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DISPOSIZIONI NATURALI E DISPOSIZIONI ACQUISITE

 

Analizzate il vostro stato psichico. - Un test. - Controllo del proprio pensiero. - Le fonti del pensiero. - Basi fondamentali della disposizione alla telepsichia preordinata. - Il posto di comando. - Condizioni necessarie a ogni intervento efficace.

Analizzate il vostro stato psichico.

Inconsciamente, ciascuno di noi emette un'influenza telepsichica. Le nostre intenzioni, aspirazioni, desideri, avversioni, l'orientamento concorde o divergente dei nostri pensieri si esteriorizzano e agiscono in varia misura su coloro che ne sono l'oggetto: fortemente se sono ardenti, risoluti e costanti; debolmente se sono velleitari e molteplici. Ogni individuo ha la sua influenza personale, ben particolare, da cui deriva l'impressione che egli suscita, le simpatie o le antipatie che ispira, il grado di autorità di cui gode, non in ragione di un titolo o di un gallone, ma per l'irradiazione direttamente umana della sua personalità.

  Tra quelli che vogliono servirsi della .,telepsichia, con deliberato proposito, sia per influire sistematicamente sugli altri, in genere nella vita quotidiana, sia eventualmente in vista di un decisivo dominio su qualcuno, se ne trovano di ben dotati fisicamente. Essi sono nati con una struttura fisica robusta -e imponente, come altri nascono con un sistema muscolare sviluppato e una secrezione surrenale abbondante: ciò si traduce con una disposizione innata allo sforzo, al lavoro accanito, alle . lotte ostinate, alle iniziative ardite. In altri individui invece, la lucidità, lo spirito, la determinazione, la bramosia ardente rimangono incerti, perché gli elementi del loro condizionamento psichico mancano di vitalità o di omogeneità.

  Se però i meno dotati fisicamente "sentono intensamente il gusto del potere mentale, possiedono la più importante delle disposílzioni: infatti tale gusto del potere, preoccu o costantemente il loro spirito, li spinge con sufficiente forza a compiere, dapprima con difficoltà, poi sempre più arditamente e con ostinazione, gli sforzi indispensabili allo sviluppo del vigore psichico. È un caso analogo a quello della persona timida, continuamente tormentata dall'osséssionante ambizione di avere la sicurezza più imperturbabile. Ogni volta che si sente turbato in presenza di qualcuno, prova per la sua condizione un'avversione profonda. In modo vago, tenta di prender coraggio, cerca e trova delle indicazioni metodiche per reagitre e a volte degli amici disinvolti -e sicuri, in compagnia dei quali, poiché l'esempio è contagioso, si abitua senza rendersene conto a superare la sua emotività. Col tempo, l'individuo timido si trasforma e arriva un giorno in cui nessuno avrà il potere di impressionarlo per niente al mondo, in cui parla davanti a un uditorio con la stessa facilità con cui lo fa davanti agli intimi e in definitiva -possiede un grado di sicurezza superiore a quello di un essere normale.

   Allo stesso modo gli ultimi possono diventare i primi ,in matiria di telepsichia, se il desiderio che li anima di esercitare efficacemente e deliberatamente tale influenza, predomina nel loro intimo.

  Molto prima delle ricerche di Adler e della definizione del complesso di inferiorità, numerosi psicologi avevano osservato che parecchi ,individui affetti da un'insufficienza, da una debolezza, infermità, sia -fisica che psichica, si impegnavano con tutto il loro essere a compensare quello svantaggio con l'acquisizione di un grado di capacità al di sopra della norma, di una supremazia qualsiasi, a prezzo di un'applicazione tenace, di sforzi laboriosi. Perché alcuni reagiscono in questo modo? Perché non solo si rendono conto e avvertono con intensità ciò che la loro condizione ha di penoso, ma anche perché un continuo senso di rivolta interiore li solleva contro tale condizione, galvanizza le loro energie, orienta i loro pensieri verso il possesso di qualche indiscutibile virtuosità o superiorità.

  Nel corso della mia vita, ho visto singolari esempi di tali evoluzioni, alcune erano precoci, altre tardive, tutte apparivano sorprendenti. Da tenor presente che un buon numero di tali evoluzioni furono a volte messe in moto, spetto attivate, dalla lettura di uno o parecchi trattati di educazione mentale, lettura che accese la scintilla e fece apparire chiaramente allo spirito delle possibilità fino a quel momento confusamente intraviste.

