresa, di contentezza
puerile per ogni piccola cosa. Evitate dì sorridere e sopratutto di ridere per
qualunque inezia. Checché ascoltiate, non uscite mai in esclamazioni.
Parlate in modo da dare l'impressione di una
persona che si può difficilmente commuovere e che, quantunque squisitamente
cortese con tutti, non accorda con facilità la sua speciale attenzione a
qualcuno. Allora il minimo vostro segno di interesse verrà apprezzato. Rispetto
alla persona che vi interessa di più, moderate la vostra espansività.
L'intimità del vostro io deve rimanere misteriosa per conservare la sua
attrattiva. Non prodigate i vostri piccoli favori, sorrisi, parole amabili,
attenzioni, ecc. E sopratutto non permettete alla persona in parola di rendersi
conto, che voi ci tenete che essa si comporti con voi nella tale e tal guisa.
5. Concentrazione e isolamento.
La concentrazione si può definire un'attenzione
superiore. L'attenzione è la facoltà che il nostro spirito possiede in grazia
al potere più o meno elevato di fissarsi su un oggetto e afferrarne con
maggiore o minor rapidità tutti i
caratteri e tutte le relazioni. Tutto ciò l'abbiamo visto in numerose opere di
questa Biblioteca (1). Ma a che serve la concentrazione per il Magnetismo
Personale? Serve ad assicurarci la padronanza su noi stessi.
(1) Esercizi di concentrazione si trovano nei
seguenti volumi della Biblioteca Hermes: N. 18. IPNOTIZZATE VOI STESSI! - N.
35. L'ARTE DELLA MEMORIA - N. 37. GINNASTICA INTELLETTUALE - N.
41. LA TELEPATIA - N. 42. L'EDUCAZIONE DELLA VOLONTÀ - N.
44. ECONOMIA MENTALE - N. 51. LA GINNASTICA DEI SENSI - N. 55. L'EDUCAZIONE
DELLA FANTASIA - N. 67. L'IPNOTISMO PRATICO - N. 76. ENERGIA MENTALE - N. 105.
L'ARTE DI RAGIONARE.
Chi è impulsivo, colui che come il ragazzo scambia
per realtà i suoi desideri e i suoi timori, si spaventa per un nonnulla.
Infatti le sensazioni false ed esagerate sono provocate dalla mancanza di
attenzione. Un giusto colpo d'occhio sui fatti basta a ricondurre alle
proporzioni della realtà lo spauracchio da cui ci siamo lasciati sorprendere;
serve insomma a dominarci.
Il segreto della concentrazione consiste tutto in
questa frase: « Non pensate a due cose in una volta ». Sembra un precetto
facilissimo e invece è estremamente difficile. Sono rari coloro che riescono a
leggere una mezza pagina senza frapporre due o tre pensieri estranei
all'argomento della lettura. Sono rari coloro che in un colloquio sono capaci
di immedesimarsi col-l'interlocutore mentre questi parla.
Noi sappiamo già che il pensiero è una forza e che
tutto ciò che non si applica alla cosa su cui si deve pensare è dunque forza
perduta.
« Mentre compite un atto fisico — dice Multford —
se voi pensate a tutt'altra cosa, sciupate la vostra forza e il vostro
pensiero. Prima di affondare uno spillo in un cuscinetto, voi avete proiettato
fuori di voi il pensiero, in sostanza, un piano per affondare questo spillo.
Questo piano è una forza. Voi dirigete questa forza sul vostro corpo che ne è
lo strumento. Voi non dovete mescolare questo piano con un altro progetto per
fare un'altra cosa, mentre la vostra mano pianterà questo spillo. Se lo fate,
mandate la vostra forza — o tentate di mandarla — in due direzioni alla volta.
