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LA TELEPSICHIA DEGLI EMPIRICI

 

Tutti conoscono, se non per diretta constatazione, almeno per varie testimonianze, i fenomeni attribuiti a quegli empirici chiamati maghi, che continuano ad esistere, nonostante la diffusione di una maggior cultura e informazione.

  Non considerando tutti gli elementi fantastici apportati dalla leggenda e gli ingredienti botanici o altri che spiegano sufficientemente l'efficacia di certi `sortilegi', resta innegabile che persone incolte e credulone riescono ad agire, su quelli che hanno deciso di influenzare, senza toccarli e neppure vederli.

   Il tipo dello stregone e l'origine delle dottrine magiche che ispirano le sue pratiche sono state studiate con una ammirabile sagacia e una documentazione impressionante da Stanislas de Guaita. Come lui, ho la convinzione che un mondo super-normale di esseri e di energie contribuisce a volte alle opere di sortilegio. Le sole proprietà dello psichismo umano però, quali le abbiamo considerate nel presente testo, rendono conto benissimo di una quantità di effetti comunemente ottenuti dai seguaci dei libri di magia, specialmente di tutti i turbamenti o suggestioni che sanno infliggere agli uomini e agli animali.*

  Apriamo un Dragon Rouge o un altro enchiridio magico. Potremo renderci conto che per il più piccolo risultato lo sperimentatore deve compiere una lunga serie di atti difficili, penosi, pericolosi, impressionanti, sempre tali da esaltare in modo considerevole la sua passione. Deve ricercare e raccogliere, in momenti precisi, strani animali, sacrificare ritualmente, un animale per estrarne il sangue o -gli organi, visitare notte tempo le sepolture per procurarsi ossa o chiodi "della bara di un uomo morto, senza confessione, in quell'anno".

  Quando ha messo insieme gli elementi, tanto numerosi quanto eterocliti, necessari per i suoi malefici, lo stregone deve consacrarli alle Potenze delle Tenebre, mischiare e combinare con influsso magico - per questo la mistura viene accompagnata da imprecazioni. Vi deve quasi sempre mescolare qualche oggetto su cui avrà fatto dire una messa all'insaputa del prete, nascondendo sull'altare prima della cerimonia. Prima ancora di ogni altra cosa però, un'iniziativa alquanto delicata è doverosa: procurarsi i capelli o parti degli abiti della persona da ammaliare per stabilire il rapporto.

  Tutto questo richiede da lui, per giorni e settimane, un'attenzione continua, orientata verso un punto fermo, violenti sforzi di volontà - testimoni della sua implacabile risoluzione. L'ossessione di ciò che vuole ottenere si accresce man mano che l'operazione va avanti. Poiché crede completamente alla gravità delle sue profanazioni, dei sacrilegi e delle sue empie invocazioni, da sua immaginazione ne resta esaltata e ciò si ripercuote sulla emotività che vibra intensamente. E la cieca fiducia riposta nelle sue pratiche magiche, nell'irresistibile potere di cui pensa di disporre nel compierle, conferisce al suo pensiero una fermezza incrollabile.

  Così il modus operandi di parecchie ricette superstiziose coincide perfettamente con quello dello psichismo metodico. Le formule dell'officiante agiscono prima di tutto su lui stesso. Esse determinano nel suo animo insieme primitivo e appassionato slanci frenetici, le cui ripercussioni telepsichiche colpiscono spesso con più forza di una emissione sistematica. È senz'altro deludente, ma l'ignaro, lo stupido, il delirante stregone ottiene quello che tanti uomini colti, razionali, ma tiepidi e senza convinzione non otterrebbero. Per effettuare bene operazioni di stregoneria, bisogna essere predestinati, cioè predisposti da urna natura quale soltanto alcune regioni, semiselvagge, possono contribuire a formare.

  Ricordiamo per tranquillizzare i timorosi, che secondo una legge assolutamente verificata, nessuno riuscirebbe a influenzare telepsichicamente un individuo notevolmente più sottile intellettivamente di lui. Coloro che mi leggono e mi comprendono possono quindi considerarsi come inattaccabili da ogni pratica malefica operata da persone che sono certamente molto meno evolute di loro.

 

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