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LO SVILUPPO DELLE DISPOSIZIONI TELEPSICHICHE

 

La pratica dell'ipnotismo propriamente detto, nel quale si agisce su soggetti presenti per mezzo dello sguardo, della parola, del gesto e della volontà, costituisce un'eccellente preparazione alla telepsichia. Tutte le facoltà mentali attive vi sono educate, in particolare l'attenzione, il giudizio e la capacità volitiva. È una psíco-ginnastica razionale e sintetica che sviluppa le qualità intellettuali pur rafforzando nello stesso tempo la forza di carattere. Essa implica tutti gli sforzi d'iniziativa, di discernimento, di padronanza di sé e d'influenza sugli altri suscettibili di contribuire alla formazione di una forte personalità. Per questo, la strada più breve per diventare un buon operatore telepsichico, consiste nel dedicarsi con assiduità all'ipnotismo diretto. Un uomo esperto nell'uso dei procedimenti ordinari di ipnotizzazione, sa pensare con tutta l'intensità, tutta la precisione necessarie per agire a distanza.

  Molteplici considerazioni possono dissuadere o fermare il debuttante. Dapprima la difficoltà di trovare dei soggetti. Le persone assai sensibili ai tentativi ipnotici di un debuttante tanto da provarne immediatamente degli effetti inequivocabili, sono poco numerose. Ve ne sono comunque, circa il 15% e su questi quindici, se ne trovano due o tre che ipnotizzerebbe anche un bambino senza difficoltà. Del resto, per un fenomeno facile a capire, la maggior parte della gente la cui impressionabilità ne fa dei soggetti ipnotizzabili, si lascia convincere più facilmente delle persone refrattarie, a sottoporsi a pratiche ipnotiche. Nelle sedute pubbliche, quando lo sperimentatore invita sul palco quelle,, tra le persone presenti, che desiderano subire la prova della loro suggestionabilità, sono quasi tutti dei buoni soggetti quelli che'si presentano. Nella vita privata, le persone predisposte si riconoscono da alcuni segni rivelatori, su cui offro alcune precisazioni, sicuro di far piacere a più di uno.

  Qualunque cosa si possa dire delle teorie - necessariamente destinate a scomparire per far posto ad altre man mano che l'esperienza le modifica - è in uno schema teorico che i fatti si ordinano meglio. Mi servirò quindi di uno schema che mi è familiare: quello dei quattro mezzi d'influenza.

  Su cento individui presi a caso, alcuni sembrano particolarmente sensibili agli stimoli sensoriali, cioè quelli che procedono dalla periferia nervosa al centro, per esempio un colpo di gong oppure il fissare un punto luminosissimo. Si conosce il numero notevole dei traumatizzati di guerra: uno scoppio vicino li immobilizzava, stupefatti, in un atteggiamento catalettico. Il dottor Mesnet ha riferito un esempio di ipnosi spontanea da forte luce. Nel libro Le Somnambulisme provoqué, riferisce il caso di un capostazione, ammaliato da un proiettore di locomotiva e schiacciato, che' prima di morire, dichiarava di aver perduto conoscenza dal momento dello choc abbagliante dei fanale sulla retina, fino al momento in cui aveva ripreso conoscenza in ospedale.

  Altri invece si mostrano quasi del tutto refrattari ad ogni altro procedimento tranne la suggestione, che contrariamente all'azione sensoriale, colpisce direttamente l'organo centrale per reagire in seguito sul sistema nervoso con andamento centrifugo. Si osservano così alcune persone, poco influenzabili in altro modo, su cui le proiezioni magnetiche reagiscono in pochi minuti. Infine, anche l'azione puramente psichica - la suggestione mentale - conta individui predisposti. Aggiungo che si trovano abbastanza frequentemente soggetti influenzati press'a poco in ugual misura da due o tre dei quattro procedimenti.

  Ecco ora alcuni suggerimenti da tener presenti per giudicare la sensibilità ai fenomeni psichici.

