ISTRUZIONI PRATICHE GENERALI
PER INFLUENZARE QUALCUNO A SUA INSAPUTA
Considerazioni preliminari. -
Prime disposizioni da prendere. - Creazione di immagini mentali. -
Elaborazione e concentrazione dell'energia
psichica. - Preparazione preliminare. - Rapporto. - Emissioni. -
Recupero delle forze e distensione.
Considerazioni preliminari.
La ponderatezza, la coerenza
nelle idee e la nettezza del pensiero sembrano poco frequenti nei
caratteri passionali, impetuosi e volitivi. Inversamente, gli
spiriti prudenti, giudiziosi, metodici, sono dotati raramente di una
natura ardente. Quanto ai rarissimi individui che uniscono l'energia
costante della volontà a una visione chiara e precisa di ciò che
vogliono, nessuna pratica speciale è loro necessaria per influire a
distanza. Lo fanno inconsapevolmente perché, grazie alle loro felici
disposizioni innate, si trovano naturalmente nelle condizioni volute
per questo. La maggior parte degli uomini possono giungere a
realizzare solo momentaneamente, con uno sforzo metodico, le
condizioni indispensabili per comunicare e soprattutto per imporre
il proprio pensiero. Tale sforzo mira essenzialmente, da una parte,
alla creazione cosciente di immagini veridicamente significative di
ciò che si vorrebbe suggerire, e, dall'altra,, afilla disposibilità
di un potenziale di energia psichica sufficiente per provocare
emissioni efficaci.
Una volta decisi ad usare l'azione
a distanza, è necessario tracciare un piano di lavoro dettagliato, e
raccogliere tutte le indicazioni suscettibili di una qualche utilità.
Per quanto riguarda i
tentativi di comunicazioni concertate, di, suggestione mortale su
soggetti percipienti da laboratorio, o di conseguimento dell'ipnosi
per concentrazione di spirito, si rimanda il lettore ai capitoli iv,
v e vi nei quali vengono indicate tutte le
disposizioni da prendere per ognuno di questi tentativi.
Quando si tratta invece di
impressionare qualcuno a sua insaputa, i preparativi devono essere
considerati come la base del successo e portati a termine con la più
grande cura. Ecco in che cosa consistono:
l'., Stabilire di quanto
tempo possiamo disporre ogni giorno e di quale momento della
giornata, per dedicarci all'azione progettata. Meno di un'ora
sarebbe poco; due ore costituiscono un buon tempo. Scegliere
preferibilmente quelle che precedono il coricarsi.
Fissato questo primo punto,
cominciare, nell'ordine dato, a soddisfare alle seguenti esigenze:
_
2°. Analizzare attentamente
-la psicologia della personalità su cui si vuole agire. Vedremo fra
poco che ad ogni emissione occorre raffigurarsi mentalmente l'immagine
del soggetto per stabilire il rapporto. Immagine non significa
soltanto i lineamenti esterni, l'espressione del viso, l'atteggiamento,
il gesto, ma anche la nozione viva della personalità morale. Se
abbiamo avuto contatti più o meno stretti con il soggetto, si farà
appello, per inventariare le sue caratteristiche, alle osservazioni
a cui avrà dato luogo. Si potrà anche sottoporre la sua calligrafia
ad un esame grafologico, ma significherebbe affrontare una grossa
difficoltà cercare di influenzare qualcuno immaginandolo diverso da
quello che è, soprattutto se ciò che si volesse ottenere da lui
richiedesse una modificazione notevole delle sue disposizioni.
3°. Definire molto
precisamente- lo scopo dell'azione intrapresa, con tutte le sue
conseguenze. Rendersi ben conto delle disposizioni morali in cui
dovrebbe trovarsi il soggetto per pensare e agire come si desidera.
Ne è lontano? Quali sono allora le impressioni, le emozioni, i
pensieri che, se prpvati, lo modificherebbero nel senso desiderato?
4°. Una volta valutato lo
scarto tra le disposizioni attuali del soggetto e quelle in cui
dovrebbe trovarsi per pensare e agire come desideriamo, prendere in
considerazione un'evoluzione graduale dalle une alle altre.
5°. Concretizzare in
immagini cinque o dieci tappe di tale evoluzione. Esempio:
dall'astio alla simpatia. a) Attenuazione lieve dell'astio; b)
attenuazione quasi totale; c) indifferenza; d) velleità di simpatia;
e) simpatia.