  Gli individui privilegiati di cui parlavo all'inizio del capitolo, quelli che i caratteri ereditari hanno dotato di una struttura psichica robusta, vigorosa e dominatrice, non si rivelano avvantaggiati in senso assoluto, perché l'energia che li anima suscita quasi continuamente in loro pensieri e gesti impulsivi. Ne consegue che la loro influenza si esercita consapevolmente unicamente in certi campi con l'esclusione di altri., Ognuno ha avuto modo di osservare uomini autoritari e perfino dispotici nell'esercizio delle loro funzioni professionali, ma stranamente passivi sotto altri rapporti. Il loro dominio su se stessi non è continuo, e se controllano bene alcuni impulsi secondari per subordinarli ad altri più importanti, lasciano che altri si trasformino in automatismi condizionanti. Se per ciò che riguarda il loro mestiere o i loro affari possiedono una capacità notevole di concentrazione mentale, tale capacità si eclissa quando tentano di fissare la loro attenzione su un soggetto che non è loro familiare, oppure di distoglierla volontariamente da una preoccupazione importuna o ancora di più quando tentano di sospendere volontariamente il corso dei loro pensieri. Ciò costituisce invece, e vi ritornerò sopra, una delle pratiche essenziali dell'esperienza telepsichiea.

  Si fa bene soltanto ciò per cui si sente attrazione. Così, anche se fossero dotati di quella `salda struttura' di cui ho parlato, quegli individui che ricorressero ai procedimenti descritti nella prima parte del testo unicamente come ultima (risorsa, non sarebbero nelle migliori disposizioni, perché hanno esaurito tutti gli altri mezzi di ottenere tale o talaltro risultato, a meno che l'esecuzione dei procedimenti in questione non ispiri loro un vivo interesse. Inversamente, l'individuo meno dotato ma sedotto dall'idea di conoscere il fenomeno telepsichico, di esercitare la sua disposizione a utilizzarlo, di abituarsi a superare le difficoltà inseparabili dalla pratica, progredisce rapidamente.

   Ho insistito, nel corso del libro i, sull'importanza dell'intensità della bramosia e della precisione delle immagini mentali. Vi è un terzo elemento che in molti. casi gioca un ruolo importante e a volte essenziale: è la rappresentazione dello stato psicologico del soggetto, cosa che richiede una valutazione caratterologica sagace di questi, soprattutto del suo grado di sensibilità e di perspicacia.

   L'operatore che facendo astrazione dalla propria mentalità, può così mettersi come si dice `nei panni' del soggetto da influenzare, si sforzerà di evocare lo stato d'animo preciso di quello e di trasmettergli così dei pensieri tali da trovare una risonanza immediata nella sua vita interiore Dedico più avanti un capitolo speciale a questo `sincronismo'.

Un test.

   La vostra attività psichica, le vostre emozioni, sentimenti, pensieri, bramosie,* avversioni . si irradiano al l'esterno di voi stessi e tendono e risvegliare una risonanza m ile disposizioni, di spirito di coloro che ne sono l'oggetto. Un agente urìversale, comune veicolo di tutte le radiazioni umane, vi mette in costante rapporto con tutti, così come l'etere dei fisici è i comune veicolo di tutte le emissioni delle stazioni radiofoniche. Tale agente non deve essere considerato come semplice ipotesi, come una concezione opportunamente esplicativa, perché per quanto lontano si spingano nella notte del passato le indagini della storia, lo si trova ricordato negli scritti di una catena ininterrotta di scienziati e filosofi. Lungi dal trovarsi isolato, fosse anche al centro del deserto, dal trovarsi ridotto ai suoi soli mezzi fisici, l'uomo più diseredato, il più oppresso, il più ignorato si serve senza saperlo della proprietà normale dello psichismo umano di influire invisibilmente in un'area estesa. Il giorno stesso in cui prende coscienza di un tale fatto e della possibilità di intensificare, di dirigere, di concentrare deliberatamente la propria influenza, il suo orizzonte si trova notevolmente più esteso. Tutto gli appare sotto un angolo nuovo. Non vi è scoperta mondiale che abbia per lui altrettanta importenza.. Si metterà forse semplicemente a sognare, alimentando le sue fantasticherie di letture adeguate, dei discorsi prodigati da conferenzieri specializzati o da conciliaboli in seno a qualche `circolo di cultura', oppure passerà subito alla sperimentazione, segretamente, senza ricercare approvazione, conferme, senza lasciarsi né distogliere né di

