LO SDOPPIAMENTO
I fatti. - Le teorie. - Il
doppio. - Le forme-pensieri. - La
sperimentazione. - Gli adattamenti.
I fatti.
Sdoppiarsi significa in altri
termini essere visto o udito a una distanza considerevole dal
proprio corpo; vedere e udire ciò che avviene lontano è la più
straordinaria manifestazione telepsichica. La storia
testimonia di numerosi esempi di sdoppiamento; ne ho riferito
qualcuno in altre mie opere. Ai nostri giorni lo
studio e l'osservazione di tale fenomeno è ricchissimo. Per
convincersi basta leggere i processi verbali della Società di
ricerche psichiche di Londra o le opere di Gurney, Myers, Podmore,
Maxwell e Boirac citati nel i capitolo: vi si troverà il resoconto
di un'enorme quantità di fenomeni spontanei. Qui, noi vedremo come
trarre deliberatamente profitto da questa possibilità. Soltanto una
speciale predisposizione permette di giungere allo sdoppiamento
integrale, ma se l'intenzione, mantenuta costante, di influire sul
pensiero altrui è sufficiente a molti perché 1a loro attività
mentale si irradi efficacemente, una disposizione di spirito analoga
determina quasi sempre parzialmente la proiezione simultanea in due
luoghi diversi.
Le Teorie. I. Il doppio.
Se la scienza moderna
comincia appena a sfiorare - e con quale circospezione - lo studio
di tale fenomeno, si sono tramandati, attraverso le epoche, dei
testi che sostengono, in altri tempi, la perfetta conoscenza, la
padronanza delle leggi dello sdoppiamento. L'occultismo - ricordo
del sapere degli antichi - ci presenta l'uomo costituito non
soltanto da un'anima e da un corpo, ma anche da un terzo elemento
intermedio tra l'uno e l'altro. È il doppio o Ka dei preti egiziani,
il Kamarupa degli Indù, il Nephesch dei cabalisti, il mediatore
plastico degli erme tici, più conosciuto ai nostri giorni sotto il
nome di corpo astrale. Formato esattamente sul modello
dell'apparenza materiale, il corpo astrale, fatto di una sostanza
ancora più sottile dello stato eterico dei fisici, si interpenetra
nell'organismo tangibile di cui è d'altronde l'edificatore, il
conservatore e l'animatore. Con il favore di letarghi simili alla
morte - coloro che praticano la magia sanno provocarli su se stessi
e gli ipnotizzatori possono ottenerli dai loro soggetti - l'anima
(la coscienza psicologica) si esteriorizza, trasportata dal corpo
astrale e, abbandonando il corpo fisico, a cui un legame fluidico
tiene unito il corpo astrale, essa trova abolito lo spazio.
Oltre quest'ultimo aspetto,
mille altri sono possibili e anche frequenti. Ci sono le diverse
forme di metagnomia - nome creato da Boirac, il defunto rettore
dell'Università di Digione - per designare la percezione di cose e
esseri situati fuori della portata dei sensi nel tempo e nello
spazio: un sonnambulo lucido, un chiaroveggente, una persona dotata
di doppia vista vi descrivono a Parigi un amico residente a
Marsiglia o un avvenimento che accadrà. Ciò è loro possibile
grazie a uno sdoppiamento parziale. Un uomo colpito a morte o appena
morto appare, oltre oceano, a sua madre: sdoppiamento provocato
dall'emozione. Sotto l'effetto del cloroformio, un
paziente si esteriorizza e assiste alla propria operazione: stesso
fenomeno. Nel corso del sonno naturale, il dormiente sogna di
visitare la casa di suo padre e di vedere manifestarsi il fuoco. L'indomani
apprende l'effettivo sinistro dell'immobile. Si era sdoppiato,
proiettato simultaneamente in due luoghi, e ha visto.
Case stregate e un buon
numero di fenomeni spiritici si spiegano così con l'esteriorizzazione
del doppio. Ma bisogna leggere, di Gurney, Myers e Podmore, le
Hallucinations télépathiques, per avere un'idea della familiare
frequenza dello sdoppiamento.
Nella maggior parte dei casi
seriamente osservati, lo sdoppiato non ha coscienza di esserlo - e
questo non deve sorprenderci - perché si tratta quasi sempre di una
proiezione del solo doppio, durante la quale l'anima, l'elemento
psichico, la coscienza, rimane presso il corpo fisico.