6°. Concentrare la propria
attenzione sulla prima tappa. Cercare di raffigurarsi il soggetto
tale quale sarebbe se l'avesse percorsa. Tener conto di tutte le
considerazioni suscettibili, una volta che gli sono state trasmesse
telepsichicamente, di cambiare le sue disposizioni presenti in
conformità a quelle che caratterizzano la fine della prima tappa.
7°. Procedere allo stesso modo per le altre
tappe.
8°. Programmare, sul piano di lavoro, una
due dieci sedute per l'emissione delle suggestioni necessarie al
conseguimento della prima tappa, una due dieci sedute per la seconda,
e così via. Tale valutazione, del resto provvisoria,
richiede una certa pratica e un po' di oculatezza. La sua principale
utilità è quella di permettere una rappresentazione completa della
realizzazione che si sta cercando di ottenere.
Un lavoro simile domanda
riflessione. Ben lontano dal causare ritardo, il ;tempo trascorso
nella meditazione calma e raccolta di un piano costituisce un inizio
dell'azione, una prima e formale notifica mentale, un orientamento
di tutte le attitudini di cui siamo in possesso verso uno scopo
deliberato e chiaramente formulato. Per questo è preferibile
attuare senza aiuto tale preparazione. Un illuminato consiglio può
aiutare notevolmente a coordinare i propri sforzi,
ma distrarrebbe inevitabilmente dalla preliminare concentrazione dei
propri mezzi psichici.
Siamo certamente in rapporto
telepatico continuo con tutti quelli che conosciamo, ma tale
rapporto si rafforza verso ciascuno dal momento in cui si pensa
attentamente e -lungamente a lui. La preparazione che precede è
importante proprio da questo punto di vista, perché nel momento in
cui ci si applica ad essa, si stabilisce e si precisa la mutua
ricettività dell'operatore e del soggetto. Così il primo percepisce
quasi sempre, durante il lavoro, vibrazioni provenienti
dall'attività mentale del secondo, la cui intimità psichica gli
diviene allora sensibile. In questo modo una madre può percepire a
distanza le emozioni, i tormenti, le sofferenze del bambino verso il
quale si orienta il suo spirito.
Creazione di immagini.
Quattro tipi di immagini
sono principalmente necessari per ogni azione telepsichica: quota
del soggetto, quella che compendia ciò che si desidera, quella dei
risultati conseguenti all'azione a cui si è dato avvio,
infine-quella-del soggetto che prova le impressioni, emozioni, idee,
significative di tali risultati. Dopo il lavoro preliminare definito
nel paragrafo precedente, un certo numero di sedute saranno dedicate
alla creazione di immagini il più possibile nette e vive.
Per capire bene in che casa
consiste un'immagine soddisfacente, basta ricordarsi delle nostre
familiari incursioni nel ,dominio allucinato del sogno. Quando nel
sogno vedete un amico, l'incontro immaginario presenta una tale
pregnanza reale che vi produce la stessa impressione di un incontro
materiale. Ora, le.immagini necessarie nella pratica della
telepsichia devono, anche se intenzionalmente create, possedere la
stessa consistenza di realtà e la stessa' persistenza di- quelle del
sogno. Quando volete agire su qualcuno, è indispensabile dapprima
rappresentarvelo. Se condariamente, occorre
che voi lo immaginiate compiere ciò che desiderate. La prima
immagine si utilizza dall'inizio di ogni emissione fino alla fine;
la seconda si sovrappone alla prima dopo l'evocazione successiva di
tutte le immagini intermedie, prese in considerazione nel paragrafo
precedente.
Tale cinematografia
cerebrale non s'improvvisa sempre facilmente nel momento stesso
dell'emissione. Inoltre si ha la tendenza a lasciarla sviare in
molteplici accidenti. Da ciò la necessità di esercitarsi
accuratamente in anticipo nel comporre tutta la serie di immagini
significative del soggetto, dei suoi cambiamenti progressivi, delle
idee o impressioni che si giudica atte a influenzarlo, infine le
immagini della fase finale, della realizzazione ultima.
All'inizio la creazione è
faticosa. Le forme evocate si delineano malamente, mancano d'insieme,
di coesione, di chiarezza e si dileguano appena abbozzate. Ma
persistendo con attenzione e reiterando frequentemente i tentativi,
un certo progresso non tarderà a manifestarsi e la cosa diventa di
giorno in giorno più facile. Del resto possiamo anche praticare -un
tipo di esercizio preliminare alla creazione delle immagini:
1°. Raffigurarsi, il più
fedelmente possibile al loro modello, degli oggetti dapprima molto
semplici,-poi altri più complessi.