  - l'attrattiva delle appropriazioni materiali, quella delle conquiste intellettuali, estetiche, delle soddisfazioni affettive e delle qualificazioni;

   - l'ambizione dei diversi modi della virtuosità, della supremazia, o della potenza;

   - il gusto delle realizzazioni costruttive, dell'organizzazione e della creazione;

- l'interesse indagatore, diretto all'allargamento della conoscenza; -- le aspirazioni idealiste, spirituali o mistiche;

- infine l'avversione per tutto ciò che si tende a non subire o evitare di subire.

strarre dalla pratica silenziosa e assidua. Prima prova del nostro `test'.

   In secondo luogo, una volta ammessa la possibilità di ottenere con l'azione telepsichica un risultato particolare, l'idea di mettersi personalmente al lavoro in tal senso, di esercitare proprio lui l'influenza, di compiere lo sforzo necessario può risvegliare in lui un sentimento analogo a quello, nell'artista, del gusto per lo sforzo in vista della perfezione, oppure può rimanere allo stato di velleità con tendenza ad aggirare la difficoltà e ricorrere all'intervento di un terzo.

  Con l'aiuto di queste considerazioni, il lettore si renderà conto in quale misura può considerare le sue disposizioni come effettive.

La difficoltà.

  Bastano alcuni tentativi sperimentali per prendere coscienza della principale difficoltà che si tratta di superare. Per dire la verità, tutti cozzano contro tale difficoltà. Così, quando si tenta di mantenere a lungo l'attenzione su una questione estranea a quelle a cui siamo già abituati- a pensare, ci si accorge di quanti sforzi siano necessari. È la stessa cosa quando sii cerca di distogliere la nostra mente da una preoccupazione ossessiva. Ciò non ha niente di anormale perché l'attenzione volontaria richiede sempre una reazione contro l'impulso naturale. Il bambino, non appena entra in classe, si trova costretto a una tale reazione. Prima, la sua unica forma di attenzione era l'attenzione spontanea, quella che egli portava nei suoi giochi, per esempio, o nell'esame degli oggetti, nella vista di spettacoli il cui aspetto affascinava il -suo spirito. Dal sesto anno di età, gli si chiede di vincere ogni distrazione e di tenere gli occhi fissi sulla lavagna, sull'alfabeto; gli si impone di differenziare con precisione lettere e sillabe associando a ciascuna la sua consonanza o la sua sonorità.

   A ogni tappa della vita scolastica, poi dell'inserimento nella professione, la stessa difficoltà si presenta ogni volta che dobbiamo acquisire nuove conoscenze, impegnarci nella soddisfazione di bisogni insoliti o nella risoluzione di un problema diverso dai precedenti. Ciò significa che, volente o nolente, ognuno si trova obbligato, almeno in certi momenti, a controllare il proprio pensiero, ad orientarlo e a mantenerlo deliberatamente su tale o -tal altro soggetto, spesso privo di attrattiva, a volte perfino arido.

   Proprio davanti ad una simile difficoltà si trova lo sperimentatore debuttante, sebbene esercitato alla concentrazione volontaria del pensiero su -tutto ciò che è stato oggetto dei suoi studi, su tutto ciò che comporta la sua professione. Si accorge che nessuno arriva di colpo •a fissare la propria attenzione su un ordine di immagini mentali che non è abituato a raffigurarsi, e a mantenere senza interruzione sullo schermo della sua immaginazione. Ma se egli si ostina, -ripete ogni giorno il suo tentativo, prolungandolo quanto più può, non tarderà a constatare che, in quel caso come in altri, l'applicazione assidua crea la disposizione, la possibilità.

   Più in generale, e -al di fuori delle ore destinate alla sperimentazione, un continuo controllo in vista della subordinazione degli automatismi al pensiero preordinato sviluppa considerevolmente la disposizione alla concentrazione.

   Avendo di mira questo importante risultato, l'abitudine a controllare costantemente il proprio pensiero, il seguace delle scienze psichiche si assicurerà in qualche mese una efficienza notevole.

Le fonti del pensiero.