Ogni pensiero o ogni atto d'impazienza, per quanto piccoli siano, vi costano
una perdita di forza senza profitto. Se talvolta siete stanchi di camminare,
mentre il vostro cervello ha lavorato, si è torturato, ha fatto dei progetti,
se allora scacciate tutti questi pensieri e mettete tutta la vostra
intelligenza, tutta la vosra attenzione, tutta la vostra forza nelle
gambe, sarete sorpresi di sentir tornare il vigore e la fatica abbandonarvi ».
Questa legge è la stessa per tutti gli atti della
vita. Allenatevi alla concentrazione per un solo atto, e vi allenerete a
versare la piena della vostra intelligenza su tutti gli atti. Allenatevi a
mettere tutto il vostro pensiero in ogni azione, impedite a questo pensiero di
disperdersi su un'altra cosa e vi allenerete a dirigere la pienezza delle
vostre forze sul vostro discorso quando parlate, sulla vostra abilità quando
lavorate colle mani, sulla vostra voce quando canterete, sulle vostre dita
quando domanderete loro qualche lavoro delicato, su tutti i vostri organi e su
tutte le funzioni del vostro essere che avrete l'occasione di esercitare (1).
Se noi coltiviamo il potere di localizzare le
nostre forze su un solo atto, coltiviamo anche la facoltà di trasportare tutta
la nostra intelligenza da un soggetto a un altro. Vale a dire, possiamoin tal guisa trasportare il nostro
mentale da una preoccupazione noiosa a un piacere, e dimenticare un'afflizione
in un lavoro lieto.
Alcuni autori raccomandano e confidano in gran
segreto degli esercìzi di concentrazione, tali come: sgranare i chicchi di un
rosario, contare da 100 a 1, girare i pollici l'uno sull'altro, ecc. Un
individuo intelligente può meglio concentrarsi leggendo un buon libro, o
analizzando un oggetto qualsiasi, una persona (2), o discutendo mentalmente un
problema che lo interessa.
Ciò a cui bisogna badare è di imparare a fissarsi
su un oggetto o un problema solo per uri tempo sempre crescente.
Perchè i pensieri sono cose e la loro emissione è
accompagnata da una emissione di forza, per accumulare magnetismo personale è
necessario non solo saper pensare, cioè regolare convenientemente il
corso dei propri pensieri, ma anche, in certi momenti, saper non pensare a
nulla.
Se noi riusciamo ad arrestare completamente per un
tempo più o meno lungo l'emissione dei nostri pensieri, forse è probabile che
la riparazione delle forze avverrà in un tempo incomparabilmente più breve che
se non sappiamo far ciò.
(1)
Chi vuol avere un'idea della potenza del pensiero sulle funzioni
organiche, provi, subito dopo il pranzo a stendersi su di una poltrona e
concentrare il suo pensiero su questa, frase : « Io digerisco bene: io
digerisco perfettamente». Cerchi di vedere cogli occhi della mente, e senza mai
staccare il pensiero, il proprio stomaco a cui affluiscono i succhi gastrici
che intaccano il cibo poco prima ingerito, che compie i suoi movimenti
peristaltici il chilo che passa nell'intestino... e constaterà che realmente la
sua digestione si compie in un tempo assai minore del consueto.
(2) Un
grande aiuto lo scolaro può ricavare dallo studio del volumetto N. 51 : LA
GINNASTICA DEI SENSI (introduzione a ogni perfezionamento intellettuale) L.
6,—.
L'abilità di non pensare a nulla è assai diversa
dalla distrazione. Quasi sempre noi passiamo a nostro malgrado da un'idea
all'altra e questo stato di continua mobilità è paragonabile in certi casi ad
uno stato patologico. Chi agisce così, non ha mai forza sufficiente per
proiettare una luce vigorosa su un pensiero importante. Al contrario, dobbiamo
pensare non automaticamente ma volontariamente, colla massima intensità
di cui siamo capaci; ma per riposarci dall'inevitabile perdita di energia che
risulta da tale sforzo, dobbiamo poi saper non pensare a nulla (1).