  Prima di tutto diciamo che un sistema nervoso, così sensibile alle azioni sensoriali da cadere poi in uno stato secondo, è necessariamente tarato o troppo depresso. Predisposizione ereditaria all'alcolismo o ereditarietà specifica, degenerazione della cellula nervosa, iperestesia sono sempre legati all'ipnotizzabilità sensoriale. Ecco perché Charcot e la sua Scuola erano in disaccordo con Liébeault e Nancy: alla Salpétrière, si facevano delle esperienze su isterici, ebefreno-catatonici, - su anormali, esclusivamente. A Nancy invece, il terreno sperimentale, più ampio, comprendeva ogni tipo di malato. Ecco anche perché Babinsky e i neurologi del ventesimo secolo sostengono: suggestionabilità = isteria = pitiatismo: lavorano esclusivamente su terreno nevrotico.

  Esiste un modo molto semplice per rendersi conto se lo stimolo di un senso indurrebbe all'ipnosi il soggetto osservato: disporlo in modo tale che il suo campo visivo sia colpito da un parato, da un pannello a righe verticali alternate, nere e bianche, rosse e bianche, blu e bianche, ecc. Una persona normale accuserebbe soltanto un debole disturbo visivo. In un soggetto sensoriale, si noterà un'alterazione accentuata del sistema psico-nervoso: rallentamento delle associazioni d'idee, ebetismo, torpore, e a volte anche allucinazioni spontanee.

  Passiamo ora a diagnosticare la sensibilità alla suggestione. Essa si valuta, a mio avviso, dalla tendenza più o meno accentuata al monoideismo spontaneo. I segni esterni che la rivelano sono i seguenti: volti ovali o triangolari, in opposizione alle fisionomie rotonde o quadrate; predominanza nelle linee del volto di contorni ellittici piuttosto che rettilinei; -altezza insufficiente del terzo superiore del viso o eccedenza del terzo inferiore (nei due casi il soggetto è anche predisposto all'ipnotismo sensoriale); orecchie sprovviste di orli, di lobi, o di ambedue; pollice gracile o corto; la linea del mento tenue o assente. Anche il naso fornisce un'indicazione: le persone suggestionabili si contano in notevole proporzione tra quelle il cui organo olfattivo presenta sia la forma convessa terminante a punta, sia la forma concava con terminazione rotonda.

  Ciascuno di questi segni offre un'approssimazione; se lo stesso individuo ne presenta parecchi, senza alcun dubbio è `un soggetto'.

   Un'altra inibizione trattiene spesso i debuttanti: la paura del ridicolo; in apparenza inevitabile, per l'insuccesso. L'ipnotizzatore conosciuto come tale e da cui abilità non è contestata, non suscita alcuna manifestazione di scherno quando i suoi sforzi non raggiungono l'effetto atteso. Il nuovo venuto invece sente ridere di lui ad ogni esperienza fallita. Il fatto è che nella mentalità corrente, pretendere di ipnotizzare significa vantarsi di un potere quasi soprannaturale: non si ride di un insuccesso, ma di una pretensione giudicata assurda.

   In realtà, la prova merita di essere affrontata non fosse altro che per abituarsi alla sicurezza e all'impassibilità. Niente impedisce però di procedere con cautela e di scegliere, per i primi tentativi, un individuo che presenta i segni di cui ho parlato. Del resto il rischio dura poco. Non appena un signore ha eseguito in pubblico una sola ipnotizzazione, quelli che erano i più accaniti nel beffarsi dei suoi tentativi, lo considerano con meraviglia. La convenzionalità intellettuale fossilizza molte menti: colui che se ne libera a tal punto da prendere l'iniziativa di praticare qualcosa di così insolito come l'ipnotismo provoca sempre lo stupore.

  Benché il metodo indicato precedentemente resti la via più rapida per la preparazione alla •telepsichia, dal momento che è possibile formare uno sperimentatore in meno di un mese, esistono altri metodi, utilizzabili questi all'insaputa di tutti. Dapprima la conformità ai principi elementari, quali io ho esposti negli altri miei libri, poi la pratica abituale di certe regole di cui ecco l'esposizione.

1°. II silenzio.