   Ai promotori del New Thought' o `Scuola del pensiero nuovo',* e specialmente a Prentice Mulford e a W.-W. Atkinson, va riconosciuto l'incontestabile merito di aver evidenziato l'importanza e il potere del pensiero considerato come una forza. L'aspetto sorprendente è il carattere semplici-sta del loro insegnamento. A leggere le opere di questi innovatori, si potrebbe credere che un semplice consenso, una decisione di principio, una ferma risoluzione siano sufficienti all'adepto per sostituire ai suoi abituali stati d'animo le concezioni e l'atteggiamento mentale che.essi raccomandano. "Che il vostro pensiero sia: coraggio, ottimismo, energia", scrive Atkinson. Esortazione eccellente, ma non è possibile conformarvisi di colpo. In effetti, le fonti del pensiero, molteplici affluenti di cui solo la risultante si manifesta in modo cosciente, si elaborano in seno ai nostri automatismi subcoscienti, che non potrebbero essere istantaneamente subordinati alla volontà cosciente.

   Perché ciascuno si renda conto della complessità degli elementi che concorrono all'elaborazione del pensiero, citerò brevemente i principali; dico brevemente, perché occorrerebbe un intero volume per un'esposizione precisa e esauriente della questione.

I. Elementi di origine direttamente fisiologica.

   a) Dapprima il tipo umorale (bilioso, nervoso, sanguigno, linfatico). Ogni caratterizzazione in tal senso predispone a un orientamento psichico distinto. Per esempio il bilioso è incline alla preveggenza, il linfatico è indolente; al nervoso idealista si oppone il sanguigno realista.

   b) Secondo elemento: lo stato endocrino. In particolare l'attività tiroidea che rende il soggetto tanto più rapido nelle associazioni d'idee, tanto più frettoloso e agitato quanto più essa è intensa. Lo stesso si può dire del funzionamento dei surrenali, dal quale dipende la capacità di uno sforzo sostenuto, di resistenza e di accanimento.

  c) Terzo elemento, la cenestesi generale il cui equilibrio risente di ogni eccesso, carenza o Irregolarità funzionale.

  d) Quarto punto, la risonanza degli appetiti nutritivi o sessuali, appetiti il cui grado d'intensità deriva dalla struttura organico-vegetativa.

II. Elementi psicologici individuali.

e) L'impressionabilità, l'emotività, la sensibilità.

f) Le tendenze (bramosie e avversioni) subcoscienti. g) Il contenuto della memoria e le reminiscenze.

h) L'immaginazione, strettamente legata agli elementi

e), f), g).

i) Le abitudini e più generalmente gli automatismi.

III. Elementi esterni.

   j) Le percezioni visive, uditive, olfattive, ,tattili e gustative, che si ripercuotono sull'impressionabilità che le interpreta -secondo le sue caratteristiche.

  k) Le idee, concezioni o affermazioni espresse verbalmente in presenza dei soggetto.

l) Gli esempi e gli spettacoli ai quali assiste.

  m) Le sue letture. (Così, una serie di nozioni attinte in un'espressione scritta, poi oggetto di metodica riflessione, può suscitare profonde modificazioni nel determinismo interiore primitivo).

  n) L'influenza irradiante delle persone vicine o lontane a cui il soggetto interessa da un qualsiasi punto di vista; e quella di coloro di cui occupa il pensiero.

  o) L'influenza telepsichica di personalità sconosciute, che alcune analogie mettono in rapporto sintonico con il soggetto.

   Tutti questi elementi concorrono all'elaborazione del pensiero spontaneo nella sede dell'inconscio. Quindi tutto ciò che sale alla nostra mente nasce a nostra insaputa, prima che noi ne prendiamo coscienza.

   Il pensiero spontaneo, costantemente attivo, tende quindi a predominare, allo stesso modo in cui gli automatismi psico-fisici tendono a determinare il comportamento. Provate a distogliere la vostra attenzione da un'idea che ví viene in mente in quel momento e a portarla per cinque minuti su un tutt'altro ordine d'idee, scelto deliberatamente fra quelli che non vi sono familiari, e vi ,renderete conto dell'enorme difficoltà che si tratta di superare nella sperimentazione telepsichica. Altra osservazione: valutate la durata degli intervalli che, nel corso delle ventiquattro ore, circoscrivono i momenti in cui predomina il pensiero riflessivo, oggettivo, frutto di deliberazioni ragionate, in altri termini la coscienza psicologica. Tali intervalli vi sembreranno, senza dubbio, notevoli. Ora, se voi mirate a ridurli, li ridurrete progressivamente e potrete così supplire all'intensità con la continuità.

Basi fondamentali della disposizione alla telepsichia preordinata.