(1)
Questo è il metodo del Dott. Webster descritto nel vol. 57: IL SEGRETO DEL SUCCESSO. (L. 6,—).
Ma come si fa a pensare a nulla? E estremamente
difficile. Noi abbiamo all'infuori dei nostri pensieri coscienti, un pensiero
continuo, incosciente, una preoccupazione di un determinato ordine che
accompagna come un'orchestra in sordina la nostra attività. Oggi per es. è il
pensiero di un impegno materiale o morale, domani sarà una preoccupazione per
la vostra salute, posdomani l'idea di un viaggio. Notate bene che non è affatto
necessario che voi abbiate chiara in mente questa preoccupazione. Non occorre:
essa è sufficiente a dare un tono speciale a tutta la vostra attività o
meglio alla vostra sensibilità. È come una tinta determinata che colora il
campo del vostro mentale.
Ebbene: per riuscire a non pensare veramente a
nulla, bisogna sapersi spogliare anche di questo pensiero-non-pensiero, cancellarlo
come con una spugna si cancellerebbero dei segni in gesso su una tavola nera,
mettersi nello stato neutro, indifferente che i Greci chiamavano atarassia.
Il Durville riassume così l'allenamento
indispensabile per raggiungere a poco a poco questo stato:
« Ritirarsi in una camera in penombra, lontano da
ogni rumore, prendere le precauzioni necessarie per non essere disturbato.
Disporsi comodamente in una poltrona o coricarsi sul letto, colle palpebre
abbassate senza sforzo sui globi oculari e i pugni semichiusi. Allora rilassare
completamente i muscoli, nel modo più assoluto (1) e nella maggior calma fare
uno sforzo mentale, prima per attirare a sé le forze esteriori, quindi per
arrestare l'emissione dei pensieri. La bocca deve rimaner chiusa senza che le
labbra sieno serrate e la respirazione deve farsi solo dal naso. Il campo della
coscienza deve essere interamente chiuso e bisogna, non appena sorge,
respingere qualunque pensiero, quale esso sia».
(1) Si
veda il procedimento particolareggiato nel vol. 18: IPNOTIZZATE VOI
STESSI! (L. 6,—).
Bisogna insomma creare in se stessi ciò che i
suggestionatori chiamano lo « zeroideismo » cioè l'assenza assoluta di idee.
Per aiutarsi, cercare di fissare il pensiero sull'idea del nero, imaginando di « veder del nero », un punto nero, o una
macchia nera, o un murò tutto nero. Se qualche pensiero estraneo si
frappone, scacciatelo con un breve sforzo volontario
e tornate a veder del nero... del nero... non
pensate che al nero (1). In
conclusione il procedimento si fa in tre tempi:
(1)
Il zeroideismo è impossibile. Fin che la mente è sveglia il suo
meccanismo si orienta in due modi : o su un'idea fìssa, o trapassando da una a
un'altra idea secondo le leggi associative. Ciò che importa fare per poter
riposarsi è di rompere il pensiero logico, cioè la rappresentazione logica che
le imagini suscitano in noi. « Veder del nero » e nuli'altro che del nero non è
cosa facile e del resto non è necessario. A uno riescirà meglio una
monoideazione diversa : per es. : l'idea di un fiume che scorre, di una corda
che continua all'infinito e che il nostro pensiero si incarica di svolgere
senza posa, ecc. A un altro riescirà meglio il proposito di « negare attenzione
a ogni pensiero cosciente » scacciando da sé le idee colla stessa tranquilla
insistenza con cui un cavallo ciondola la coda per scacciare le mosche.
1" Isolarsi.
2° Rilassarsi.
3° Arrestare il lavoro cerebrale o per meglio dire,
dissociare ogni cerebrazione cosciente.