2°. Prolungare la durata di
ogni rappresentazione.
Elaborazione e concentrazione
dell'energia psichica.
Il sangue costituisce, in
un certo senso, l'elemento primo da cui un meccanismo ancora oscuro
elabora il dinamismo nervoso, motore di tutte le funzioni,
specialmente della funzioné cerebrale. Quando un sangue ricco e puro
irrora il cervello l'attività del pensiero è attiva e tenace. È come
affermare, dal punto di vista che ci interessa, l'importanza
dell'alimentazione, della respirazione e della circolazione.
Un regime dietetico razionale,
l'igiene respiratoria e vascolare sono indispensabili a tutti gli
sperimentatori. Considerando l'organismo come il generatore della
forza che si irradia nel corso delle emissioni psichiche, l'equilibrio
fisiologico * appare come la condizione prima di una elaborazione
energetica sufficiente.
Una cosa è elaborare,
un'altra è condensare, accumulare - per disporne al momento
opportuno - il dinamismo nervoso. Ricordiamoci prima di tutto, che
la ricarica dei nostri _ accumulatori interni (i plessi) ha luogo
nel corso del sonno, ogni notte. Quando il sonno è normale, il
risveglio si accompagna ad una sensazione di perfetto benessere e ad
un bisogno di attività, perché gli accumulatori fisiologici, dopo
essersi fortemente ricaricati, tendono ad esteriorizzare l'energia
che contengono e tale tensione spinge l'individuo a prodigarsi - .
utilmente o in modo dispersivo. Quindi, dormire il tempo necessario
prima di tutto, ma anche durante la veglia, evitare ogni dispendio
inutile: preservarsi non solo dall'ansia e da+ll'eccessivo lavoro,
ma impegnarsi per ridurre al minimo lo spreco di energia nervosa
richiesta dalla vita. Per ottenere ciò, sorvegliarsi continuamente,
agire unicamente in modo ponderato, controllando ogni forma di
impulsività e di espansività. Pensieri, parole, gesti, occupazioni
quotidiane, tutto deve sottostare ad un criterio di stretto
autocontrollo che ne sfronderà gli elementi superflui e ne reprimerà
il disordine.
Ogni impulso a una
manifestazione esterna, ogni richiamo interiore ad una soddisfazione
di carattere sensoriale, emotivo o intellettivo rappresenta una
spinta del dinamismo nervoso che cerca di esteriorizzarsi. Cedere
all'impulso o soddisfare il desiderio, significa sciupare senza
alcun profitto questa energia che invece si deve concentrare. Ogni
volta che cediamo per distrazione o indolenza,
le riserve nervose diminuiscono. Ogni volta che reprimiamo un
impulso, tratteniamo in noi una unità di energia che si aggiunge
alla riserva già esistente. Osservare questa elementare nozione di
educazione psichica * è fondamentale per coloro che vogliono
praticare con successo l'azione a distanza. Del resto costituisce
anche il rimedio per eccellenza di ogni atonia psichica o morale.
Preparazione preliminare.
È noto a tutti l'effetto
stimolante del tè, del caffè e dell'alcol ingeriti in quantità
ragionevole. Tali sostanze sono paragonabili a cheques tratti sul
proprio deposito di energia nervosa: sottraggono dai plessi una
parte della forza che vi si trova depositata.
Il dinamismo così liberato
rinvigorisce immediatamente l'economia dell'organismo. In
particolare, aumenta 'momentaneamente l'attività cerebrale.
Se l'uso abituale di
eccitanti ostacola la concentrazione di energia, il loro uso
eccezionale, immediatamente prima di un'emissione, è consigliato,
perché allora si tratta non più di accumulare energia, ma di
disporre del potenziale che abbiamo di riserva, di farlo passare
dalla condizione statica a quella dinamica, di lasciarlo affluire al
cervello che ne trarrà alimento per vibrare intensamente. È il
momento di lasciar libero corso alle più potenti spinte centrifughe,
di «emettere ' con forza.
Subito dopo aver ingerito l'eccitante
scelto, dobbiamo cominciare a dirigere il pensiero sull'oggetto
dell'emissione, tenendo presenti tutti i motivi dell'interesse
portato verso il risultato dell'azione a distanza intrapresa, ed
evocando tutte le immagini espressive di tali motivi.
Quando teniamo in modo
particolare che qualcuno manifesti tale o talaltra disposizione, si
sente che ce ne importa in due occasioni importanti:
A. Quando l'idea o l'immagine
di una delle soddisfazioni che si proverebbe se il desiderio avuto
si esaudisse, vi si impone;
B. Quando l'immaginazione
evoca qualcuna delle conseguenze spiacevoli del non compimento di
tale desiderio.