  Controllare il proprio pensiero significa dirigerlo costantemente in modo deliberato. Tale risultato non potrebbe essere ottenuto immediatamente. Se vogliamo arrivarci, e necessario prendere una prima misura: l'assunzione di un principio regolatore del comportamento quotidiano. Negli altri miei libri, già citati, ho esposto con precisione in che cosa consista il principio in questione, che pone . sotto il controllo della volontà riflessiva, gli elementi direttamente fisiologici e quelli psicologici individuali di cui abbiamo enumerato la nomenclatura nel precedente paragrafo.

   L'autodisciplina comporta una radicale modificazione del modus vivendi abituale, una decisione inflessibile di smettere di pensare, di vivere, di agire 'come tutti'. Il seguace della telepsichia mira allo sviluppo di una disposizione superiore alla norma: tale disposizione richiede uno sforzo eccezionale.

   In secondo luogo, l'interessato si preoccuperà di subordinare al suo giudizio tutte le sue manifestazioni, di autosorvegliami senza tregua, di seguire mentalmente i suoi atti anche i più semplici, i più istintivi, di riflettere sulle parole che gli salgono alle labbra prima di pronunciarle, di contenere gli impulsi fisici o emozionali, infine di orientare la corrente dei suoi pensieri e di mantenerla in direzione dell'obiettivo stabilito. Tutto ciò rimarrà facilitato se si fisserà ogni giorno un impiego del tempo preciso e calcolato.

  Tre esercizi aiuteranno notevolmente l'interessato a sviluppare la disposizione alla telepsichia volontaria.

  a) Sospendere il corso del pensiero. - Può sembrare semplice e facile. Numerose opere e `corsi' indicano in che cosa consista. Nel 95% dei casi, il lettore si immagina che ci riuscirà fin dal primo tentativo. In realtà, non conosco l'esempio di nessuno che sia riuscito a sospendere, a volontà, il corso del suo pensiero, prima di esservisi impegnato seriamente almeno 150, 200 volte. Non pensare a niente? Sembra paradossale. Il pensatore, il pensiero e l'oggetto del pensiero sono tuttavia tre elementi distinti. La dipendenza dal pensiero di colui che pensa -rappresenta la norma per rutti gli individui estranei alla Cultura psichica. Noi vogliamo invece porre il pensiero sotto la dipendenza di colui che pensa. L'esercizio classico chiamato `isolamento', `notte mentale' o `ritiro del silenzio' ci permetterà di raggiungere il risultato cercato.

  Di 'tale esercizio ne ho, a diverse riprese, esposto i dettagli. Vi ritorno sopra, perché bisogna superarne le difficoltà se si tiene a controllare l'agente telepsichico.

  Dapprima sedersi o distendersi in una posizione che faciliti il rilassamento muscolare. All'inizio non è necessario imporsi di non pensare, ma dobbiamo pensare unicamente a rilassare il -tono muscolare e a mantenere un'immobilità simile a quella di un blocco di mastice. È evidente che il silenzio e l'oscurità faciilitano notevolmente il conseguimento di questo primo risultato. Dopo dieci o quindici minuti di .immobilità, smettere di prestare attenzione alle immagúú, alle considerazioni che si presentano alla mente: conservare un atteggiamento mentale indifferente. Considerare ogni serie di idee come uno spettacolo privo di interesse e dirsi mentalmente: "Non me ne importa", "Non mi interessa". Con gli occhi semiaperti, immaginare di vedere i contorni del proprio corpo e fissarsi, per così dire, in tale contemplazione. Dopo dieci o venti tentativi, ci si accorgerà che si producono rarefazioni e sospensioni totali del pensiero per cinque, dieci, quindici secondi. Ripetete l'esercizio ogni giorno e le sospensioni raggiungeranno uno, due, tre minuti. Dopo un certo tempo si riuscirà a non pensare a niente per dieci, quindici minuti. La condizione della `notte mentale' cessa non appena si manifesti la più fuggevole intenzione di porvi fine; e gli succede una sensazione di riposo e di arricchimento delle energie interiori. Con un po' di esercizio, diventa possibile 'isolarsi' così, anche in mezzo alla folla, nonostante il rumore e molto rapidamente. L'intenzione di `rientrare in sé' basta a ridurre d'attività del geyser del •pensiero spontaneo.