Riassumendo, diremo che nostra preoccupazione
costante deve essere l'arte di utilizzare le proprie forze in blocco, dirigendone
tutta la potenza su un punto solo. La nostra deve essere una vera tattica di
guerra: il pensiero, l'energia mentale non devono trovarsi sparpagliati su una
superficie troppo vasta, giacché nessuna forza propulsiva né alcuna resistenza
è in tal caso possibile. Se invece riuniamo le nostre energie in un fascio,
potremo resistere a un urto formidabile o a nostra volta dare l'assalto a una
fortezza.
6, La meditazione (2).
(2)
Per la meditazione vedere Biblioteca Hermes N. 42: L'EDUCAZIONE DELLA VOLONTÀ
(L. 6,—).
La meditazione, riferita al Magnetismo Personale,
consiste nel conservare un sentimento favorevole, impedendogli di traversare
troppo rapidamente il campo della coscienza, per obbligarlo a sopire in noi le
idee e i sentimenti sfavorevoli che potrebbero ancora assalirci; nel portare
sulle diverse circostanze della vita uno sguardo penetrante per afferrarne i
minimi particolari; nell'utilizzare fruttuosamente le risorse che sono a nostra
disposizione ed evitare i pericoli ai quali siamo costantemente esposti. La
meditazione permette di acquistare la forza, la resistenza, la virtù che
caratterizzano gli animi elevati; essa ci assicura il mezzo di armarci per il
presente e prepararci per l'avvenire.
*
Per meditare utilmente bisogna trovarsi in buone
condizioni fisiche e morali e prepararsi coll'isolamento durante 5-6 minuti
almeno. Aprite allora completamente il campo della coscienza per ricevere tutti
gli influssi, tutti i pensieri, tutte le idee, tutti i sentimenti che possono
arrivarvi; discuterli, conservare i buoni, respingere i cattivi e concentrare
la propria energia sulle risoluzioni che si vogliono prendere.
Se non si fissa la propria attenzione su un
soggetto speciale, si cerchi di evocare le idee di bello, di bene, di buono, di
utile, far nascere in sé dei sentimenti d'interesse generale, risvegliare dei
moti d'affetto, scoprire una nuova via che possa riuscirvi utile, esaminare
delle norme di condotta.
Fissando al contrario la propria attenzione su un
soggetto determinato, si cerchi di considerarlo sotto tutti i punti di vista,
in tutti i particolari, allo scopo di bilanciare i vantaggi e gli
inconvenienti; si ragioni sugli uni e sugli altri per calcolare le probablità
di riuscita e giungere più sicuramente allo scopo che si ha di mira.
Dal nostro punto di vista, possiamo prendere come
soggetto di meditazione lo sviluppo della nostra personalità magnetica,
analizzando tutte le impressioni che non mancheranno di farsi sentire, cercando
di ben comprendere il vantaggio di nulla trascurare per giungervi. Si può
quindi prendere un soggetto particolare « volere, per esempio, sbarazzarsi di
un difetto e sviluppare più particolarmente la tale o tal'altra qualità che si
desidera mettere al suo posto ».
Si può meditare dovunque: nei campi, nei boschi, in
ogni ora del giorno e della notte; ma è sopratutto nella solitudine che si ha
maggior vantaggio a meditare. A nostro avviso la miglior meditazione è quella
che si fa alla sera coricandosi, a patto di addormentarsi sulla risoluzione
presa, vale a dire pensando dolcemente di fare per 1' avvenire la tal cosa o di
non fare la tale azione.
Uno scoglio da evitare è di abbandonarsi alla
fantasticheria, giacche in questo stato l'attenzione sonnecchia lasciando scorrazzare
liberamente le idee e i sentimenti nel campo della coscienza e concatenarsi
sotto l'azione delle influenze più insignificanti e più impreviste. La
fantasticheria sentimentale, che conduce facilmente alle idee tenere, è
particolarmente nociva allo sviluppo della personalità magnetica, giacché è
suscettibile di farci perdere la nostra energia.
Ben diretta, la meditazione diventa uno dei fattori
più importanti dello sviluppo della personalità magnetica.