Nel primo caso, ci accorgiamo
ardentemente fino a quale punto teniamo a ciò che si desidera. Nel
secondo, avvertiamo la paura, l'irritazione, la ribellione.
Questi moti interiori,
normalmente spontanei, devono essere, suscitati intenzionalmente,
attraverso l'evocazione, all'inizio di ogni seduta al fine di
portare al parossismo la tensione volitiva. Se si teme che la nostra
memoria, in quel momento, si mostri ribelle o incompleta, sarà bene,
durante le ore che precedono la seduta, prendere nota, ogni momento
in cui esse nascono spontanee, delle immagini A e B. In tal modo con
l'aiuto degli appunti presi saremo in grado di ricomporle nel
momento dell'emissione. Ogni richiamo d'impressione così ottenuto
contribuirà a esaltare lo spirito, a liberare dalle pieghe più
riposte della coscienza potenti .impulsi volitivi e dominanti.
Nel corso del lavoro
preliminare sarà quindi nostro interesse ricercare e annotare tutte
le considerazioni suscettibili di dar luogo a immagini di tipo A e
B. Una simile ricerca richiede una serie di meditazioni particolari,
al cui orientamento contribuisce l'esposto del caso in questione,
poi successivamente la valutazione di tutti i risvolti che possono
prendere gli avvenimenti.
II rapporto.
Le pratiche preliminari a
cui abbiamo accennato contribuiscono a stabilire tra l'operatore e
il soggetto un rapporto psichico particolare. A mio parere, tale
rapporto diventa totale dal momento in cui lo sperimentatore ha
creato l'immagine mentale del soggetto. A ògni seduta, non appena
compiuta la preparazione preliminare, è il caso di precisare
quell'immagine, di evocare tutte le impressioni determinate dalla
presenza reale del soggetto, di raffigurarselo 'in modo vivo e
dinamico. Lo stato di intenso desiderio cerebrale in cui si è
preliminarmente posti facilita la formazione delle immagini e presta
loro un rilievo, un colore, un'animazione-che bisogna , aver vissuto
per farsene un'idea. La penombra e il silenzio favoriscono questo
lavoro. Alcuni hanno raccomandato di abbandonarvisi durante le ore
in cui si sa che il soggetto dorme. Senza essere troppo convinto
dell'importanza di ciò, sono del parere che non bisogna trascurare
niente e fl sonno potrebbe aumentare la ricettività. Mi sembra
tuttavia che l'azione mentale interessi il subconscio, ricettivo
durante la veglia come durante il sonno, poi, tramite questo,
reagisca sulla coscienza. Se la mia ipotesi è esatta, si può
suggestionare mentalmente qualcuno tanto in un momento quanto in un
altro. Vi è però un fatto di cui sono sperimentalmente sicuro:
qualunque sia l'ora, dall'istante in cui l'immagine chiara di un
individuo appare sullo schermo della vostra immaginazione, tutto ciò
che voi andrete pensando, durante il tempo della proiezione, lo
influenzerà in modo apprezzabile. In effetti, formando l'immagine
adduttrice, si-evoca realmente un sostrato invisibile del soggetto
che viene a porsi nel campo d'azione dell'evocatore.
Si può leggere in vecchi
testi che per influenzare qualcuno è sufficiente fissare la sua
fotografia facendovi azione di suggestione. Ciò è ancora praticato.
Una foto non stabilisce tuttavia alcun rapporto; tutt'al più può
aiutare la memoria nella creazione delle immagini. Soltanto un
nega-tivo alla gelatina, impressionato per posa, e conservato in un
pacchetto chiuso potrebbe costituire una base secondaria di
connessione a causa dell'impregnazione magnitica dello strato. Allo
stesso modo, per la stessa ragione tutti gli oggetti pregnanti
dell'influsso nervoso di un individuo, sono altrettanti focolai di
irradiazione, legati tramite il fluido alla loro sorgente prima. Da
ciò si spiegano la statuetta degli stregoni e mille altre pratiche,
molto meno inutili di quanto non sembrino, di cui le raccolte
magiche sono piene. Praticamente consiglio, per trarre profitto da
tutto:
- Di raccogliere diversi
oggetti legati al soggetto (specialmente lettere) e di ripartirne l'insieme
in due pacchetti, l'uno di dimensioni ridotte che potrà essere
conservato su di sé, l'altro che si terrà in mano nel momento di
ogni emissione.
