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Prendere la Parola

 

Chiusa la premessa generale vediamo di inquadrare in maniera più ampia il nostro tema. Parlare in pubblico è un insieme di abilità, una sinergia di percezioni che vengono dall’esterno e dagli interlocutori a cui ci rivolgiamo. È una sintesi di esperienze personali e professionali che proviene dal nostro background culturale e formativo, è una somma di osservazioni del mondo che abbiamo ricevuto scrutando con occhi attenti tutto quello che ci circonda.

 

Parlare in pubblico non sempre significa tenere una conferenza a centinaia di persone, il che richiede una adeguata preparazione della quale parleremo in altro capitolo. Le occasioni di parlare in pubblico nella vita moderna sono tante: una riunione di condominio, l’assemblea di un consiglio di circolo scolastico, un incontro informale con un gruppo di amici, un seminario di studi o una riunione in azienda fra colleghi in cui ci viene richiesto di prendere la parola.

In queste occasioni parlare può sembrare un affare da nulla, ma chi ha fatto queste esperienze sa bene che non è così. Perché quando ti chiedono di prendere la parola e non sei preparato, devi “parlare di getto”, devi improvvisare, senza avere avuto prima la possibilità di prendere appunti o di riordinare le tue idee. Insomma, ci sono momenti in cui non sai cosa dire, e quindi la brutta figura è sempre in agguato.

Quindi, quando partecipate ad una riunione o ad un’assemblea, tenete presente che si può sempre presentare l’occasione che vi venga chiesto di prendere la parola, oppure che voi stessi, a seguito di una lesione dei vostri interessi o perché ricevete una provocazione o per contrastare l’opinione di altri, decidiate di intervenire. Allora, prima di “entrare” con un intervento fra il pubblico, oppure durante il dibattito, prendete qualche appunto anche se non necessariamente per iscritto. Insomma, riordinate le idee, fatevi una traccia mentale, perché anche per improvvisare bisogna seguire un filo logico. Eviterete, come spesso accade, con grave pregiudizio dell’ immagine, che il vostro intervento non abbia alcuna personalità, che sia incolore, espresso con largo uso di avverbi, di intercalari, di lunghe pause, se non addirittura con imperdonabili incertezze linguistiche dando un’idea sbagliata sulle vostre reali capacità, oppure che non avete affatto le idee chiare sull’argomento di cui si tratta. Se invece avete impostato precedentemente una pur breve traccia e magari avete fatto una analisi preventiva del pubblico e delle sue esigenze, il vostro discorso avrà più ricchezza di linguaggio, più personalità, e risulterà piacevole all’uditorio. Un consiglio: in occasione di un’assemblea o di un incontro con pubblico, non prendete la parola presi dall’emotività o peggio, dall’ira. Un discorso emotivo “fatto col cuore” insomma, può risultare molto incisivo e coinvolgente, ma può anche condurvi al disastro, quindi meglio evitare e chiarirvi prima le idee.

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