7. L'accumulo delle forze magnetiche.
Tutta
l'arte di sviluppare il magnetismo personale si riduce in fondo all'arte di
utilizzare le forze che gli altri disperdono inutilmente o con danno di se
stessi. Una di queste forze è il desiderio.
Il desiderio è una corrente mentale carica di
potenza. Tutti i desideri agiscono secondo il principio delle correnti
elettriche e sono retti, se non dalle stesse leggi, almeno da leggi analoghe di
attrazione e di repulsione.
Quando voi cedete al desiderio, sperperate e
diminuite per conseguenza la vostra potenza di attrazione; sradicate il
magnetismo che avrete dovuto tenere in riserva per attirare a voi le buone cose
della vita. Quando avrete imparato a considerare il desiderio non come un
ostacolo ma come una risorsa, il vostro successo sarà assicurato.
La forza del desiderio si manifesta sotto un gran
numero di correnti mentali, come l'impazienza, la collera, la prodigalità, la
noncuranza o la vanità. Quest'ultima corrente è quella che indebolisce di più.
Essa si manifesta sotto forme talmente insidiose che noi non ci rendiamo conto
il più delle volte che cerchiamo deliberatamente di soddisfarla.
Il modo di procedere è dunque, non appena sentite
una corrente di desiderio, di trattenerlo in voi, di rifiutarvi di
soddisfarlo. Mediante questo sforzo cosciente della vostra volontà, voi vi
isolate dalla scarica indebolitrice di forza e nel medesimo tempo create uno stato
di attrazione che esisterà sino a quando questo desiderio non si
neutralizzerà essendo soddisfatto.
Facciamo un esempio. Scegliamo il desiderio di
sorprendere. Quando avete una notizia per quanto non comune, nonostante il
piacere che provereste a comunicarla a un vostro conoscente, conservate il
silenzio, perchè è questo il primo tentativo pratico di acquisizione di
magnetismo mediante il desiderio represso. Il vostro segreto è una unità di
magnetismo mentale messa in riserva nella batteria del vostro cervello, e
questo segreto custodito, produce una forza che ne attira a sé un'altra dal di
fuori, così come il vostro denaro produce interesse alla banca.
Più segreti avete in riserva nel vostro spirito e
più grande è l'impressione e l'attrazione che voi esercitate; in egual modo,
più padroneggiate i vostri impulsi e più grande è l'accumulo delle vostre forze
di riserva che rimane latente, intatto e pronto a servirvi nelle faccende
importanti.
Non immaginatevi che quest'abitudine di reprimere
gli impulsi produrrà in voi un torpore capace di annientare il desiderio. Al
contrario: i desideri acquistano una forza e una potenza decupla, come un fiume
imbrigliato esercita una pressione più grande contro le sue rive, e allora, quando voi
siete disposto a far uso di questa potenza, questa conta già qualche cosa. Essa
è divenuta in realtà una Forza. È facile comprendere il come osservando che
ogni desiderio genera un impulso di esteriorizzazione e che quindi il fatto di
ritenerlo, di conservarlo, irrobustisce la vostra energia.
Un'altra importantissima fonte di magnetismo
personale è il mistero. Il mondo abbandona il potere a coloro che non riesce a
comprendere. L'uomo magnetico è impenetrabile perchè non permette che lo si
penetri. Anche voi dovete restare un mistero; non dovete rendervi volgare, o
farvi la reclame sotto alcuna forma. Lasciate i vostri conoscenti
nell'ignoranza dei vostri attributi e delle vostre opinioni, il più che vi è
possibile. Pungete in tal modo la curiosità dei vostri amici. Ricevete le
notizie che vi si danno con calma benevolenza, ma quasi senza commenti. Il
vostro interlocutore sarà sorpreso che la notizia che l'ha così vivamente
impressionato faccia cosi poco effetto su di voi. Voi dovete tuttavia far
vedere che la notizia vi interessa, ma che non disturba l'equilibrio del vostro
spirito quanto disturba il suo. Che accade? Accade che riconoscendovi una virtù
di cui non vi sapeva capace, incomincia ad avere maggior rispetto per voi,
perchè gli riuscite un enigma. I grandi uomini della storia
sono quasi sempre stati un mistero per i loro intimi.