Quando seduti con abbandono
e con i muscoli rilassati, pensiamo in modo esclusivo, profondo a un
terzo, noi proiettiamo inconsciamente il nostro doppio verso di lui.
L'interessato percepisce raramente questa invisibile presenza,
almeno in quanto immagine di noi stessi. E tuttavia, il nostro
doppio agisce su di lui e gli trasmette il suo movimento ondulatorio,
gli comunica la modulazione delle vibrazioni da cui è animato; ciò
suscita in lui dei pensieri che ci riguardano.
Mentre eravate sprofondati
nei vostri pensieri, sfuggiti al mondo esterno in un certo senso,
non avete mai avuto l'impressione di ritornare da molto lontano, nel
momento in cui qualche brusco richiamo vi restituiva alla nozione
del reale?
Così, anche qui, ci sono
differenti gradi del fenomeno e se la biilocazione integrale e
cosciente sembra richiedere doti singolari, ciascuno si sdoppia
spontaneamente in varia misura e ognuno può, cercando di farlo
deliberatamente, trarre profitto da questa possibilità.
Le Teorie. II. Le
Forme-Pensieri.
Tutto avviene come se,
immersi in un invisibile oceano fluidico, le nostre anime si
trovassero continuamente in reciproca comunicazione. L'occultismo
definisce questo oceano `piano astrale' e gli attribuisce un ruolo
cosmologico fra i più importanti sul quale non mi dilungherò. Ciò
che ci interessa più da vicino, è la proprietà attribuita dagli
occultisti alla sostanza del piano astrale, cioè quella di
modellarsi in forme sotto l'effetto della nostra attività psichica.
Le immagini mentali vi scolpiscono dei corpi a loro somiglianti. La
risonanza delle nostre impressioni, emozioni, sentimenti vi genera
degli aggregati dai contorni e dai colori svariati. Tutte queste
creazioni sono dotate di movimento e anche di semicoscienza.
Agiscono come ausiliari dell'intelligenza da cui emanano. Voler
agire quindi su un terzo, trasponendosi col pensiero là dove si
trova, significa quindi proiettare una specie di fantasma, di
doppione, di alter ego che opererà sull'inconscio del soggetto
secondo le nostre intenzioni. Allo stesso modo, le immagini mentali
formate e trasmesse secondo le tecniche che conosciamo,
costituiscono corpi astrali reali, che rimangono nell'ambiente del
soggetto e vi si manifestano a volte fino all'ossessione. Possiamo
renderci conto di quanto sia suggestiva la teoria delle
forme-pensieri e quali utili ispirazioni possiamo trarne.
La sperimentazione.
Tra gli esperti che hanno
scritto sullo sdoppiamento, alcuni hanno consigliato, per ottenere
il fenomeno, l'uso di sostanze dannose per se stesse e il cui
effetto rimane del resto incompleto. Infatti l'oppio, l'etere, la
cocaina, la morfina, l'ascisc provocano lo sdoppiamento, ma tolgono
allo sperimentatore ogni capacità e possibilità di dirigere il
fenomeno - significa in sostanza che egli non potrebbe
servirsene per una qualsiasi azione psichica -.
Altri hanno proposto un metodo meno apparentemente pericoloso, che
mette a profitto l'esteriorizzazione inseparabile dal sonno naturale.
L'inconveniente di tale metodo è evidente: non avendo il soggetto un
controllo continuo su se stesso, poiché la bilocazione si effettua
in piena incoscienza, si pone nelle migliori condizioni per subire
le influenze ambientali più limitative e repressive della propria
volontà. In effetti, ne ho visti alcuni completamente squilibrati
dai loro tentativi. Lo sdoppiamento non costituisce niente altro che
una porta aperta sull'aldilà misterioso: valicare quella porta,
condizionato e annullato psichicamente, che strana audacia!
Il procedimento che esporrò
differisce sostanzialmente dai precedenti, dapprima per la sua
totale innocuità, poi perché conduce a un'esteriorizzazione graduale
durante le cui fasi lo sperimentatore conserva l'integralità della
sua coscienza e volontà. Il metodo si articola in varie fasi.
l'. Prima di tutto si deve
cercare di imporre al corpo fisico una passività completa. A tale
scopo la posizione distesa è la più conveniente. L'attenzione deve
rivolgersi, una per una, ad ogni fibra, al fine di rilasciare,
distendere perfettamente l'insieme del sistema muscolare. Si arriva
così all'immobilità assoluta.