   Uno degli ostacoli più frequentemente segnalati dai nostri corrispondenti risiede nel fatto che essi si addormentano nel corso dell'esercizio. Anche in tal caso, la ripetizione dei tentativi determina il risultato cercato. Devo aggiungere che se il riposo notturno è profondo, regolare e sufficientemente prolungato, la sospensione volontaria del pensiero non determina il sonno.

b) La concentrazione. - Si possono immaginare variesercizi di concentrazione. Per lo sperimentatore in tele-psichia, l'esercizio più efficace consiste nel rappresentarsi l'immagine di una persona che gli sia assolutamente ,indifferente e nel mantenere la rappresentazione sullo schermo dell'immaginazione dai dieci ai sessanta minuti.

  c) Il rinvio. - Nel corso del Libro i, ho spiegato perché era necessario durante un intervento telepsichico, astenersi dal pensare al soggetto 22 ore su 24. La pratica della `sospensione' volontaria del corso del pensiero esercita il pensatore in questo senso. Anche l'adozione di un orario calcolato per tutte le sue occupazioni, aiuta notevolmente.

   Del resto, ci si troverà bene abituandosi ad allontanare risolutamente dal campo della coscienza ogni immagine, ogni preoccupazione che tendono ad imporsi in modo ossessivo. A tale scopo, portate immediatamente la vostra attenzione su* un altro oggetto di meditazione e sforzatevi di mantenervela. All'inizio i risultati non sono incoraggianti. L'idea che si cerca di allontanare ritorna con ostinazione e interrompe quasi continuamente il corso della meditazione scelta.

  Se colui che pensa si ostina, a sua volta, a ritornare su ciò a cui vuole pensare, fa uno sforzo il cui effetto immediato può restare quasi inoperante, ma la cui }ripetizione quotidiana gli darà efficacia, cioè la possibilità di impedire l'accesso della propria mente a ogni pensiero importuno. Al di là della loro portata sperimentale, -tre esercizi concorrono a allargare la libertà interiore, la più eccezionale e la più apprezzabile di tutte de libertà.

Il posto di comando. (P C.)

  Indico in questo modo un'applicazione pratica della telepsichia, molto interessante, a titolo di esercizio e per i suoi effetti. È alla portata di tutti, almeno di tutti quelli che si trovano già assai padroni di se stessi per effettuare ogni giorno uno sforzo premeditato.

   Tale pratica richiede un'ora quotidiana e può essere eseguita in un qualsiasi momento della giornata. Nella maggior parte dei casi, saremo portati a scegliere un'ora precedente le occupazioni ordiroarie, specialmente professionali, quindi ad anticipare di un'ora il momento del risveglio.

   Allo stesso modo in cui l'ufficiale nel ritiro silenzioso del suo, P.C. rielabora i suoi piani, riflette sui dati dei problemi posti dalle circostanze e prende de sue decisioni, così anche lo sperimentatore, solo, segretamente, con fermezza, prende in esame ciò a cui deve far fronte, considera ciascuno di coloro con cui si trova abitualmente in relazione, come pure ogni personalità di fronte a cui dovrà apparire, il tutto precisando ciò che intende compiere, ottenere, in una parola: la sua volontà.

  Progettate dapprima un impiego del tempo per le ventiquattro ore; in altri termini immaginate nell'ordine notato sulla vostra agenda, il compimento di ogni tappa, di ogni bisogno, previsti.

   In secondo luogo, fate successivamente apparire sullo schermo della vostra immaginazione ciascuno di coloro di cui vi importano le disposizioni, e la cui condotta abbia una ripercussione sulla realizzazione dei vostri progetti. Dedicate a ciascuno qualche minuto. Pur continuando a `guardare' l'immagine mentale del soggetto, raffiguratevi anche ciò che voi volete che egli senta, pensi, che si trovi portato ad ammettere, decidere, eseguire, e formulate interiormente rivolto a lui .l'ordine di conformarsi alle vostre decisioni. Non aspettatevi, fin dalla prima seduta, di determinare una manifesta docilità nei vostri `soggetti'. Ricordatevi che l'influenza telepsichica sfiora, impressiona, penetra gradualmente il subcosciente di coloro su cui è proiettata, poi predomina e suscita in essi i pensieri, le disposizioni, gli impulsi suggeriti.