Il terzo fatto da ritenere è che il silenzio che
noi raccomandiamo non implica la selvatichezza, l'insociabilità; il silenzio è
semplicemente l'abitudine di rattenersi, l'abitudine di pensare con
fermezza. Fate parlare l'altro. Ripetiamo che voi dovete rimanere un
mistero. Se soddisfate la sua curiosità, provocate uno scambio di correnti, ciò
che in elettrologia si direbbe una neutralizzazione. Voi avete dato e ricevuto
e frattanto è cessato lo stato d'attrazione. Ma conservando sempre ii mistero,
rifiutandovi di soddisfare la curiosità, diventate voi stesso l'oggetto che
attira; assumete la funzione di calamita e gli altri quella dell'acciaio.
Raccomandiamo all'allievo di agire con prudenza,
con discrezione, di non voler mutare condotta ad un tratto.
Questo metterebbe in sospetto i vostri amici e
farebbe pensar male di voi.
In quarto luogo raccomandiamo di evitare la mania
delle lodi. L'uomo attrattivo o magnetico non parla mai di sé. Ne consegue che
si parla più di lui, che lo si ammira e lo si loda più che se avesse impiegato
tutti i suoi mezzi a preparare degli « effetti » di conversazione per lusingare
la propria vanità.
Poco tempo dopo la messa in esecuzione di queste
idee, noterete un grande cambiamento: proverete un senso crescente di amor
proprio, di dignità cosciente, di potenza. Dopo ogni repressione della
forza-desiderio potrete sentire positivamente la pòtenza nei vostri nervi. Noterete pure un
cambiamento nella condotta degli altri a vostro riguardo. Essi proveranno il
desiderio ancor più vivo di farvi parlare, di conversare e di stare con voi.
Voi potete sempre mantenere e far crescere questo stato d'animo, ricordandovi
la regola della curiosità « non soddisfatta ». Lasciate che i vostri amici si
stupiscano, ma non lasciate veder loro che avete un motivo di agire così.
8. Come approfittare delle forze avverse.
Nei capitoli precedenti abbiamo dimostrato che
l'impulso o il desiderio è una forza, e precisamente la forza che voi vorreste
mettere in moto per influenzare il prossimo. Dovete ora ben comprendere, se non
lo avete già compreso, che ogni desiderio è una forza mentale e magnetica,
positiva o negativa; che questa forza cerca di unirsi alla sua forza contraria
per essere soddisfatta, come il polo positivo della calamita attira il polo
negativo dell'acciaio.
Si tratta ora di impiegare l'impulso che vi spinge
a fare o non fare, in modo che esso si accumuli in voi, serva a ricaricare la
vostra energia.
L'allievo ha già imparato a reprimere la vanità, il
desiderio di confidarsi, di mendicare degli elogi. È tempo di riconoscere che
qualunque sorta di tentazione (collera, sensualità, impazienza, gola, ecc.) è
un benefìcio perchè serve ad aumentare la propria forza di attrazione « a patto
di non servircene, a patto di non soddisfarla », ciò che equivarrebbe a scaricare
la batteria.
Praticamente, ecco come dovete agire.
Supponiamo che vi troviate sotto l'impero di un
desiderio o di una tentazione qualunque (1). Questo desiderio voi sapete ora
che è una prova della vostra potenzialità di carica. Invece di disperderla, concentrate
il vostro spirito su questo desiderio, traetene l'essenza della sua forza
fisica e intera, quindi incominciate lentamente a inalare l'aria con tutta la
forza dei vostri polmoni, durante otto secondi circa. Durante questo
procedimento ripetetevi mentalmente questa formula:
(1) Anche le tentazioni, i desideri più meschini
possono servire a questo scopo : desiderio di fare una passeggiata, di fumare
una sigaretta, di aprire un giornale mentre dovete lavorare, di correre alla
finestra sentendo rumore, ecc. ecc. Non aspettate i « grandi fatti » che
accadono di rado : adoperate per l'allenamento i fatti di ogni minuto.