   Non si tratta di diventare stilita, neppure rigorosamente laconico. È importante soprattutto che l'intimità morale e intellettuale resti silenziosa e si neghi a ogni confidenza, a ogni espressione verbale, a ogni comunicazione. Il silenzio racchiude numerosi moti affettivi capaci di esteriorizzare il dinamismo psichico e opera una concentrazione metodica suscettibile di armare i più deboli. La spontaneità verbale deve essere ugualmente padroneggiata con uno sforzo di attenzione, affinché alle parole suggerite da un primo impulso si sostituiscano parole più riflessive. Nuovo sforzo, nuovo contenimento, nuove unità di energia che si concentrano.

2°. L'isolamento.

  Una volta acquisita, la regola precedente sarà completata con dei ritiri periodici nella solitudine. Per evitare ogni disordine intellettuale, quale può essere la fantasticheria che agisce insidiosamente contro le regole del silenzio, daremo ai nostri pensieri un orientamento deliberato. Per esempio: meditazione sui programmi delle future realizzazioni, revisione mnemonica degli stimoli o velleità avvertiti dalla precedente analoga revisione fino a quel momento (ciò permette di eliminare le influenze estranee), esercizi di educazione respiratoria o di immaginazione attiva.

   La pratica dell'isolamento cementa solidamente gli elementi psicologici della personalità, previene le dissociazioni, le disposizioni, le deviazioni, riconforta, in una parola, tutto d'essenziale dell'Io.

3°. La respirazione.

   Sono noti gli effetti perturbanti dell'attenzione sul ritmo respiratorio. Si sa inoltre che ogni azione di telepsichia volontaria esige un'attività prolungata dell'attenzione. Tonificando i muscoli che presiedono alla respirazione, ci si mette in grado di effettuare emissioni telepsichiche più intense e più lunghe e di risentirne minor fatica. Si attiva anche, in misura considerevole, l'elaborazione dell'energia nervosa il cui ruolo primario è stato rilevato nel capitolo III. È proprio per questo che tutti i metodi di yoga, di fachirismo o di semplice magnetismo animale insistono tanto sull'opportunità degli esercizi respiratori.

   Ne sono state proposte mille varietà: il lettore non ha che l'imbarazzo della scelta. Tengo tuttavia a precisare che è sufficiente respirare attentamente e ampiamente due o tre quarti d'ora al giorno. Il movimento - soprattutto la marcia - può aiutare.

  Gli sport, quali si intendono attualmente, portano a, un atletismo quasi unicamente muscolare e inoltre passeggero. In ogni caso, sono concepiti in un'accezione che non è quella dello psichismo. Soltanto la ginnastica chiamata svedese rimane compatibile con i nostri insegnamenti; infatti accresce le resistenze fisiologiche senza alterare alcun organo con l'eccessiva fatica.

4°. L'immaginazione.

  Abbiamo già visto nel capitolo III che bisogna esprimere in immagini ciò che si vuole suggerire. Non ci si arriva sempre immediatamente. I pittori e gli scultori sebbene dotati di sensibilità visiva, si esercitano a lungo a fissare nella loro mente linee, colori, piani, prima di arrivare a vedere con esattezza. A poco a poco diventano capaci non solo di ritenere ma di creare.

Il seguace della telepsichia dovrebbe educare in maniera analoga le sue facoltà d'immaginazione. Ponendovi attenzione, prenderà l'abitudine a considerare i caratteri morfologici delle cose e degli esseri. Impiegherà i suoi momenti di solitudine a ricordarsi oggetti, persone, avvenimenti. Evocherà volti assenti e tratteggerà i loro lineamenti.

  Per perfezionare tale esercizio, si può adattarlo all'udito, all'odorato, al tatto e anche al gusto.

5°. La vita ci offre ogni giorno parecchie occasioni per usare l'azione mentale. Misurandosi dapprima in sforzi brevi e facili, poi sempre più lunghi e complessi, si completa l'educazione, non significa però che si debba cessare l'esercizio. Anzi, è bene mantenere attive tutte le facoltà che concorrono all'influenza telepsichica

 

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