  È a forza di ripetizioni quotidiane che l'esercizio del P. C. si realizza con certezza ed efficacia. Si osserveranno fin dai primi giorni, ripercussioni molto scoraggianti. t bene terminare l'esercizio pensando agli sconosciuti con cui ci si augurerebbe di entrare in redazione, a coloro il cui concorso o appoggio sarebbero interessanti, i cui obiettivi simultanei o complementari ai nostri danno luogo a scambi inconsci del pensiero. E se resta del tempo, una• rappresentazione precisa della svolta che 'si vorrebbe veder prendere agli avvenimenti, un richiamo degli scopi precisi che ci siamo assegnati, di ciò che si vuole ottenere ed evitare, accresceranno la risonanza di ciò che precede.

  Dopo qualche settimana o qualche mese, quello che si sarà seriamente applicato a tale esercizio avrà acquisito una sicurezza, una fiducia e un mezzo d'azione notevoli.

  Si può constatare, d'altra parte, come un simile esercizio stimoli i meccanismi cerebrali: memoria, il senso d'opportunità, la chiarezza di spirito, lo spirito deduttivo, ne sono migliorati. Il giudizio diventa più lucido, più sicuro, le decisioni più rapide. Il dominio di se stesso e in particolare quello del pensiero, è grandemente facilitato dalla pratica del `Posto di Comando', perché la coscienza resta sveglia, all'erta senza fatica particolare, nelle ore che seguono mentre l'inconscio, plasmato, svolge sempre meglio la sua funzione di segretario.

Condizioni necessarie per ogni efficace intervento.

   L'esercizio del P.C. costituisce da più intelligente delle applicazioni dell'influenza telepsichica. La sua pratica costante educa mirabilmente la mente a quegli interventi particolari di cui abbiamo già trattato nel corso del Libro i, specialmente nel capitolo vII. Si tratta, allora, di trasmettere, di suggerire o di imporre a qualcuno tale o talaltra disposizione, inclinazione o decisione.

  Abbiamo visto che la seduta quotidiana di emissione comporta due ore di concentrazione al di fuori delle quali lo sperimentatore deve astenersi dal pensare al `soggetto'. Leggendo alcune lettere dei miei corrispondenti, mi accargo però di non essere sempre stato capito con esattezza per ciò che riguarda l'esposizione dei capitoli III e vII. Per questo vi ritorno sopra soffermandomi su alcuni punti essenziali.

  a) Tutto deve essere subordinato a un'elaborazione e un'aocumul.Afiione dell'influsso nervoso. È bene quindi dormire a sufficienza, proibirsi ogni eccesso e ogni dispersione dell'energia psichica. Per questo raccomando a tutti: non parlate a nessuno di ciò che vi preoccupa e più in generale, parlate il meno possibile, reprimete la vostra espansività, isolatevi, evitate le riunioni, gli spettacoli, la dissolutezza sotto tutte le forme. Fate ogni sforzo per mantenervi in uno stato di calma e di raccoglimento.

   b) Calcolate l'impiego del tempo a disposizione. Se esercitate una professione, immergetevi con attenzione nell'esecuzione dei vari compiti che essa comporta, datevi corpo e anima -al mestiere, ciò vi aiuterà a `far restare alla porta' il soggetto della vostra intenzione telepsichica per ventidue ore su ventiquattro.

  c) Se non avete occupazioni professionali regolari, abbiate per ogni giorno un programma ben definito, senza vuoti in cui possa insinuarsi la fantasticheria. Dirigete la vostra attività; assegnate ai pensieri una serie di orientamenti premeditati. Alternate le pause (sonno, sospensione volontaria dell'attività psichica), la lettura, il movimento (cammino, esercizio fisico), il lavoro volontario.

  d) Lasciate intercorrere due ore di intervallo tra l'ultimo pasto che precede la -seduta d'emissione e l'emissione stessa.

  e) Circa una mezz'ora prima dell'emissione, richiamate alla vostra mente con chiarezza le soddisfazioni inseparabili dal risultato cercato e il carattere inaccettabile della contrarietà suscitata dall'opposto di tale risultato, rileggete in seguito le vostre annotazioni in cui sono state fissate le rappresentazioni mentali che trasmetterete.

  Infine, resistete all'impulso di ricercare o provocare incontri con il soggetto, significherebbe dar corso a una espansività così nociva alla concentrazione dell'influsso nervoso, materia prima dell'energia psichica: noli ire f ac venire. Se le circostanze rendono inevitabile la sua presenza, tenete di fronte a lui lo stesso atteggiamento che avireste se vi fosse indifferente.

 

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