« Io mi approprio coscientemente la forza piena
e intera di questo desiderio ».
Poi trattenete il fiato durante otto secondi circa
e ripetete mentalmente queste parole:
— Io
assorbo coscientemente questa forza, e ormai essa mi appartiene.
In ultimo esalate il fiato durante otto secondi,
con lentezza e uniformità, ripetendovi mentalmente le parole:
— Io
possiedo ora una misura e un equilibrio perfetti, coi quali posso rendermi
padrone della forza magnetica che ho accumulato ».
Se lo si vuole, si può ripetere l'esercizio
parecchie volte.
L'esercizio respiratorio è raccomandato non solo
come un mezzo di fissare l'idea di assorbimento, ma anche avuto riguardo agli
strettissimi rapporti che intercedono fra il ritmo respiratorio e la natura
emozionale dell'uomo (1).
È utile persuadersi che la tentazione perde ogni
forza su di noi, dal momento che è ben stabilito che possiamo convertirla a
nostro profitto. Così facendo noi riusciamo a diventar superiori alla
tentazione; uno scopo che gli uomini tentano sempre di conseguire. A questo
proposito Turnbull si esprime:
« Paragoniamo una tentazione a una bomba che sia
caduta ai vostri piedi colla miccia accesa. Conoscendo la natura e la
costruzione delle bombe, voi agite senza indugio, con intelligenza e togliete
la miccia. La potenza della bomba diventa allora vostra, e voi potete fame uso
quando vi aggrada. Un ignorante avrebbe lasciato con suo danno che l'esplosione
avvenisse ».
8. Metodi di radiazioni diretta dell'influenza magnetica.
Insegneremo tre metodi che hanno per base comune il
« ritiro nel silenzio ». Ciò significa che l'allievo deve ritirarsi in una
camera dove non possa venir disturbato né udire alcun rumore. Deve stare seduto
o coricato, ma a suo agio, e condannarsi durante dieci minuti circa a uno stato
di passività assoluta. Tutti i suoi muscoli devono essere rilassati, dal suo
spirito deve essere bandito ogni pensiero conturbante.
Il primo metodo è quello della fotografia
mentale. Quando sarete nello stato di calma suddescritto, sedete a un
tavolo e scrivete molto leggibilmente su un foglio di carta bianca una frase
succinta che esprima un desiderio qualunque. Scrivete per esempio : « Voglio
che cessino i dissensi che ho con Tizio » ; oppure : « Voglio che il
Sig. X sia forzato a fare la tale
o tal'altra cosa ». Dopo aver scritto ciò che desiderate, leggibilmente e
brevemente, rimettetevi a vostro agio e guardate fisso il vostro scritto, concentrando
il pensiero con intensità, ma con calma, sul senso delle linee che avete sotto gli occhi.
Respirate lentamente e profondamente nell'intervallo.
(1) Vedere il capitolo della respirazione psichica
nel vol. N. 27: GINNASTICA RESPIRATORIA (L. 6,—).
Questo procedimento si chiama la fotografìa
mentale. Esso si basa sulla teoria che con questo mezzo si arriva a produrre in
modo perfetto delle correnti mentali, in tutta la loro forza. Se dapprincipio
esprimete dei desideri semplici e ragionevoli come godere di miglior salute,
acquistate delle abilità mentali, un carattere più dolce, riuscirete
probabilmente subito. A misura che vi eserciterete potrete fare delle domande
più precise e particolareggiate, come quelle che abbiamo citate. Pino a che non
domanderete qualche cosa che sia nocivo, direttamente o indirettamente ai
diritti e alla felicità del vostro prossimo, otterrete una misura di successo
basata sulla sincerità e l'intelligenza di cui darete prova seguendo questo
procedimento.
