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 Come si inizia a Parlare in pubblico

 

Seduti o in piedi? Dipende dalle circostanze e dalle strutture che vi ospitano, quindi dagli spazi a disposizione, dalla possibilità che ha il pubblico di osservarvi, dalla vostra predisposizione. In linea di massima è molto meglio parlare in piedi perché denota una  maggiore apertura verso gli altri e vi consente di gestire con meno fatica la gestualità che, come vedremo, è molto importante. Parlare in piedi, inoltre, secondo alcuni studiosi,  aiuta a scaricare l’ansia nelle gambe anziché rivelarla nell’espressione del viso e ridurrebbe persino la sudorazione !

Comunque, seduti o in piedi, il momento decisivo all’inizio della vostra relazione o    del vostro intervento è il cosiddetto stand by. Cioè quell’attimo in cui prima di iniziare il vostro intervento, voi restate fermi ad osservare il pubblico ed esigete attenzione. La platea si ricompone, il brusio si attenua e gli occhi degli astanti convergono tutti su di voi. Aspettate qualche secondo, e mentre i vostri occhi scrutano il pubblico, “apritevi” con un sorriso. Adesso, potete iniziare a parlare.

 

L’apertura del discorso serve, oltre che a concentrare definitivamente l’attenzione su di voi, anche ad annunciare l’argomento che si va a trattare, a rompere il ghiaccio e a creare un clima positivo, che potete ottenere, come già accennato, con una battuta, un proverbio, un aforisma appropriato etc.

Se, per esempio, vi accingete a parlare dell’importanza del ruolo femminile nella società moderna, potrete esordire dicendo: “ogni volta che mi capita di parlare in pubblico di questo argomento mi viene in mente Arthur Schopenhauer, uno che amava molto il genere femminile! “e accennate una battuta del filosofo che, notoriamente, fu un terribile misogino.

Poi passate alla presentazione dei vostri assistenti o collaboratori, (se ne avete) per i quali dovete usare pochissime parole ed evitare, se possibile, i titoli accademici ed onorifici. Potete esordire dicendo: “daranno un contributo alla trattazione del tema (indicandoli con un gesto della mano) Mario Rossi, psicologo, dell’Università di Bologna, Alberto Bianchi, formatore dell’Istituto di Comunicazione di Trieste e Simona Verdi, psicoterapeuta e insegnante di filosofia all’ITC di Palermo, che ringrazio anticipatamente per la loro cordiale disponibilità e che ascolteremo più tardi.”

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