È difficile valutare il grado
di efficacia di un simile procedimento, ma vista la sua semplicità,
meglio servirsene.
L'emissione.
Le due fasi precedenti -
preparazione e rapporto - interagiscono e concorrono a generare uno
stato di impeto volitivo grazie al quale ogni moto psichico è capace
di un'intensa irradiazione. L'immagine prima (quella del rapporto)
deve essere allora modificata secondo ciò che si desidera. Ci si
rappresenta allora il soggetto nell'atto di compiere ciò che
tentiamo di suggerirgli, mentre prova le impressioni e ammette le
idee suscettibili di indirizzarlo verso !il compimento ultimo. La
costrizione non sarà mai presa in considerazione, ma sempre e solo
il consenso preordinato. Dobbiamo quindi ricorrere alla
rappresentazione del soggetto che prova spontaneamente il desiderio
di conformarsi a ciò che vogliamo. Supponete ciò che accadrebbe se
egli avvertisse un irresistibile impulso personale a soddisfarvi e
vogliate che ciò abbia luogo.
Come ho già cercato di far
capire nei precedenti capitoli, le immagini così create precisano le
intenzioni dell'operatore, ma il loro transfert e, una volta
visualizzate, la loro capacità di elaborare le disposizioni che esse
domandano al ricettore, dipendono da un vigoroso slancio interiore
che si potrebbe esprimere con la formula "Voglio che sia così".
Non dimentichiamo che il
piano di ogni seduta deve essere stabilito in anticipo al fine di
evitare la dispersione e gli imprevisti. E non dimentichiamo
neppure che è necessario prendere in considerazione modificazioni
graduali e non una realizzazione immediata. All'inizio di ogni
emissione, dopo l'evocazione dell'immagine-rapporto, possiamo per
qualche minuto fissare la nostra attenzione sulla rappresentazione
della realizzazione finade pensando: "Ecco ciò che voglio! ecco ciò
che si verificherà! ecco ciò che sto imponendo! ", ma dobbiamo
tornare prontamente al presente, immaginare le disposizioni attuali
del soggetto e suggerire loro leggere modificazioni, che verranno
sempre più accentuate.
Colui che pratica Pipnotismo sensoriale e
verbale, abituato a provocare il sonnambulismo e a servirsi della
suggestione, trarrà utilmente profitto dalle sue conoscenze agendo,
attraverso i procedimenti d'ipnotizzazione, sulla immagine-rapporto.
Immaginando di essere in presenza del soggetto, lo vedrà, seduto
davanti a lui, subire le impressioni che conducono all'ipnosi.
Arrivato all'immagine di questo stato, si comunicano suggestioni
letterali come nella realtà, prestando al soggetto l'atteggiamento
che avrebbe se le registrasse passivamente.
Coloro ai quali i
procedimenti ipnotici non sono familiari, si limiteranno a evocare
l'immagine del soggetto, seduto e attento, poi a indirizzargli
mentalmente tutte le parole suscettibili di commuoverlo, di
convincerlo, senza dimenticare di ottenerne la comprensione e il
consenso.
Durata e frequenza delle
emissioni.
In teoria si trae vantaggio
a prolungare ogni emissione fino al.momento in cui, per esaurimento
delle disponibilità energetiche, l'esaltazione vien meno e cade. La
durata di una seduta dovrebbe essere calcolata in ragione inversa
della forza di emissione di cui si è capaci. Quando ci si propone di
vincere una difficoltà notevole, il massimo compatibile con uno
psichismo medio è una seduta giornaliera di due ore.
Recupero delle forze -
Distensione cerebrale.
Non appena terminata l'emissione,
si impongono allo sperimentatore due prescrizioni. Dapprima,
smettere completamente di pensare al soggetto e alle preoccupazioni
attinenti a lui. Osservare la regola del cambiamento intenzionale di
orientamento psichico, è indispensabile per evitare l'ossessione. In
seguito cercare una distensione perfetta dei nervi e del cervello,
dedicandosi a qualche sano relax. La cosa migliore sarebbe quella di
dormire a lungo e profondamente. Per questo ho consigliato la scelta
delle due ore che precedono il coricarsi.
Poiché l'attività cerebrale
svolta durante ogni seduta dà (luogo a un'enorme combustione di
sostanze, è bene facilitare l'eliminazione delle scorie facendo uso,
prima di abbandonarsi al sonno, di acqua diuretica, a piccole dosi
ripetute. |