Il secondo metodo è quello del plesso solare. Il
plesso solare è il grande nervo centrale del midollo spinale, posto dietro il
cavo dello stomaco. Alcuni scienziati affermano che il plesso solare è un
cervello — il cervello addominale — e che ha un'influenza non solo sulle
funzioni del corpo come la respirazione e la pulsazione cardiaca, ma anche
sulla natura emotiva dell'individuo (1).
(1) Vedere Biblioteca Hermes N. 50: L'EDUCAZIONE DEL
CORAGGIO (L. 4,—).
Alcuni considerano il plesso solare come un vero
centro magnetico o come una neuro-calamita suscettibile di influenzare la
personalità altrui o essere da lei influenzato. Ecco come procedere.
Dopo esservi raccolti e posti nello stato di
passività già spiegato, allungatevi su un letto, dopo aver preso la precauzione
di allontanare tutte le coperte che potrebbero mettere un ostacolo qualunque ài
vostri movimenti. Trattenete allora la respirazione facendo comprimere il
petto: l'aria penetra nell'addome, e lo distende. Comprimendo poi l'addome il
petto si riempie se si rattiene egualmente la respirazione. A ciascuna
respirazione si deve comprimere e distendere il petto e l'addome, e ciò a volta
a volta, e abbastanza rapidamente, per cinque volte di seguito. Ci si riposa
poi per trenta secondi e si ricomincia l'esercizio. Finalmente dopo una nuova
pausa di trenta secondi, si ricomincia per la terza ed ultima volta.
È facile capire che in tal modo si agisce
direttamente sul plesso solare facendogli subire un massaggio interno e
stimolatore mediante l'azione degli organi adiacenti (1). Il lato mentale di
questa teoria è che il desiderio da soddisfare deve esser rattenuta
tranquillamente nello spirito durante l'esercizio, e che lo stimolo dato al
plesso solare o alla batteria nervosa produce il rigetto del pensiero. Questo
rigetto avviene mediante vibrazioni che influenzano l'organismo, dotato più o
meno di nervosità e di ricettività, delle persone interessate.
(1) Vedere Biblioteca Hermes N. 45: LA GINNASTICA DEI
VISCERI (L. 6,—).
Il terzo e ultimo metodo è il metodo muscolare. La
teoria su cui si fonda è che ogni forza espressa, sia dall'Intelligenza che
dallo Spirito, la Gravità, l'Elettricità, l'Azione muscolare, ecc. è della
stessa essenza. Queste forze non differiscono tra di loro che nella forma che
prendono per manifestarsi.
Basandosi su questa teoria, l'allievo, dopo essersi
ritirato nel silenzio, dovrà mantenersi completamente diritto e contrarre ogni
muscolo del suo corpo, più rigidamente che può. Eccoci dunque in presenza di
una forza creata, ma non impiegata. Lo spirito dell'allievo si porta allora
ardentemente sul desiderio che deve essere soddisfatto. Egli vuole con
tutte le sue forze che questo desiderio si compia. Egli si assicura, nello
stesso tempo, che la forza-espressione fìsica, vale a dire la rigidità dei suoi
muscoli affaticati, si trasformi in forza-espressione mentale. Importa che egli
mantenga nel suo spirito questa idea: mentre la forza sfugge dai suoi muscoli
affaticati, essa si ritira da lui sotto la forma mentale del suo desiderio, e
agisce sotto questa forma sulla personalità o sulle condizioni interessate.
Si può, per dare un esempio, mettere in pratica
questo esercizio ogni mattina, con questo pensiero nello spirito:
— I miei affari andranno
meglio.
Oppure :
— Non voglio avere un momento di inquietudine in
tutto il giorno.
O qualunque altro piaccia o convenga.
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