2°. L'inerzia locomotoria
predispone a un rallentamento dell'attività intellettiva, cosa di
cui ci si rende conto molto bene e che si traduce semplicemente in
sonno naturale profondo, in coloro le cui energie psichiche sono
insufficientemente concentrate. Così, per non aver realizzato,
secondo le precedenti indicazioni, la concentrazione, l'esperienza
si interrompe da sola.
3°.. Lo sperimentatore,
ancora controllato dal suo automatismo, constata che l'agitazione
cerebrale continua: conviene allora applicarsi alla sua
regolarizzazione. Sostenere l'intenzione, senza alcuna tensione
volitiva, di diradare l'elaborazione dei pensieri, costituisce la
chiave dell'esercizio. L'intenzione diretta in tal senso non
potrebbe realizzare di colpo, e neppure in un piccolo numero di
sedute, la sospensione completa del pensiero.
Gradualmente la calma succede all'agitazione e, ancora una volta, il
sonno ghermisce gli ottimisti sperimentatori. Ma dopo alcune
settimane di tentativi giornalieri, momenti sempre più prolungati
segnano un primo progresso; poi questo stadio si prolunga ancora e
ben presto si mantiene, appena turbato da qualche vaga reazione.
Finalmente lo si ottiene costante e nnniforme: è l'isolamento. In
tale stato, la percezione sensoriale si trova notevolmente attenuata;
i rumori esterni diventano indifferenti, allo stesso modo delle
sensazioni visive, olfattive o tattili. È come essere in una
condizione analoga a quella di un individuo talmente assorto da non
sentire chi gli parla. È a questo punto che s1'esteriorizzazione
comincia a manifestarsi.
4°. Si ha chiaramente la
sensazione di non essere più strettamente racchiusi nei limiti del
corpo fisico: ci si sente come innalzati parallelamente a lui, o a
una qualche distanza. La minima intenzione volontaria ristabilirebbe
lo stato normale. Quindi nessuna apprensione, ma un benessere quasi
nirvanico.
5°. Giunto a tali risultati e
quindi capace di isolarsi in pochi minuti, alla primitiva intenzione
di stasi intellettuale, si sostituirà quella di esteriorizzarsi
sempre di più perseguendo l'esperienza senza fretta e dedicandovi
press'a poco un'ora al giorno. Secondo i casi, l'evoluzione delle
possibilità di bilocazione prenderà un corso adeguato alle
predisposizioni di ciascuno. Così, alcuni cominceranno: (a) a
percepire il mezzo astrale sotto forma di una luce o di un'ombra
diffusa dove forme, figure, immagini si delineeranno a poco a poco;
per altri, (b) lo spazio iperf sico sarà facilmente percorso e i
doppioni dei viventi saranno percepibili prima del piano astrale.*
6°. Gli sperimentatori che
osserveranno il fenomeno (a) otterrebbero
risultati più rapidi orientandosi verso la metagnomia: sono dei
percipienti piuttosto che irradianti. Coloro a cui si presenterà il
fenomeno (b) sapranno che sono meglio dotati per agire, per
manifestarsi, piuttosto che percepire le vibrazioni emesse da altri
centri. Eccelleranno quindi più facilmente nell'azione a distanza.
Come si è visto, se si
affrontano queste pratiche psichiche senza possedere de riserve
energetiche che ne assicurino insieme il successo e l'innocuità, l'unico
-rischio che si corre è quello di gustare un sonno ristoratore. Ma
l'esercizio, di per sé, educa a poco a poco il soggetto e sviluppa
notevolmente le sue disposizioni. Con tentativi rinnovati con
assiduità, ognuno arriva quindi allo scopo.
Se si procede, nell'azione telepsichica a distanza, con un
preliminare sdoppiamento, basterà evocare l'immagine del soggetto e
precisare bene l'intenzione di raggiungerlo perché ne consegua un
risultato conforme all'intenzione. L'azione sarà allora più
efficace, più rapida, pur esigendo meno sforzo della suggestione
mentale ordinaria. |